«scusa ma non andavate a scuola?»
«no, la prima volta che lo incontrai erano appena iniziate le vacanze estive»
«ah capisco...ma non vi siete mai stancati di giocare sempre alla stessa cosa?»
«guarda che non facevamo solo finta di combattere i mostri nel mio giardino...ci avventuravamo nei boschi ed entravamo in case abbandonate»
«oh cavolo che teppisti»
«non teppisti, supereroi...»
•undici anni prima•
«S-super V...i-io ho paura...voglio la mamma...»
«e zitto Chim...I supereroi non piagnucolano e chiedono la mamma»
«m-ma io...»
«Jimin...vuoi essere un supereroe?»
«s-si...»
«allora devi comportarti come tale...vieni...dammi la mano»
«non lasciarmi da solo»
«ovvio che no, noi siamo i Superheroes! Gli amici prima di tutto!»
I due camminavano a passi lenti e felini dentro l'interno della casa abbandonata. I pavimenti scricchiolavano, i mobili erano rotti e mangiati dai vari animali, le pareti ricoperte da ragnatele. Era proprio lo scenario perfetto per un film horror e Jimin non capiva cosa lo avesse portato ad accettare questa missione di coraggio, ora voleva solo tornare a casa, al caldo,nel suo letto.
Quella casa era davvero grandissima e con molte stanze, era anche rischiosa in verità, perché era instabile e il rischio di crolli era altissima.«come mai conosci questo posto?»
«ci venivo spesso per esplorare»
«da solo?!»
«si»
«waah! Super V sei coraggiosissimo!»
«shh! Super Chim fai silenzio...»
In lontananza si sentivano degli scricchiolii come se qualcun'altro stesse camminando sullo stesso pavimento. Jimin stava per mettersi ad urlare ma V gli tappò la bocca prima che potesse farlo. I passi si facevano sempre più vicini ma non capivano da dove provenissero.
«chi è?! La polizia?!»
Da un angolo della casa apparve un uomo malconcio, con i vestiti strappati, la barba lunga, sporco e pieno di buchi sulle braccia.
«CORRI CHIM! CORRI!»
I due corsero ripercorrendo tutto il tragitto fatto per entrare, erano saliti fino al terzo piano e percorso tutta la casa. Dopo un po' Jimin si fermò con il fiatone.
«N-non ce...la faccio V...non ho... più forze»
«non ora Jimin ti prego!»
Da lontano di sentivano i passi dell'uomo avvicinarsi sempre di più, li stava inseguendo per cacciarli via da lì.
«ok vieni sali»
«sulla tua schiena? Ma peso tanto...»
«Jimin sbrigati!»
Il moro obbedì e salì sulle spalle dell'amico che cominciò a correre. Stava esercitando tutta la forza che aveva in corpo per far si di uscire subito da lì. Quando finalmente uscirono dalla casa entrambi si sentirono sollevati e Taehyung cadde sul sentiero roccioso.
«V!»
Il supereroe, senza battere ciglio si rialzo e corse di nuovo, questa volta verso la recinzione che portava definitivamente fuori da lì, e dove sarebbero stati al sicuro.
«fiù...siamo al sicuro ora...ahi!»
Tae si sedette per terra tenendo stretto il ginocchio pieno di sangue.
«Super V stai sanguinando!»
«non è sulla... sarà stato quando sono caduto prima...n-non è nulla...»
«i tuoi occhi sono lucidi...ti fa tanto male... è solo colpa mia»
Il piccolo Jimin cominciò a piangere sentendosi in colpa per aver causato dolore al suo amico e per essersi spaventato tanto prima.
«Jimin non piangere...non è colpa tua lo sai...gli amici prima di tutto»
«t-tae...dovrei avere qualcosa p-per la tua ferita...»
Frugò nel suo zainetto cacciando dei fazzoletti, dell'acqua e sfilandosi il mantello. Prima di tutto pulì la ferita con l'acqua, poi ci mise dei fazzolettini, ed infine strappo un pezzo di stoffa dal suo mantello per tenere insieme tutto ed impedire alla ferita di sanguinare ancora.
«Super Chim il tuo mantello...»
«gli amici prima di tutto Super V»
Il moro stampò un bacio sul ginocchio di V.
«ora starai meglio...»
I due si abbracciarono e tornarono a casa, Super V che si teneva stretto al suo fedele braccio destro Super Chim.
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Come state?Non mi sono più fatta sentire😥
Sono piena di verifiche ed interrogazioni quindi non sto postando proprio nulla, spero mi possiate capire.
Oggi vedo se riesco a scrivere qualcosa...
Vi voglio bene<3
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•Incredible Me• {Vmin}
FanfictionTaehyung racconta al suo collega di lavoro Hoseok il suo passato da bambino, dove sognava di essere un supereroe... Prima regola del perfetto supereroe: gli amici prima di tutto.