Capitolo 5: My Dark Angel

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CAPITOLO 5:

Polvere, si sentiva nell’aria, la stanza ne era piena e io non percepivo altro.

Mi risvegliai lentamente respirando affannatamente e con la testa confusa, non riuscivo a vedere chiaramente tutto quel poco di cui era composta quella stanza appariva ai miei occhi offuscato.

La testa mi stava scoppiando e sembrava non volesse smettere. Mi sentivo sull’orlo di scoppiare, non capivo cosa mi stesse succedendo, mi sembrava di essere sull’orlo dell’oblio. Non capivo se fossi viva o sull’orlo di scomparire da questo mondo.

No, ero viva, mi tirai un pizzico che me lo confermò.

Lentamente ripresi l’uso di tutti i sensi, la troppa polvere nella stanza ancora c’era e mi dava fastidio, ma la vista stava diventando più chiara e la testa stava migliorando.

Tentai di rialzarmi ma non ce la feci, mi cedettero le gambe. Dopo qualche tentativo mi arresi, mi sentivo troppo stanca e non volevo sforzarmi più di quello che avevo già fatto.

Cercai di riprendere la memora e di ricordar quello che mi era appena successo… ero con Styles e…

A quel ricordo ebbi un’altra fitta atroce alla testa e quindi abbandonai il pensiero di ricordare l’accaduto, anche se sapevo perfettamente quello che era successo: io, Styles e… lui. Calum Hood. Approposito chissà dov’era?

Ora mi ero completamente ripresa, riprovai a mettermi in piedi e questa volta ci riuscii; diedi un’occhiata veloce alla stanza. Non c’era molto, solo un letto, un tavolino con qualche sedia, un armadio ed un divano quasi completamente scassato.

Mi stavo per avvicinare all’armadio per vedere se ci fosse qualcosa dentro, quando sentii qualcuno che cercava di entrare dalla porta. Istintivamente mi chiusi dentro l’armadio cercando di lasciare uno spiraglio per riuscire comunque a vedere qualcosa e cercando di fare il meno rumore possibile.

La porta si aprì e entrò un ragazzo moro con un vassoio in mano… era lui, Calum.

Si guardò intorno e poi esclamò:

-      Lo so che ti sei nascosta qui, da qualche parte – fece una pausa – Non devi avere paura di me, fidati –

Ovviamente non risposi e allora lui poggiò il vassoio sul tavolo e iniziò a cercarmi.

Controllò ovunque e alla fine arrivò all’armadio e io rabbrividii al solo pensiero che mi avrebbe potuto trovare. Si avvicinò sempre di più, e io tentai di trattenere il respiro, come per volermi fare sempre più piccola, ma ovviamente non avrebbe funzionato.

Ero già convinta che mi avrebbe scoperto e chissà cosa mi avesse fatto…

Ecco, era arrivato, aprì l’anta dell’armadio a fianco della mia e… niente, la richiuse.

Non ci potevo credere non mi aveva  visto, se c’era una persona più sollevata di me me lo dica perché non penso che esista.

Proprio quando stavo tirando l’ultimo sospiro di sollievo, le ante dell’armadio si aprirono e due braccia forti mi strinsero e in meno di 2 secondi mi ritrovai sulle spalle di quel ragazzo dalla pelle ambrata.

Il cuore mi finì in gola e cercai di liberarmi dandogli dei piccoli pugni sul petto che ovviamente non gli fecero male, anzi lo fecero ridere; mi posò sul divano, prese una sedia, riprese il vassoio e si posizionò davanti a me:

-      Ei piccola, finalmente ti sei risvegliata. E vedo che hai anche ripreso le forze – disse facendo un sorriso sbilenco

-      Non chiamarmi piccola – risposi acida

-      Ei dovresti ringraziarmi, ti ho salvato da Styles in fondo –

-      Cosa?! Sei stato tu? –  diventai completamente rossa in viso e lo guardai stupita aspettando una sua qualche risposta, ma lui non fece niente, anzi aveva l’espressione di uno che aveva fatto la cosa più normale di questo mondo

-      Cos’è sei stupita? Non potevo lasciarti lì nelle grinfie di quella merda – disse con un’espressione schifata – Ho sentito la tua voce che urlava  mi sono fiondato in quella camera e bè lo sai come è andata – disse sorridendo, un sorriso che sembrava vero

-      Perché l’hai fatto, ci conosciamo appena io per te non sono niente –

-      Questo è quello che credi tu Abby – si fermò e fece un lungo sospiro – In realtà ti seguo da tempo, perché… non lo so mi fai uno strano effetto non so spiegarlo-

-      E se stessi solo cercando di farmi del male per poi deludermi? – Dissi sicura

-      Se avessi voluto farti del male non credi che l’avrei già fatto? – disse serio

Quelle parole mi stupirono cosa volevano dire?

Poco dopo riprese a parlare

-      Tieni ti ho portato qualcosa da mangiare – esclamò porgendomi il vassoio. C’erano pollo arrosto, patatine fritte e una fetta di pizza margherita… non era possibile.

Erano i miei cibi preferiti come faceva a saperlo? Continuai a fissare il vassoio con la faccia stupita e Calum se ne accorse

-      Sei stupita che sappia quali siano i tuoi cibi preferiti? – disse facendo una smorfia – io so tutto di te piccola Abby –

-      Cosa dovrei pensare? Non mi conosci neanche ma dici che sai tutto di me e conosci anche i miei cibi preferiti, mi hai appena salvato la vita e non vuoi nulla in cambio. E’ strano. – dissi confusa

-      No, non lo è, col tempo capirai cosa intendo – disse sorridente

Già amavo il suo sorriso, mi portava in paradiso. Come faceva a farmi quest’effetto?

-      Potresti essere il mio angelo – dissi così tutto d’un fiato senza pensarci troppo

-      No, solo molto peggio del Calum che vedi adesso, dovrai imparare a conoscermi, una parte di me è cattiva, molto –

-      Allora potresti essere il mio Angelo Oscuro –

| SPAZIO AUTRICE |

Ciao a tutti ragazzi come va? Io benissimo anche perché ho appena comprato i biglietti per il concerto di Fedez a Roma e ancora non ci credo!

Ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia. Mi raccomando se avete qualche appunto o consiglio scrivetemi e se vi va lasciate un commento o una stellina ahahaha. Bè vi saluto, ciaoo!

PUBBLICITA’

-      Wrapped around your finger/ Ashton Irwin

-      All I ever need / Calum Hood

-      Tennage Dirtbag / 5sos

 

My Dark Angel || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora