Capitolo 2 - Stefan

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Era passato già un anno da quando ero stato nel carcere minorile per aver aggredito mio padre, anche se a dirla tutta volevo solo proteggere mia madre, l'unica persona a questo mondo che mi ama, da lui prima che le mettesse la mani addosso, come f...

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Era passato già un anno da quando ero stato nel carcere minorile per aver aggredito mio padre, anche se a dirla tutta volevo solo proteggere mia madre, l'unica persona a questo mondo che mi ama, da lui prima che le mettesse la mani addosso, come faceva spesso da ubriaco, e quindi gli ho alzato le mani io solo che i vicini hanno chiamato la polizia e io sono finito in manette e poi, all'età di 14 anni, mandato in carcere minorile però mio padre era finito in ospedale con delle belle contusioni.

Fin da piccolo e da quando ne ho memoria lui è sempre stato violento ed ubriacone ma quando ero piccolo non potevo difendermi e quindi quando aveva alzato di molto il gomito tornava a casa e mi prendeva a cinghiate sulla schiena e se mia madre provava solo a difendermi lui la picchiava.

Ma crescendo iniziai a difendermi e a difendere l'unica persona che amavo e amo ancora. Per colpa di questi comportamenti di mio padre durante gli anni delle scuole facevo fatica a farmi degli amici per paura che volessero venire da me.

Poi dopo l'ultimo episodio non sono ben visto dai college, non li biasimo chi vorrebbe un ragazzo con la fedina penale sporca per aggressione e quindi non potendo andare a scuola ho iniziato a frequentare un brutto giro di amicizie tutti mezzi delinquenti e sbandati.

Avevo anche un gran successo con le ragazze e i ragazzi volevano essere me, diciamo che sono, modestamente parlando, un bel ragazzo alla quale nessuna ragazza resiste, alto 1,80 cm, con un fisico muscoloso e con un tatuaggio che mi ricopriva tutta la schiena, capelli neri e corti, occhi azzurri e magnetici insomma il ragazzo dei sogni di un po' tutte le ragazze.

Ero pure a capo di un piccolo gruppo di ragazzi, i The Lion, creato da me in carcere, avevo anche una ragazza Cheryl, sapete la classica ragazza che la da a tutti e sta col più figo perchè lei è figa, era veramente bella se non fosse stato per lo schifo che teneva tra le gambe, ogni santa volta che dovevo sbattermela le dovevo dire di lavarsela perchè faceva letteralmente vomitare meno male che durò poco, all'incirca un paio di mesi.

Molte volte invece di tornare subito a casa mi fermavo al parco e mi sedevo nel prato a scrivere canzoni, una passione che ho sempre avuto dall'infanzia e che mi faceva dimenticare, per quelle poche ore, la mia vita orrenda.

Ma voi tutti penserete, <ecco un altro ragazzo che scrive canzoni sulla sua vita di merda>, <quanto sei banale>, <non sei il solo con una vita di merda>, e qui vi rispondo che non scrivo canzoni sulla mia vita ma scrivo canzoni su quell'amore, che ai miei occhi, è sconosciuto.

Benchè avessi avuto molte ragazze, da quando sono uscito, nessuna di queste ha mai scongelato il mio cuore erano solo delle puttanelle nella quale svuotarmi le palle e trattare come schiave con la quale sfogare le mie frustazioni.

L'unica donna della mia vita che sapeva come prendermi e farmi sorridere era mia madre Alessandra, nata in Italia si era trasferita qui a Chicago dopo il matrimonio con mio padre, quando mai l'ha fatto, che quando mia madre lo conobbe, durante una vacanza con delle sue amiche, non era l'uomo che è diventato, era molto dolce e premuroso, ma una volta sposato e dopo la mia nascità cambiò tutto, iniziò ad uscire con gli amici per andare al bar e tornava sempre tardi ubriaco fradicio mia madre sempre ad aspettarlo sveglia e ogni volta che rientrava litigavano e lui le alzava le mani.

Non doveva essere amore [sospesa fino a nuovo ordine]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora