"Ero affascinato dal suo modo di porsi,
il petto mi esplodeva al dolce suono della sua voce"
Incastrai una sigaretta tra le mie labbra e fissai con insistenza la porta del piccolo locale in cui ho dato appuntamento a Lola. Non so se la mia proposta sarebbe stata di suo gradimento, ma avevo bisogno di lei in questo caso. Quando vedo la porta di ingresso, in legno battuto, spalancarsi, la figura della dolce ragazza che attendevo, mi si presenta davanti gli occhi. La nuova divisa da lavoro le sta divinamente. La gonna nera, le fascia i fianchi stretti e la maglietta rossa aderisce perfettamente ai suoi seni. Il cappotto nero aperto, completa il tutto, abbinato con il colore dei suoi folti capelli. Si incammina con sicurezza verso di me, sfociando l'eleganza che ha sempre avuto. Spengo la mia sigaretta nel posacenere in legno, guardandola dalla testa ai piedi come un pervertito. Alcuni visi maschili presenti in quella stanza, si voltano a guardarla. Non hanno tutti i torti, è di una bellezza peccaminosa, con i lineamenti delicati e angelici.
"Buonasera, signor James. Allora, voleva parlarmi?" si siede sulla sedia rossa del tavolo per due che ho occupato una decina di minuti fa. Sfila il suo cappotto, appoggiandolo sulle sue gambe, non abbandonando nemmeno per un minuto il mio sguardo.
"Lola, scusa se ti ho fatta arrivare fin qui, visto che è abbastanza lontano dal posto di lavoro, ma ho bisogno di te." Un'espressione perplessa sfocia nei suoi occhi, facendomi credere che sicuramente rifiuterà la mia offerta. Siamo in un piccolo locale di Sydney, accanto alla mia azienda.
"Certo, mi dica" pronuncia, nonastante si capisca perfettamente che non è convinta di ciò che sta facendo.
"Quante volte ti ho detto che puoi chiamarmi Ryan? Siamo tornati al Signor James?" le chiedo frustato, aggiustandomi la cravatta al collo. In questo posto mi osservano tutti con uno sguardo stranito sul volto. Cazzo, sarò anche un'imprenditore di un certo livello, ma non vivo solamente nei ristoranti di lusso e in locali di un certo rilievo. Anzi, mi sento un vero pesce fuor d'acqua in posti come quello.
Torno sulla minuta figura di Lola, che lisciandosi la gonna, evita il mio sguardo.
"Credo di non avere una certa confidanza con lei, a differenza della mia collega Dovie. Mi sbaglio, signor James?" il tono di sfida mi sorprende. Non ho mai avuto modo di conoscere questo lato di lei. Ha sempre mostrato la sua educazione e il suo portamento elegante, ed ecco perché ho scelto proprio lei.
"Credo che si stia sbagliando, Lola. Non ho nessun rapporto confidenziale con nessun mio dipendente in quel locale al di fuori di lei, ma a quanto pare vuole rimanere su un tono prettamente professionale. Per me, non c'è nessun problema, ora posso porle la domanda che devo chiederle?" gioco al suo stesso gioco, alzando il mento e mostrando il lato di me incurante di ciò che gli circonda e professionale, che riservo ai dipendenti di cui non ho la minima fiducia se non la stretta necessaria.
La signorina qui presente mi sorprende, non mostrando nessun tipo di sconcerto, si schiarisce la voce e poggia i gomiti, con le mani incrociate. sul tavolo in legno che ci divide.
"Certo, ma vado di fretta. Sapete com'è, devo raggiungere la parte più oscura di Sydney."
Aggiusto il mio ciuffo nero, per guardare meglio il suo volto, che stasera è totalmente privo di trucco.
"So benissimo che lei è a conoscenza della mia fama come imprenditore. Sa probabilmente che ho una grande azienda proprio qui, al centro di Sydney, in cui mi occupo dei miei numerosi locali, pub e bar, in modo imparziale. Ho diversi dipendenti che mi aiutano a misurare le entrate e le uscite in ognuno di essi, a discutere per lo stipendio di ognuno di voi, e svariate cose che non sto qui a spiegarle visto che non è questo il punto." Mi fermo, guardandola negli occhi, notando il suo sguardo incatenato sulla mia mano, col palmo aperto, sul tavolo. Ricordo la piccola iniziale tatuata lì e porto la mano sulla mia gamba, lontana dai suoi occhi cielo.
