Un'umana si approssima.
Sensazione?
Vibrazioni invisibili avvolsero Harriet.
Ordinarietà.
La sorveglianza rientrò nella quiete.
Harriet, intanto, si fermava ad ammirare la grande villa al di là della strada.
Il fatto che il professore vivesse a Brighton era stato decisivo nello scegliere di recarsi a visitarlo, anziché convocarlo e fissargli un appuntamento nel suo studio. Amava quella località marina e stava appunto progettando di passarvi qualche giorno di relax, quando gli era stata assegnata la perizia. Aveva esaminato il materiale e deciso d'impulso.
Ora ammirava la facciata elegante, il doppio ordine di finestre con le riquadrature di legno candido e il tetto spiovente di grigia ardesia, scandito dagli abbaini.
Una splendida dimora, col prato verdissimo in lieve pendenza che accoglieva il visitatore, e cespugli di rose rampicanti che aggiungevano colore al crema luminoso dei muri. Non comunicava l'austerità imbronciata delle altre case signorili che fiancheggiavano quella via: era più una dama sorridente, di una certa età, forse, ma vitale e affascinante.
Harriet si accomodò la borsa a tracolla e si avviò sul breve vialetto d'ingresso. Anche il suono armonioso del campanello le sembrò in sintonia con lo stile del luogo, un morbido, classico echeggiare di note che fece accorrere una governante, garbata signora di mezza età, già informata del suo arrivo.
Le fece strada, dopo essersi sincerata del suo nome, fino allo studio del professor Murray, precedendola lungo un corridoio che pareva una galleria, e che le condusse sul lato opposto della casa.
Lo studio si affacciava sul parco retrostante, godibile dalla ampia bow window, luminosissima, quasi ci fosse un'intera parete di vetro che riparava dall'aria frizzante del mattino, ma senza privare dal contatto visivo con il verde.
Le venne incontro un uomo dalla corporatura massiccia, dal sorriso comunicativo e dallo sguardo vigile e indagatore.
"Miss Dixon, presumo", disse con voce baritonale, indicandole la stanza come gliela presentasse, perché familiarizzasse pure con il mobilio, con le ampie poltrone fiancheggianti l'enorme camino che dominava la parete opposta alla finestra, la scrivania in favore di luce, altre due poltroncine fiorate presso quella.
"È un piacere conoscerla, professor Murray", rispose Harriet fermandosi nel centro dell'ambiente e tendendogli la mano. L'anziano signore la prese con stile e fece un mezzo inchino, in un compitissimo baciamano che mise un po' alla prova il giro vita abbondante.
Harriet provò simpatia per quell'eleganza datata, e si dispiacque del motivo professionale che sottostava alla visita. Quel garbato gentiluomo sarebbe ben potuto essere suo nonno, con i baffoni e i candidi capelli che sfuggivano disordinati da una sorta di papalina da casa.
"Miss Dixon, quando ha chiesto di vedermi, apprendere la sua qualifica professionale mi ha sollevato una certa curiosità. Mi sono chiesto con chi avrei avuto il piacere di parlare", diceva intanto il professore invitandola nuovamente, con un gesto eloquente, ad accomodarsi.
Ad Harriet spiacque l'idea di non godere più della vista sul parco e dunque scelse una poltroncina orientata almeno per metà verso la finestra, lasciando all'ospite l'altra con le spalle al verde.
L'uomo colse il senso della scelta più di quanto la giovane immaginasse. Si avvicinò sorridente alla poltroncina vuota e la ruotò verso i vetri, per accomodarsi, poi, già intimamente meglio disposto al colloquio, benché ne intuisse i risvolti rischiosi.
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Eminence
Science FictionL'indagine circa cinque misteriosi eventi conduce un anziano specialista a una sconvolgente conclusione. La scienza ufficiale lo rinnega scandalizzata e la sua famiglia ne cerca l'interdizione, per preservare il patrimonio che l'uomo sta dilapidando...