La settimana passa in fretta tra interrogazioni e verifiche e giungo alla conclusione che oggi è sabato.
"CAZZO" urlo alzandomi di scatto dal letto e guardando l'ora pensando sia tardi.
"Sono le 10" tiro un sospiro di sollievo e vado in bagno facendo una doccia calda per poi scendere giù a fare colazione.In questo ultimo periodo vedevo pochissimo i miei genitori, soprattutto mio padre, che tornava a casa sempre tardi e sentivo i miei litigare abbastanza.
Fin da quando ero piccola hanno sempre litigato, sentivo urla ogni giorno (non che io non le senta anche ora) e ho visto due volte mio padre alzare le mani a mia madre.
Penso di esserne rimasta traumatizzata anche se avevo 4 anni ma mi ricordo ancora la scena orribile.
Sento scorrere i brividi al ricordo e prendo i cereali al cacao e il latte dal frigo per poi versarli nella ciotola, riscaldarli e mangiarli.
Passo la mattinata a mettere a posto la casa e poi mi faccio un insalata con petto di pollo e la mangio come pranzo.
Dopo aver mangiato e lavato i piatti vado a prepararmi per andare da Carl, non ho ben capito dove abita ma vabbe sono solo dettagli.
Opto per una maglia oversize con una rosa nera, leggins della nike e le globe nere.
Prendo lo zaino con i materiali necessari e mi incammino alla fermata dell'autobus mettendo le cuffie.
Dopo mezz'ora arrivo da Carl, suono il campanello e inizio a sentirmi agitata senza motivo, ma non ci faccio troppo caso.
Ad aprirmi la porta porta è lui, con i capelli un po' spettinati, una maglia grigia e i pantaloni della tuta neri.
Ingravidami
"Ciao drogata" mi dice sorridendomi sapendo che mi da fastidio, odio quando mi chiama in questo modo.
"Ho un nome" sbotto annoiata e lui ridacchia, ma cos'ha da ridere?
"Vuoi farmi entrare? o se vuoi metto su una tenda davanti alla tua porta e facciamo il progetto qui" sbotto acida, mi sta su.Alza gli occhi al cielo e mi fa entrare, osservo la casa che è veramente gigante e noto i quadri con le foto di bambini, probabilmente c'è Carl tra di loro.
"Seguimi" mi dice guardandomi per due secondi e faccio ciò che dice per poi arrivare in camera sua.
Era spaziosa, con un letto matriminiale, l'armadio gigante, una poltroncina random, la scrivania abbastanza grande e un sacco da boxe.
Appoggio lo zaino per terra e stiamo in silenzio tutti e due fino a quando lui non lo spezza.
"Ti droghi ancora drogata?" mi chiede Carl con un espressione....disgustata?
"Si"
"Dovresti smetterla, fa male"
"Anche tu dovresti smettere di chiamarmi drogata ma non lo fai"Sbuffa guardandomi male.
"Cameron ti porterà guai, fidati"
"Dovrei fidarmi di te e non di lui? ma tutto apposto fra"
"Tu non sai che giri ha"
"E non mi interessa saperlo"
Si invece.
"Non mi ha mai fatto del male, è un ragazzo gentile e disponibile, non capisco perché tu ce l'abbia con lui"
Mi guarda male e poi accende il computer."Ti ho avvertita Anderson" mi dice scocciato.
"Manco te l'avessi chiesto" sussurro per non farmi sentire.
"Cosa" mi chiede confuso.
"No niente" dico indifferente.Iniziamo col progetto, ovviamente fa fare tutto a me mentre cazzeggia con il telefono.
"Potresti collaborare?" chiedo arrabbiata
"Non c'ho voglia" risponde annoiato
"Fra un po' ti stacco le dita e te le ficco su per il culo, poi vedi come ti viene la voglia" sbotto acida.
"Che eleganza drogata"
"È il mio lato migliore" dico facendo finta di vantarmi.
"Rompere il cazzo?"
"Tipo il tuo fra un po' se non inizi ad aiutarmi? in questo caso si, ma ho anche dei difetti" lo faccio ridere e sorrido vedendo il suo sorriso.Stavolta mi aiuta e dopo 1 ora e mezza finiamo.
