"Ciao James." Sentii dire a Simon dall'ingresso.
"Dov'è?" Chiese infuriato.
"Chi stai cercando?" Gli chiese Liam intromettendosi.
"Lo sapete benissimo chi cerco." Disse entrando in soggiorno.
"Ti ho trovata finalmente, adesso tu vieni a casa con me." Continuò prendendomi per un braccio.
"Lei non viene da nessuna parte con te." Gli ringhiò contro Jones mettendosi davanti a me.
"Levati Ethan. Prima che faccia del male anche a te." Rispose James mettendosi davanti a Jones.
"Jacob ti prego fa' qualcosa...adesso" Implorai Jacob che era rimasto immobile davanti a quella scena. Lui annuì solamente e andò da James.
"James sei ubriaco. Vieni dai ti porto a casa." Gli disse tranquillamente Jacob mettendogli una mano sulla spalla.
"Lei mi ha rovinato la vita!" Continuava ad urlare James mentre Jacob e Liam lo portavano fuori dalla casa. Lo aveva detto di nuovo. Allora lo pensava davvero, non centrava che fosse ubriaco o no...Sentii di nuovo pizzicare e qualcosa che mi bagnava le guance. Piangevo, di nuovo... "Piccola non è vero. Non pensa davvero quelle cose, è ubriaco." Mi rassicurò Simon asciugandomi le lacrime con il palmo della mano. Passò quasi un'ora da quando portarono via James ma di Jacob e Liam non c'era traccia e io iniziavo a preoccuparmi. "Ethan io vado a vedere dove sono finiti, tu resta con lei e cercate di non scannarvi, mi raccomando." Disse a Jones.
"Ci proveremo." Rispose pensandoci Jones. Sia io che lui scoppiamo a ridere ma appena Simon uscì di casa la situazione cambiò radicalmente...
"Da quanto va avanti questa storia?" Me lo chiese all'improvviso, senza nemmeno guardarmi.
"Non è mai successo." Non gli avrei raccontato nulla. Non gli importava nulla di me e sicuramente non avrebbe iniziato in quel momento.
"Non prendermi in giro." Perché si era ostinato a voler sapere? Gli avrei fatto pena e io non volevo la sua pietà.
"Un paio di volte." Continuare a negare era inutile così optai per dargli un contentino sperando che non avrebbe fatto più domande.
"Perché non ce lo hai detto? Avremmo potuto fare qualcosa." Notai una nota strana nella sua voce, forse rabbia?
"Perché avrei dovuto? Non mi avreste mai creduto, James è vostro amico da sempre. E poi perché raccontarlo proprio a voi? E a te?" Davvero poteva pensare di avere tale importanza nella mia vita?
"Però hai chiamato Jacob."
"Sì l'ho chiamato perché non sapevo cos'altro fare. Non avevo altra scelta, non potevo gestirla da sola." Certo avevo chiamato Jacob ma lo avevo fatto solo perché non potevo fare altrimenti.
"Te lo chiedo di nuovo Allison, da quanto va avanti questa storia?" Per la prima volta si voltò verso di me e puntò i suoi occhi nei miei.
"Anni. Va avanti da anni." Ammisi in fine. Ero esausta e di certo non avevo le forze per poter continuare a discutere anche con lui.
Lui non rispose, picchiò un pugno sul tavolino e si alzò. Quella reazione mi fece sobbalzare ma lui non se ne accorse e andò in camera sua.
Rimasta sola mi alzai e andai a sedermi in veranda dove mi accesi una sigaretta. Me la meritavo. Feci qualche tiro e pensai a Jones. Perché aveva reagito in quel modo? Sembrava arrabbiato ma anche triste. Ma non riuscivo a capirne il motivo. Per anni ero stata solo oggetto delle sue cattiverie, non gliene era mai fregato nulla di chi mi facesse del male. Allora perché quella reazione? Ancora immersa nei miei pensieri tornai in salotto e mi sdraiai sul divano. Piano piano sentii le palpebre farsi sempre più pesanti e mi addormentai. Pensai di poter dormire tranquilla ma mi sbagliavo...
"James ti prego fermati, mi fai male!" Urlavo mentre cercavo disperatamente di divincolarmi dalla sua presa.
"Tu non vai da nessuna parte. Come tu hai rovinato la vita a me adesso spetta a me ricambiarti il favore." Nei suoi occhi vedevo lampi d'odio.
"James non è stata colpa mia lo sai!" Dovevo farglielo capire in qualche modo.
"Chiudi la bocca!" Mi ruggì contro lui.
