"Tante volte uno deve
lottare così tanto per la vita
che non ha tempo
per viverla"
-Charles BukowskiNella vita ho vissuto momenti di totale spensieratezza quando ero bambina.
Giocavo a mille giochi inventati lì per lì, mi piaceva correre e sbucciarmi le ginocchia, correre con il vento tra i capelli, correre insieme a mio fratello Stephen per poi rotolarci nell'erba del nostro giardino, mi piaceva correre verso le braccia aperte di mio padre e annusare il suo odore da uomo.
Ma quelle braccia piano piano sono scomparse, volate via.
La corsa piano piano ha iniziato a ricordarmi momenti così felici da squarciarmi il cuore.
Papà è andato via senza un perché, senza spiegazione. Ci ha lasciato soli, prendendo le valigie e scappando via.
Forse era troppo debole per affrontare una famiglia, prendersi le sue responsabilità.
Oppure era troppo codardo per restare fedele alla sua donna e crescere due bambini.
Ma allo stesso tempo sono cresciuta con l'idea che niente si guadagna senza sforzarsi, senza provarci, senza sudare sette camice per ottenerlo.
I miei nonni sono stati bravi a ficcarmelo in testa. E anche nella miseria in cui io, mia madre e mio fratello navigammo per anni.
Il mio obiettivo è raggiungere quello che per anni è sempre stato il mio sogno: diventare una scrittrice.
Ricordo ancora quando ero solo una ragazzina e sfogavo le mie gioie, il mio dolore in quelle pagine di quel quaderno rosso fuoco con mille brillantini.
Per raggiungere questo obiettivo sto lottando, sudando, tutto e di più per pagarmi le spese per l'Università.
Decido di dare un freno ai pensieri che alloggiano nella mia testa e passo un'ultima volta lo strofinaccio bianco su questa piattaforma ormai vecchia e rovinata, per poi guardarmi intorno.
Nulla di nuovo, lo stesso casino che c'è tutte le sere.
Mille persone annoiate e arrabbiate sprecano il loro tempo affogando i problemi in un bicchiere di whisky e la loro noia ballando senza sosta tra le note di canzoni orribili.
Attorciglio una ciocca di capelli in un dito e mastico la gomma alla menta che ho in bocca.
"Ehy, amica. mi annoio" Brysen, la mia migliore amica, appoggia le sue braccia incrociate sul bancone e sbuffa, alzando gli occhi al cielo per chiarire il concetto.
"Un'altra ora e andremo via da questo schifo." Mi guardo intorno ancora una volta, notando diverse coppie scambiarsi saliva su una canzone romantica.
"Oggi è il turno di tuo fratello, vero?" mi chiede, appoggiando le labbra sul bicchiere d'acqua che le ho appena passato.
"Si. Hai pulito gli ultimi tavoli rimasti?" chiedo, mentre annoto su un quadernetto tutte le bevande alcoliche terminate.
Io e Brysen siamo amiche da anni.
Siamo vicine di casa ormai da qualche anno e il nostro quartiere dista un bel pò di chilometri da qui. Ecco perché mio fratello e sua sorella preferiscono venirci a prendere qui con le loro auto per sicurezza.
"Si. Non ci resta da fare che mandare via queste persone e pulire quello schifo" Guardiamo entrambe con una smorfia sul volto, la schifezza che regna su quel pavimento.
"Parlando di cose più serie. Hai visto il nuovo proprietario quanto è sexy?" Brysen alza ripetutamente le sopracciglia e al suono di quel nome, il mio cuore sussulta.
Quell' uomo mi studiava.
Sotto il suo sguardo attento mi sono sentita nuda, come se potesse vedere ciò che è presente al di sotto dei miei vestiti.
Il suo sguardo era indagatore, curioso, accattivante.
"Spero sia migliore del signor Njar." Evito di fare qualche commento su Ryan e passo il discorso sul proprietario di questo posto.
Un uomo strambo, senza nessun limite, fuori dal normale.
Innamorato solo delle sue bottiglie di liquori e delle donne facili. Nonostante la sua età non ha mai rinunciato alle donne e ai piaceri che può donare ad un uomo così.
Non gli importa di niente e di nessuno se non di se stesso.
"Oh, sicuramente." Non appena Brysen termina la frase, sbuca il signor Njar dietro di me che attento ci sta osservando.
"Signorina Brysen, mandi via questi stupidi e iniziate a ripulire." Brysen annuisce e inizia ad incamminarsi verso il dj. I lunghi capelli biondi ondeggiano ad ogni sua falcata e il fisico formoso è messo in risalto dalla divisa da lavoro.
Mi volto verso il signor Njar che fa ondeggiare davanti ai miei occhi la chiave del locale.
"Signorina Lola, chiuda il locale e domani sera sarà lei ad aprire. Io vado via, ho delle faccende da sbrigare. Buonanotte." mi strizza un'occhio, mi consegna la chiave e si volta, per poi raggiungere la porta d'uscita.
Una volta che Brysen e io terminiamo il nostro lavoro e chiudiamo il locale, iniziamo ad incamminarci verso la fine di questo quartiere.
L'immenso buio ci circonda, il vento mi fa rabbrividire e i capelli ormai sono tutti rovinati dall'umidità.
In lontananza notiamo un uomo piuttosto alto avanzare con passo felpato verso l'uscita.
"Ma chi è quello?" mi chiede Brysen con voce insicura, attaccandosi al mio braccio.
"Sarà qualcuno che abita qui e avrà fretta di tornare a casa." Rispondo incurante.
Qui non c'è da stupirsi di nulla. Potresti anche benissimo trovarti un ferito per terra, ti risponderebbero che è tutto normale.
Notando la macchina di mio fratello, iniziamo a correre per raggiungerla il più in fretta possibile.
Entriamo e ci sediamo sui sedili posteriori.
Mio fratello ci guarda dallo specchietto per poi voltarsi verso di noi e sorridere.
"Ehi mie bellezze. Come è andata la serata?" ci chiede mentre mette in moto.
"Uno schifo." Rispondiamo in coro io e Brysen per poi scoppiare a ridere per l'assurdità di quell'avvenimento che accade spesso.
"Più passa il tempo, più diventate inquietanti." ci dice mio fratello, mentre accende la radio per coprire il silenzio e la stanchezza.
Ci perdiamo tra le note delle magnifiche canzoni di Halsey e arriviamo a destinazione.
"Ci vediamo domani per le lezioni, amica." Brysen mi deposita un bacio sulla guancia e mi sorride dopodiché entra in casa.
Io e mio fratello ci dirigiamo verso la nostra dove ci accoglie, ancora sveglia, mia nonna.
"Tesoro, sembri stanca, com'è andata la giornata? Hai mangiato? La mamma e il nonno sono già a letto sarà meglio che ci vada anche tu." Le sorrido per tutta la dolcezza che mi regala, la abbraccio, e mi dirigo in corridoio, per raggiungere il bagno.
Durante la mia doccia purificatrice, ripenso ancora a lui.
Ai suoi occhi
Alla sue labbra
A tutto ciò che mi ha smosso lo stomaco.
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Anime infuocate
ChickLitEra semplicemente ciò che non mi sarei mai aspettata. Era forza, fuoco, buio. Era un uragano dalle dimensioni pazzesche, che riusciva a trascinarmi con sè. Era ciò che mi travolgeva così forte da lasciarmi senza fiato, senza vita. Era ciò che mi po...