"Sono stato bravissimo"
"Io sono stata bravissima" dibatto
"Tu non hai fatto altro che rompere mentre IO mi sono fatta il culo per cercare le cose e scriverle" gli dico guardardolo male.
"Guarda che ti ho aiutato a scegliere il colore del titolo ma tu hai preferito tenerlo nero, sei macabra"
"La mia anima è nera" dico con voce misteriosa.
"Tu mi fai paura certe volte" mi dice ridacchiando.
"mi fa piacere disorientare la tua serenità mentale"
"Vuoi rimanere a cena?" mi chiede in modo...gentile?
"No guarda meglio che vada perché a stare con te degenero mentalmente" rido e lui mi fa il dito medio.Stiamo in silenzio per qualche minuto e lui interviene.
"Perché hai iniziato a fumare?" mi chiede con la voce bassa.
"Mi andava" dico indifferente, ed è vero.
Cioè circa.Ho provato con Lyde perché mi andava ma io non stavo bene e ancora non sto bene e le canne sono il mio svago.
"Le persone che si drogano non lo fanno a caso" dice dispiaciuto, come se avesse passato anche lui tutto ciò.
"Hai ragione" dico guardando in basso.
"Le persone si drogano perché hanno bisogno di staccare dal mondo reale, che non soddisfa il loro bisogno di stare bene, fa male si, ma tutto fa male se non freni.
Se mangi troppo stai male, se bevi troppo stai male, se fumi troppo stai male...e potrei continuare all'infinito, tutti abbiamo qualcosa che ci fa stare male e non tutti magari abbiamo la passione di sfogarci con un sacco da boxe" indico il sacco da boxe rosso di Carl "e per questo ci affidiamo a tutto ciò che magari può far stare male ma che in verità in quel momento ci fa stare bene, ma noi non ci accorgiamo delle conseguenze prima di riscontrarle....capisci? quindi si hai ragione le persone non si drogano a caso, ognuno ha i suoi problemi e i modi per svagarsi e il mio é la droga".Concludo questo discorso e vedo Carl che mi fissa come se fosse caduto e si fosse fatto male, come se qualcuno lo avesse pugnalato, come se stesse male.
"S..se hai bisogno di sfogarti c'è il mio sacco da boxe"
Sfogarmi con il sacco da boxe?
Mi dice con uno sguardo caloroso, ho sentito che non aveva mai lasciato a nessuno toccarlo, nemmeno ai suoi fratelli e la sua affermazione mi ha fatto rimanere scioccata.
"Ne terrò conto" dico sorridendo.
"Se vuoi ti insegno qualche mossa visto che non sono sicuro che tu sappia prendere a pugni"
"Il sacco da boxe no, ma le facce di certi individui si" dico ridacchiando e ride pure lui.
"Devo avere paura?" mi dice facendo finta di avere paura.
"Oh si che devi" rido per poi prendere le mie cose per andare via.
"Ci si becca" mi dice Carl e io lo saluto andandomene via.Non mi aspettavo di avere una conversazione così, cioè non con Carl.
Pensavo la sua vita fosse perfetta e invece ho visto i suoi sguardi, i suoi occhi tristi, ha qualcosa che non va, vorrei aiutarlo ma penso che io sia l'ultima persona di cui lui si fidi.Arrivo a casa, deciso di farmi una doccia per poi mettermi il pigiama, legarmi i capelli in una coda e scendere giù a cenare.
"Papà?" chiedo per sapere dov'è e mi risponde in modo secco un 'non lo so'.
Ceniamo in silenzio e poi vado in camera, sto un po' al telefono e poi vado a letto ripensando a oggi.
A Carl.
Ai suoi occhi.

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Blue Lights
RomanceDestiny è una 16enne che viene a conoscenza del mondo della droga e inizia a fare amicizie sbagliate. Carl, 17enne amato e stimato da tutta la scuola, riuscirà ad aiutare Destiny ad uscire da questi giri sbagliati? Nascerà qualcosa tra loro dopo lo...