In bocca sentii il sapore del sangue, mi aveva presa. Ero a terra, mi coprivo la faccia con le mani. Su di me, le sue mani inveivano senza fermarsi. E poi il buio...
Fu un attimo, il momento prima ero in preda all'ira di James e il momento dopo ero seduta sul divano fradicia di sudore e con la gola in fiamme, segno che avevo urlato. Sperai vivamente che Jones non mi avesse sentito ma appena alzai lo sguardo lo vidi appoggiato allo stipite della porta. In un attimo fu vicino a me sul divano, mi guardò e nei suoi occhi ci vidi solo preoccupazione.
"Scusa non volevo farti preoccupare" Dissi cercando di asciugarmi il sudore che ancora mi bagnava la fronte.
"Non ti devi scusare di niente. Hai fatto solo un brutto sogno. Ora cerca di tornare a dormire, io starò qui fino a che non ti addormenti d'accordo?" Non volevo passare per la povera indifesa che aveva bisogno di attenzioni. Ma comunque il sapere che lui fosse lì mi dava un certo senso di tranquillità.
"Non te ne andare" Sussurrai prima di cadere nuovamente tra le braccia di Morfeo.
L'ultima cosa che sentii fu lui che rispondeva dicendomi: " Non lo farò."
Mi addormentai e non sognai nulla, nessun incubo, solo un profondo sonno.
Mi svegliai pensando di essere sola, sapevo che non sarebbe mai rimasto davvero per tutto il tempo lì con me, invece lo trovai seduto in punta al divano dolcemente addormentato. Mi alzai lentamente per non svegliarlo e andai a fumare una sigaretta. Solo in quel momento mi accorsi che erano passate ore ormai da quando i ragazzi avevano portato via James. Stavo finendo di fumare quando sentii dei passi alle mie spalle, così mi voltai e vidi Jones con gli occhi ancora impastati dal sonno e i capelli spettinati. Non avessi saputo che stronzo era avrei anche potuto pensare che in quel momento fosse davvero bellissimo.
"Ehi, hai notizie degli altri?" Gli chiesi io offrendogli una sigaretta. Lui accettò, l'accese e solo dopo un paio di tiri si decise a parlarmi.
"Hanno chiamato mentre dormivi, hanno detto che torneranno tra poco, hanno accompagnato James a casa e sono rimasti un po' con lui almeno fino a che non si fosse ripreso un po'." Detto questo si appoggiò alla ringhiera e ispirò altro fumo.
Quando il silenzio iniziò a farsi pesante il suono del campanello ci fece risvegliare dai nostri pensieri. Andai a sedermi sul divano e Jones andò ad aprire la porta.
"Scusate ragazzi ma abbiamo dimenticato le chiavi quando siamo usciti" Disse Simon entrando in casa.
"Ehi Alli, come stai?" Mi chiese Jacob venendosi a sedere vicino a me.
"Meglio grazie. Mi dispiace di aver creato tutto questo, dico davvero, ma non sapevo cos'altro fare..."
"Non ti devi dispiacere per una cosa del genere, se non mi avessi chiamato a quest'ora non so cosa ne sarebbe stato di te. Comunque Alli, io e i ragazzi crediamo che sia meglio se per stanotte ti fermassi a dormire qui da noi invece di tornare a casa. Che ne dici?" La gentilezza con la quale mi parlo Jacob mi lasciò stupita. Aveva ragione, non sarei potuta tornare a casa da mio fratello, non quella notte.
"D'accordo, forse hai ragione. Dormo qui sul divano allora" Avrei dormito sul divano, non se ne parlava nemmeno di dormire nello stesso letto di uno di loro. Mai e poi mai.
"Non dormirai sul divano, non sarebbe per niente carino da parte nostra. E poi penso che non sarebbe una buona idea lasciarti da sola qua sotto tutta la notte." Bingo. Ero terrorizzata al solo pensiero.
"Ci dormo io con lei, d'altronde sono l'unico ad avere un letto matrimoniale." No. Non con Lui. Non avrei dormito nel suo stesso letto.
"Non se ne parla nemmeno Jones." Mi imposi io incrociando le braccia.
"Questo lo vedremo." Concluse lui lanciandomi uno sguardo di sfida.
Lo vedremo, Ethan Jones.
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Non mi fai paura
Chick-LitAllison è una ragazza di sedici anni, vive con suo fratello, il suo passato doloroso non la lascia vivere. Casa sua è sempre piena degli amici di suo fratello. Odiosi, supponenti. Suo fratello non è sempre quello che appare con gli amici, nasconde...