ADESSO

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È un bellissimo venerdì di pioggia e febbraio è arrivato come uno schiocco di dita.
Tempo fa avrei odiato un tempo simile, sarebbe stato un giorno sprecato, un giorno noioso e monotono dove non puoi fare altro che chiuderti in casa ad aspettare che la pioggia finisca. Adesso ho imparato ad apprezzarla e addirittura a farmela piacere.
Dopo quel maledetto 15 agosto, la mia vita si era fermata. La mia anima, era morta con lei. Niente dopo quel giorno aveva senso. Ricordo i giorni, se non le settimane, passate a letto, a fissare il muro senza versare una lacrima. Molti dottori vennero a farmi visita, ma non ero malata. Molti ragazzi della mia scuola vennero a trovarmi e tutti si scusavano con me per qualcosa ma non ero io quella che era morta e delle loro scuse a me, importava ben poco.
L’unica volta che mi alzai, fu per andare al suo funerale, che oltretutto, sono sicura che chiara non avrebbe voluto andasse così. Feci un breve discorso su quanto Chiara fosse fantastica e alla fine uno scroscio di applausi rimbombarono in tutta la chiesa.
Nei giorni successivi l’andai a trovare al cimitero e le portavo sempre dei narcisi, i suoi fiori preferiti. Ancora non potevo credere che se ne fosse davvero andata per sempre. Mi aspettavo sempre che la mattina lei sarebbe arrivata sotto casa mia per andare insieme a scuola.
Ogni volta che qualcuno mi chiamava o mi inviava un messaggio sussultavo, nella speranza che fosse lei e che mi dicesse: “dai Emily, io sono qui e non me vado da nessuna parte. Adesso metti in moto e facciamoci un giro”. Ma non sarebbe mai successo.
Intanto il mio ragazzo Marco, mi è sempre rimasto accanto anche se fra noi, le cose erano in caduta libera. Nonostante ciò nessuno dei due aveva trovato il coraggio di finirla, probabilmente lui aspettava che mi fossi ripresa per non lasciarmi da sola in questa situazione e lo apprezzavo molto. Spero solo che fra ni non finisca definitivamente, dopo tre anni di relazione che ameno rimanessimo amici o perlomeno in contatto. In fondo smettere di frequentarsi o parlarsi dopo una rottura, non ha proprio senso, perché comunque (indipendentemente dalla durata della relazione) dei sentimenti con quella persona li hai provati e non puoi dimenticare tutto nel giro di un paio di giorni.
Tornando a noi, è un bel venerdì di pioggia. Ammiro con quanta determinazione e violenza le gocce andavano a scontarsi sul suolo. Rimango incantata un altro po’ a guardare questo spettacolo, poi, come se fossi stata svegliata da un sogno prendo un paio di jeans, una maglietta nera e scendo di sotto. Intravedo mio padre nel suo studio, intento ad ascoltare qualcosa nelle cuffie, probabilmente una sua nuova composizione. La macchina di mio fratello non c’è, segno che era già al lavoro o da qualche parte con Veronica. Avrei voluto avere anche io un po’ di felicità ma per adesso non trovo motivi per essere felice

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