CAPITOLO 8:
Stava succedendo di nuovo un altro dei miei attacchi di panico. A volte mi succedeva dopo “ l’incontro” con Harry alla festa, ma volevo calmarmi, dovevo calmarmi.
Non potevo iniziare ad urlare, non potevo rannicchiarmi in un angolo e piangere pensando solo a quanto fosse orribile la mia vita dimenticandomi d tutti gli aspetti positivi che aveva.
Era questa la mia più grande paura dimenticare. Non è come le paura che hanno i bambini, non è come la solita risposta che davi alle elementari alla domanda “Di cosa hai paura?” e tu cosa potevi rispondere; eri ancora piccolo e la vita per te era stupenda sotto tutti gli aspetti.
Infatti la risposta più frequente era “Dei serpenti, dei ragni, degli incidenti…” o di altre cose superflue che però a quell’età sembravano delle vere tragedie.
Poi cresci e le risposte cominciano a cambiare, come le domande. Raramente ti chiedono delle tue paure perché anche loro lo sanno… finalmente anche gli altri capiscono, ti capiscono, almeno su questo argomento. Anche loro hanno paura… paura della paura stessa, paura di farti una domanda del genere perché sanno che la tua risposta potrebbe essere terribile.
Aver paura della paura è la cosa più brutta, è il timore più grande, che difficilmente ti lasci alle spalle.
E la mia paura la vedevo allo stesso modo, ugualmente grave aver paura di dimenticare è come aver paura di perdere la vita o di perdere una parte di te, che magari era rappresentata come una persona, è come avere paura dell’oblio. Sì, avere paura dell’oblio, anch’io ne avevo paura . Avevo paura di morire e non sapere cosa mi dovesse capitare dopo, avevo paura di dimenticare tutto, tutti, e io non voglio dimenticare.
Stava arrivando un attacco, lo sentivo, stavo per scoppiare in un mare di emozioni di nuovo, non l’avevo mai fatto in pubblico e di certo non volevo farlo ma mi sentivo come oppressa e non sapevo cosa fare mi sembrava di impazzire.
Due braccia mi circondarono vedendo che ero sovrappensiero. Jade mi stava abbracciando, e non so come riuscii a calmarmi. Mi sussurrò qualcosa all’orecchi che io sentii a malapena:
- Ei lo so cosa ti succede, Michael me ne ha parlato. Mi ha detto che spesso a casa ti succede ma tu non ti fai mai vedere o aiutare da nessuno, neanche da lui.
Ma io non ti posso vedere così e l’unica cosa che mi veniva in mente era di abbracciarti non so se ha funzionato- fece un grande sospiro
- Lo so cosa stai pensando…- riprese a parlare con tono pensieroso- Hai paura che Niall mi faccia del male o che ne faccia a te portandoti…da lui. Ma ti giuro che non accadrà lui non è quello che sembra è molto più dolce di quello che da a vedere credimi- mi risolve un grande sorriso affiancato ad uno sguardo da cucciolo a cui io ovviamente non sapevo resistere, e mi sembro di vedere anche un accenno di occhi lucidi, ciò mi sconvolse… non l’avevo mai vista piangere.
Mi staccai dall’abbraccio e le sussurrai un “grazie” mentre mi asciugo un paio di lacrime che stavano scendendo sulle guance.
Neanche a me piaceva piangere, ma non sempre riuscivo a resistere.
Intanto Niall tentava di dare l’impressione di guardare altrove ma lo sapevo che ci stava osservando e dava l’impressione di star sorridendo ma era difficile capirlo, non manifestava molto i suoi sentimenti a quanto pare.
- Emh scusate io tolgo il disturbo a quanto pare voi dovete parlare ci sentiamo ragazze- esortò imbarazzo il biondo
- Si grazie Niall- disse sorridente Jade
Forse aveva ragione era cambiato. Io lo speravo con tutta me stessa.
Jade mi prese per un braccio e mi chiese se adesso ero più tranquilla io annui e così lei mi disse che doveva andare perché aveva una cena con ei parenti. Io annui e la salutai dopo essermi fatta dare un altro abbraccio.
Io amo gli abbracci, li preferisco a qualsiasi altra forma di affetto. Comunque tornando a noi…
Tornai a casa, salii in camera e mi stesi sul letto con il mio iPod e le cuffiette, e inizia ad ascoltare tutta la playlist dei Green Day, amavo quei ragazzi.
Stavo quasi per addormentarmi quando il rumore assordante del portone di casa che sbatteva mi fece sussultare.
Il rumore di qualcuno che con passi pesanti si avvicinava alla mia stanza era insopportabile, anche se sapevo chi era, Michael. Perché tutta quella fretta.
Arrivato fin sopra e cale spalancò la porta di camera mia, senza neanche bussare.
Con un gran fiatone si appoggiò con una mano allo stipite della porta e con un tono sia preoccupato che rammaricato esclamò
- Abby, devi aiutarmi, ho fatto una cazzata-
|SPAZIO AIUTRICE|
Buondì ragazzuoli, scusate l’estremo ritardo del capitolo ma sono state tipo le 3 settimane più impegnate della mia vita e poi le vacanze i 2000 compiti gli impegni che ho con il basket e il fatto che sto iniziando a fare qualche cover mi ha occupato molto tempo e non ho potuto aggiornare.
Ma ora sono resuscitata e quindi, spero che il capitolo vi piaccia.
PS. Scusate se ci sono errori di scrittura :3
STAI LEGGENDO
My Dark Angel || Calum Hood
FanfictionLui Calum Hood 19 anni, un ragazzo apparentemente forte e sicuro di se stesso, ma con alle spalle un passato tremendo Lei Abby Jones 18 anni, appena trasferita in quella piccola città nei pressi di Los Angeles, chiusa in se stessa ma con un caratter...