Quell'uomo che mi ha stravolto la vita dal primo appuntamento

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Sono passate quasi quattro ore da quando Sherlock è scappato via dall'appartamento senza lasciare traccia, e tu non puoi fare a meno di essere preoccupato.
Non ricordi l'ultima volta in cui sia stato così tanto tempo fuori casa senza neanche  inviarti un messaggio di tanto in tanto, giusto per farti sapere che stava bene e che presto sarebbe ritornato a casa da te. 
Le due tazze di te che hai preparato dopo l'arrivo di Mary sono ancora ferme lì, nella stessa identica posizione da circa due ore e quarantacinque secondi.
Alla fine l'hai chiamata, Mary.
L'hai chiamata in preda ad una crisi di pianto, e lei è accorsa immediatamente non appena ha udito nel tuo tono di voce qualcosa che non andava.
Ti ha raggiunto cinque minuti dopo, e tu sei scoppiato in lacrime non appena l'hai vista lì, ferma sulla porta con il suo berretto di lana bianco, le guance rosse per il freddo e le labbra screpolate. 
Lei non ha proferito parola, ti ha solo abbracciato e cullato dolcemente, come una mamma farebbe con il proprio figlio dopo il risveglio da un'incubo spaventoso. 
L'hai fatta sedere e gli hai spiegato tutto, fin dal principio; dalla rivelazione di Sherlock alla sua corsa lontano da te e dall'appartamento
Per tutto il tempo non ha fatto altro che stringerti la mano, con un sorriso affettuoso e tenero ad adornagli le labbra, ma non ha detto una parola. Siete rimasti entrambi in silenzio per quella che ti è parsa un' eternità.
Poi, dopo un brevissimo colpo di tosse ti ha chiesto:   

Mary:E tu, John ? Tu sei innamorato di lui?

E tu ti sei fermato un attimo,non hai mai riflettuto sulla vera natura che ti ha da sempre legato a lui.
Sai che, quando quel giorno hai ricevuto quella chiamata in cui ti diceva addio  e successivamente l'hai visto lanciarsi dal tetto di un'edifico, per poi schiantarsi al suolo in una pozza di sangue, sei morto un po' anche tu. 
Sai che, quei due anni senza di lui sono stati un vero e proprio inferno, che molto spesso ti sei ritrovato a pensare che, in confronto a tutto quello le sofferenze patite in Afganistan non erano nulla.
Soprattutto quando ti risvegliavi nel cuore della notte, in un mare di sudore e lacrime, con il suo nome bloccato in gola in un grido silenzioso ma  devastante
Sai che, quando l'hai rivisto in quel ristorante, nei panni di un cameriere qualunque avvicinatosi per versare del vino nel bicchiere, è stato come ricominciare a respirare dopo una lunga apnea.
E che hai lottato con tutte le tue forze per non crollare in ginocchio, circondare la sua vita con le braccia e piangere tutte le lacrime che avevi trattenuto fino a quel momento. 
Sai che, non hai potuto fare a meno di sentire una morsa che ti attanagliava lo stomaco ogni qualvolta udivi quella maledetta suoneria dei messaggi dedicata ad Irene Adler .
E in quel momento realizzi che probabilmente, quell'uomo che ti ha letteralmente stravolto la vita fin dal vostro primo incontro l'hai sempre amato, anche quando l'hai odiato per essersi finto morto, per poi ricomparire magicamente proprio quando stavi tentando invano di rimettere insieme i cocci della tua esistenza senza di lui.

Immagina JohnlockDove le storie prendono vita. Scoprilo ora