All by myself

1.5K 53 2
                                    


Al bacio seguirono giorni di silenzio, né io né lui riprendemmo il discorso che aveva portato al bacio, o meglio ai numerosi baci, né tanto meno avevamo parlato di ciò che era successo nelle scale.

Quella sera mi aveva costretto a dormire in stanza con lui, Miguel e Giacomo, in quanto Arianna dormiva e io non avevo le chiavi. Per di più Giacomo troppo preso dalle discussioni con Atene non ci avrebbe nemmeno fatto caso e Miguel si sarebbe fatto i fatti suoi come sempre.

Avevamo persino dormito abbracciati, e l'indomani quando Miguel mi aveva praticamente tirato giù dal letto prima che Giacomo o Alberto si svegliassero, lo avevo ringraziato ed ero sgattaiolata nella mia stanza, dove una sveglia e pimpante Arianna mi aspettava sulla soglia.

Avevo subito un interrogatorio a cui non avevo saputo rispondere, alla fine ammisi più a me stessa che a lei, che la qualunque cosa fosse successa, probabilmente non avrebbe avuto seguito.

Avevamo continuato a fare colazione insieme, ma mi mimetizzavo bene durante i pranzi o le cene, fingendo di fare caciare da buona serba insieme agli altri miei compagni... Sentivo addosso il suo sguardo interrogativo,  penetrante, ma alla fine sorrideva e si aggregava anche lui mostrandosi tranquillo.

Adesso siamo tutti in sala relax e a chiamarci é la produzione che ci invita ad andare in sala 10, perché ci aspetta un workshop con la Peparini..

-Cerchiamo di seguirci, l'input lo dà uno e l'altro segue. Ma senza guardare i movimenti che andiamo a fare, solamente guardandoci negli occhi, quindi cercando di seguirci- la Peparini si esprime peggio di me quando cerco di formulare un concetto, ma credo che voglia che lasciamo i pensieri fuori da questa sala e che ci lasciamo andare

Ci dividiamo in coppie, Alberto si avvicina a me e mi invita silenziosamente a sedermi a terra con lui.

C'è imbarazzo tra noi.

Quello che non c'è mai stato fino ad ora c'è in questo momento.

Lui si muove impacciato.

Io lo perculo silenziosamente.

Gli sistemo il sopracciglio per l'ennesima volta da quando ci conosciamo, mentre lui scuote la testa con un sorriso in volto.

Siamo isolati dagli altri.

Non so quanto, ma lo percepisco a pelle.

Abbiamo passato giorni su giorni a parlare, penso di conoscere più lui che gente che frequento da diciotto anni.

Ora è il momento di tacere e di parlare con gli occhi per quanto imbarazzante o poco chiaro possa essere.

Siamo poi costretti ad alzarci e a correre non perdendoci mai di vista... Lo facciamo.

Tento di non distogliere lo sguardo da lui, ma sbatto contro gli altri ragazzi, vengo urtata, mi sento come in mezzo ad una folla dove cerchi il ragazzo che ti piace ma lui non lo sa e tu cerchi di fingerti indifferente.

Sorrido a questo pensiero, poi vengo trascinata via da due braccia possenti.

Sbatto contro il petto del colpevole e due iridi verdi, che si spacciano per blu mare, incrociano i miei occhi.

-Presa- sussurra, mentre io sorrido

Mi volto e tocco la dea sul suo braccio, me lo ha spiegato quaranta volte il suo nome, ma io ricordo solo che é la dea della musica.

Poi mi trascina dagli altri per un abbraccio collettivo

-È strano-

-Cosa Tish, il workshop?- mi chiede Giordana mentre ci stiamo togliendo le divise e stiamo per andare in hotel

Tijana e Alberto: storia di un'incompatibilità caratterialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora