Così sono partita per un lungo viaggio..

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Furiosa è un termine che non rende abbastanza bene il mio stato d'animo.
Sono chiusa dentro questo mezzo infernale che viaggia su rotaie da nove ore, il quale è talmente vecchio da essersi rotto.
Mi sta esplodendo la testa a causa di questi bambini impertinenti che urlano, mentre i genitori se ne strafregano, e sto per svenire per la puzza di sudore che aleggia nell'aria.
È così difficile lavarsi? Magari buttarsi proprio a mare e restarci secchi?
Sbuffo.
E Dio se sono incazzata nera.
Volevo solo rivedere il prima possibile Alberto, non chiedevo tanto.
Lui è già arrivato, io sono su questo coso rotto e non arriverò mai.
A riscuotermi dai miei pensieri è il cellulare che squilla
-Tish scusa il disturbo-
-Mameli, sono più che altro sorpresa, che succede?-
-Nulla, tu stai bloccata su un treno, mentre qui a Catania l'Etna rompe le palle e da pomeriggio viene rimandato il mio volo-
-Ciao compagno di sfighe, benvenuto nel club- lo prendo in giro io
-Se hai problemi ad arrivare in hotel fatti sentire o chiama Giordana, è tardi-
-Va bene Mario, grazie del pensiero, aggiorniamoci-
Stacco la chiamata sorpresa.
Sinceramente non mi aspettavo che Mameli si preoccupasse per me..
Controllo il cellulare ma Alberto al contrario suo non mi ha neanche avvisato del suo arrivo a Roma.
In queste vacanze ci siamo sentiti spesso, ci siamo anche videochiamati pubblicando qualcosa sui social, e abbiamo destato i sospetti dei nostri compagni che ci hanno tartassato di domande.
Da Capodanno, ovvero due giorni fa, qualcosa sembra cambiato.. Si è fatto sentire meno e personalmente comincio ad essere incazzata per questa cosa.
Sono una persona che si incazza facilmente, gelosa marcia e non capisco cosa sia cambiato.
Ripenso alle tre settimane trascorse nella scuola, alle nostre abitudinarie colazioni insieme, alle nostre conversazioni notturne, alla nostra ultima e particolare notte insieme prima di separarci.
Conoscere Alberto così a fondo è stata la cosa che mi è piaciuta di più, sapere chi fosse veramente questo ragazzo dagli occhi di ghiaccio è stata la mazzata finale.

Nel pensare ripensare ad Alberto, mi rendo conto che l'orologio ha continuato a girare e che si sono fatte  le due di notte. Mameli è partito 15 minuti fa da Catania, io sto per arrivare a Roma.

Sono sfinita, ma non mi va di chiamare qualcuno.. Alla fine ho detto a Mameli di vederci direttamente in hotel.
Prendo la valigia e mi avvio a prendere la metro che mi porterà a destinazione.. Spero solo di non perdermi e di arrivare velocemente perché sono distrutta.
Arrivo giusto in tempo per vedere le porte che si chiudono e la metro che parte, questo è il capolinea, segno che devo aspettare altri 20 minuti abbandonanti per la prossima corsa.
Mi siedo e prendo il telefono per avvisare Arianna
°Nessun servizio°
-Che palle- impreco ad alta voce

Mi metto così a giocare col giochino di google che mi fa compagnia ogni qualvolta il mil cellulare non carica una pagina su internet e scocciata e annoiata mi guardo intorno.
Non c'è un'anima viva, nessuno.

Chi viaggia in piena settimana di notte? Dovrebbero esserci solo barboni, ma non ci stanno neanche loro.

Penso a quanto la cosa possa essere inquietante, ma fortunatamente prima che la paura si impossessi di me, arriva la metro.
Vedo il tassista scendere e lo guardo interrogativo
-Capolinea signorina, 15 minuti di riposo-
Sorrido.
Questo è uno scherzo del destino.
Ho fatto del male a qualcuno.
Questo è Miroslav che si sta vendicando per essere stato lasciato a Gorizia o non si spiega.
Dopo altri 15 minuti di attesa e 10 di corsa, arrivo alla Tiburtina e vado in hotel.
Contemporaneamente scende da un taxi un ragazzetto familiare con tanto di occhiali da sole
-Mameli sono io ad accecarti o hai perso la bussola?- chiedo ridendo, mentre lui ride, paga il tassista, e mi prende in braccio facendomi roteare
-Tu stavi arrivando un'ora fa, in che senso stai ancora qua?-
-Lascia perdere Mameli, lascia perdere- gli dico esasperata mentre lui mi rimette a terra -Il viaggio apposto?-
-Appostissimo, avessero rimandato di meno il volo e ci avessero offerto una cena quando i ristoranti stavano ancora aperti, ancora meglio-
-Non hai ancora cenato?-
-Perché tu si?- chiede di rimando
-No-
-Posiamo le valigie e andiamo a prenderci un panino serba, che domani sarà una lunga giornata-
Arrivo in stanza e chiedo ad Arianna se vuole unirsi a me e Mameli, ma è distrutta e si mette a letto, poi raggiungo Mameli nella sua stanza e decidiamo di mangiare lì insieme ad Alessandro, raccontandoci del più e del meno.
Guardo il cellulare ma non trovo nessuna notifica, domani facciamo i conti Alberto Urso.

Tijana e Alberto: storia di un'incompatibilità caratterialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora