CAPITOLO 1:
Eccomi qui. Cuffiette nelle orecchie e Green Day a palla, sono la mia band preferita e quando sono agitata oppure ho un problema loro sono sempre lì, clicco play e… si scatenano emozioni che non provo in altre occasioni.
Oggi è il mio primo giorno di college, al Music Art college, è l’unica scuola in tutto lo stato che tratta ogni forma di arte esistente: canto, ballo, l’abilità nel saper suonare uno strumento, recitare o qualsiasi altra cosa. Per lo più questo college accetta le persone con molto potenziale ma che nessuno considera, perché ormai le arti vengono completamente trascurate da chiunque, sono molti quelli che credono che “ fare l’artista” sia il lavoro più facile del mondo! Per loro basta saper fare qualcosa in quell’ambito, dimostrarlo e.. si diventa il cantante o il ballerino più seguito e con più fama del mondo, ma non è assolutamente così.
Per diventare veramente dei bravi artisti ci vuole impegno, talento e molto sacrificio, al contrario di quello che tutti pensano la musica non deve essere sottovalutata.
*FLASHBACK*
-La musica non serve a nulla! Non porti da mangiare a casa, strimpellando quattro note alla chitarra e cantando cose stupide e senza senso, dove vuoi arrivare nella vita? Vuoi seguire uno stupido sogno, che rimarrà sempre tale e non si avvererà mai, oppure fare carriera e seguire le nostre orme?- Mi urlò in faccia mio padre, parlando con disprezzo e senza un filo di apprensione, sputò fuori quelle maledette parole così tutto d’un fiato come se l’opinione che contasse fosse solo la sua e che la mia non valesse nulla, proprio come me o come il mio stupido ed insignificante sogno che, a quanto faceva capire dal suo discorso era infondato e completamente inutile.
- Non è uno stupido sogno cazzo!- Urlai piangendo – E’ la mia vita, scelgo io le mie decisioni, le mie passioni e quello che è giusto per me ho quasi 18 anni ormai so cosa voglio e tu non sei nessuno per togliermi la speranza di diventare qualcuno nella musica e di seguire la mia passione- Detto questo corsi via piangendo, piena di rabbia, e mi rifugiai dall’unica persona che di sicuro mi avrebbe capita, dalla persona che mi conosceva da quando non sapevo ancora parlare e dal miglior amico che qualcuno potesse desiderare, Michael.
*FINE FLASHBACK*
Già Michael era da sempre il mio miglior amico, ma verso i 16 anni si era trasferito a Los Angeles e io, che allora ne avevo 15 sono rimasta sola, e senza nessuno da cui scappare dopo le continue discussioni che avevo con mio padre. Lui non aveva mai accettato il fatto che io amassi la musica e che provassi a sfondare in quel campo, secondo me non ci provava neanche.
Mia madre, invece era diversa, anche lei avrebbe preferito che facessi altro, ma lei a differenza di mio padre mi accettava; lei mi ha proposto questa scuola ed io ho accettato, ma da subito mi ha fatto promettere che non avrei vissuto nel centro di Los Angeles, perché aveva raccontato a mio padre, che sarei andata a fare tirocinio in un’azienda a Dowtown (quartiere nei pressi di Los Angeles). Ti amo mamma! Senza di lei non sarei mai riuscita a coronare il mio sogno.
Mi sveglia dai miei pensieri il brusio assordante di ragazzi… direi che sono arrivata alla mia scuola.
Prima di tutto mi registro:
Nome: Abby Jones
Anni: 18
Data e luogo di nascita: 3 marzo 1996, Miami
Descriviti fisicamente: Capelli leggermente mossi bruni, alta, occhi verdi, corporatura slanciata. ( a quanto pare considerano anche l’aspetto fisico(?) )
Indirizzo di studio e corsi che vorrebbe seguire: Canto e Chitarra
( E’ si erano quelle le mie passioni suonavo la chitarra da 10 anni ormai e cantavo praticamente da quando ero nata, da quando mia mamma mi cantava le ninna nanne ed io provavo ad imitarla, e devo dire che non me la cavavo malissimo neanche allora, poi col tempo fortunatamente sono migliorata).
Fatta l’iscrizione e chiesto alla bidella dove si trovasse la mia aula ( 1° A ) guardai l’orologio e vidi che mancavano ancora 15 minuti alle otto e quindi decisi di uscire in giardino e ascoltare un po’ di musica.
Uscii e mi sedetti su una panchina vicino ad una ragazza, credo della mia stessa età, con i capelli mori, occhi tendenti all’azzurro, alta e snella e con qualche lentiggine sul naso ed un paio di occhiali neri in viso. Sembrava simpatica, bè prima o poi avrei dovuto farmi degli amici no? Perché non subito?
Quindi mi sedetti accanto a lei ed esclamai:
-Hey, anche tu nuova?
- Si anche io!- Rispose con un sorriso smagliante in viso – Comunque piacere io sono Jade- Disse e mi fece un cenno con la mano
- Paciere Abby- Ricambia il gesto- in che classe sei?
- 1° A tu?
-Anche io!- Esclamai – vuol dire che staremo insieme per ancora un bel po’-
- Ahahaha già- Sorrise facendo spuntare un accenno di fossette ai lati della bocca.
- Tu cosa studi? – dissi sorridente
- Canto e Hip-Hop-
-Wow! Io canto e chitarra-
-Che bella la chitarra ho sempre voluto imparare a suonarla, ma… devo dire che sono letteralmente un’ incapace ahahaha- Rise
Anche io scoppiai in una risata ed in quel momento mi accorsi di essere osservata…
Era lui, quel ragazzo che viveva nel mio stesso palazzo. Occhi color nocciola, capelli castano scuro, tendenti al nero, fisico alto e scolpito, da quanto faceva vedere la maglietta bianca attillata che portava con la scritta “ #Rock” in nero. Jeans neri attillati e strappati sulle ginocchia e due vans nere ai piedi.
Devo dire che era molto bello, non me ne ero mai accorta fino ad oggi.
Ma qual era il suo nome? Non ricordo benissimo ma penso si chiamasse…
Calum… Calum Hood
* SPAZIO AUTRICE*
Hey ragazzi come state? Ricominciata la scuola? Io si e già non ne posso più!
Ecco il nuovo capitolo spero vi piaccia! Cercherò di continuare al più presto.
Votate e commentate grazie!
Un bacio. Arianna <3
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My Dark Angel || Calum Hood
FanfictionLui Calum Hood 19 anni, un ragazzo apparentemente forte e sicuro di se stesso, ma con alle spalle un passato tremendo Lei Abby Jones 18 anni, appena trasferita in quella piccola città nei pressi di Los Angeles, chiusa in se stessa ma con un caratter...