"Signorina Lola, mi sta ascoltando?" La colgo con le mani nel sacco, sobbalza al suono della mia voce e ritorna con gli occhi sul mio viso.
"A dire il vero mi sono persa per metà del discorso. Continui."
Scuoto la testa e bevo un sorso d'acqua dalla bottiglina che ho chiesto a una cameriera davvero molto carina in precedenza.
"Sono famoso per il lavoro che amo svolgere e ciò mi rende molto fiero. In diverse parti del mondo sono stato chiamato per risolvere alcune situazioni sociali che stavano cadendo in frantumi per la mancanza di luoghi di ritrovo. Ma in tutta la mia carriera non ho mai ricevuto un invito per conoscere i più grandi imprenditori non solo del mio campo. Ma proprio una settimana fa, mi è stato chiesto di partecipare ad una cena di beneficenza insieme a molti altri imprenditori, col cui collaborare per sostenere un'associazione legata al maltrattamento dei bambini di tutto il mondo." Quando vedo lo sguardo incuriosito di Lola, un piccolo sorrisetto compare sul mio volto.
"Mi hanno chiesto una permanenza di una settimana nella famosa New York, per discutere del tutto con gli altri imprenditori residenti lì su come agire, sull'evento da poter organizzare per incuriosire gli altri imprenditori. Ma mi è stato imposto l'obbligo di portare con me il mio assistente personale e un'accompagnatrice." Finisco il mio discordo, appoggiando la schiena alla sedia.
Bingo.
Lola, essendo abbastanza intelligente, ha capito che mi riferivo a lei.
Sospira, lisciandosi nuovamente la gonna, che prendo come un movimento per calmare l'ansia.
"Mi scusi, signor James, ma non credo io sia all'altezza di tale incarico. Sicuramente qualche mia collega sarà disposto a farlo."
Non sorpreso dalla risposta, mi alzo di scatto dal mio posto, spaventandola, non aspettandosi affatto di un mio comportamento così brusco. Irritato, nascondo le mani costantemente fredde, nelle tasche del mio completo elegante. Non solo è stata una giornata pessima al lavoro, il rifiuto di Lola come se odiasse anche solo la mia presenza, ha peggiorato il mio umore.
"Se ho scelto proprio lei, ci sarà un motivo, non crede? Ho molte ragazze disposte ad accettare questo incarico, ha ragione. Ha tempo tre giorni per darmi una risposta. Buonasera."
Mi allontano, sfilando il pacchetto di sigarette dalla tasca del completo di lavoro, nervoso.
Accendo la mia sigaretta e mi sento subito meglio, sfogando tutto in quella nuvola di fumo.
Vedo la figura di Lola sfrecciare verso la direzione opposta della mia, correndo velocemente.
Rimango con gli occhi incollati alla sua schiena, finché non la vedo scomparire dietro l'angolo.
Butto il mozzicone della mia amica, nel primo cestino che trovo per la strada che sto percorrendo per arrivare alla mia moto.
Indosso il casco nero, per poi montare sopra alla mia donna. Il classico riccone, avrebbe sfoggiato una macchina lussuosa, ma io non mi sento uguale al resto.
Io non sono ciò che sembro.
Inizio a sfrecciare per le strade di Sydney senza una vera meta, volendo solo schiarirmi le idee.
Quella ragazzina sta occupando la maggior parte della mia coscienza oscura, scuotendomi l'anima schiacciando ogni mio tasto dolente.
Distolgo per un secondo lo sguardo dalla strada e fisso la piccola iniziale tatuata sulla mia mano destra e indurisco la mascella.
S
STAI LEGGENDO
Anime infuocate
ChickLitEra semplicemente ciò che non mi sarei mai aspettata. Era forza, fuoco, buio. Era un uragano dalle dimensioni pazzesche, che riusciva a trascinarmi con sè. Era ciò che mi travolgeva così forte da lasciarmi senza fiato, senza vita. Era ciò che mi po...