𝓗𝐚𝐧𝐚𝐦𝐚𝐤𝐢 𝓣𝐚𝐤𝐚𝐡𝐢𝐫𝐨 + 𝓜𝐚𝐭𝐬𝐮𝐤𝐚𝐰𝐚 𝓘𝐬𝐬𝐞𝐢

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ʀᴀᴅɪᴏᴀᴄᴛɪᴠᴇ - ɪᴍᴀɢɪɴᴇ ᴅʀᴀɢᴏɴs
𝗔𝗨: 𝗽𝗼𝘀𝘁-𝗮𝗽𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶𝘀𝘀𝗲

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Hanamaki si sveglió di colpo, tirandosi a sedere e tossendo, con le lacrime agli occhi.

Accanto a lui, Matsukawa aprí un occhio, allungando una mano per accarezzare il braccio del compagno.

Quando Takahiro riuscí a smettere di tossire, si passó una mano sulla faccia, grattandosi il sopracciglio.

"Questa dannata polvere" si lamentó, passandosi ancora la mano sulla bocca, per non rischiare di soffocare una seconda volta.

Issei rise, sdraiandosi su un fianco per guardare meglio Hanamaki.

"É colpa tua che dormi con la bocca aperta" lo prese in giro, per poi farlo sdraiare nuovamente accanto a lui, abbracciandolo.

"Sei proprio coglione" aggiunse, posando la testa sul petto di Takahiro.

"Mattsun, mi stai ferendo in mille modi diversi" si lamentó il ragazzo, accarezzando i capelli di Issei.

"Cinquanta sfumature di dolore" commentó il ragazzo, alzando lo sguardo per guardare Hanamaki negli occhi.

I due si fissarono per qualche secondo, poi scoppiarono a ridere.

Una volta che la risata si calmó, caló il silenzio. Fuori si poteva sentire il vento e, sebbene i due fossero all'interno di una baracca che stava in piedi per miracolo, si sentirono protetti.

Hanamaki, come ogni volta che si trovava nel silenzio totale, pensó a come erano finiti in quella situazione.

Erano stati avvisati, cinque anni prima, che se la specie umana non avesse iniziato a cambiare stile di vita, avrebbe danneggiato il pianeta in modo irreparabile.

Solo che, c'era da ammetterlo, nessuno si aspettava che sarebbe successo cosí in fretta.

Ripensandoci, Takahiro sentí un senso di colpa formargli un groppo in gola. Tutti avevano pensato 'sí, ma che ci preoccupiamo a fare. Si parla di cinquant'anni da ora. C'é tempo', ma ora, metà della popolazione del mondo era morta per l'incapacità di sopravvivere.

Matsukawa e Takahiro erano stati fortunati. Loro due, alcuni loro compagni dell'Aoba Johsai, pochi ragazzi della Nekoma e della Karasuno aveva formato una squadra e, insieme, erano riusciti a sopravvivere per quei tre anni.

"Ci stai di nuovo pensando, eh?" domandó Issei, posando una mano sulla guancia del compagno, alzandosi leggermente per baciargli il naso.

"Come faccio a non pensarci, Mattsun? Siamo destinati a morire tutti in qualche ann-" il ragazzo venne interrotto da un'improvviso colpo dietro la testa.

"Mamma mia quanto parli" si lamentó Taketora, sedendosi a gambe incrociate vicino a loro. "Se dobbiamo morire almeno facciamolo senza sensi di colpa" continuó, dando un colpo alla spalla di Takahiro.

Matsukawa si mise a sedere, seguito da Hanamaki.

"Come hai fatto a venire qui?" domandó, confuso. Fuori il vento era aumentato, e la baracca dove dormivano i ragazzi della Nekoma era piuttosto lontana da lí.

"Kuroo ha detto che era meglio trovarsi tutti qui, visto che é il posto piú grande. Lui e Kenma sono andati a chiamare Daichi e gli altri. Io, Yaku e Lev siamo venuti qui, invece" spiegó il ragazzo. Spiegazione che non aiutava molto, a dir la veritá.

Infatti, Takahiro aggrottó la fronte.

"Ma ancora non ho capito come siete arrivati fino a qua- ma, aspetta, ho un'altra domanda. Perché Kuroo ha deciso che era meglio trovarsi qui?"

Yamamoto sembró incerto sul da farsi.

"Ve lo spiegheremo quando ci saranno tutti" disse, alzandosi per cercare qualcosa da bere.

Una mezz'ora dopo, erano tutti seduti ad un tavolo che Makki e Mattsun erano riusciti a trovare, imboscato sotto la scala che portava al piano superiore.

"Okay, quindi, la situazione é questa - inizió Kuroo, spostando lo sguardo su ogni ragazzo presente - l'altra sera, mentre tornavamo al nostro accampamento, Lev ha notato qualcosa di strano"

"Del tipo?" domandó Sugawara, grattandosi un sopracciglio. Si era appena fatto mezz'ora di camminata controvento, e ancora non aveva mangiato. Una tragedia.

"Ha visto Yamaguchi, Kunimi e Inuoka" rispose Kenma, continuando a fissare un punto del tavolo.

"Impossibile - esclamó Iwaizumi - sono morti. Da qualche mese, a dirla tutta. Se li sará immaginati"

Lev scosse la testa, tirando fuori una macchina fotografica polaroid, l'unica cosa che era riuscito a portarsi dietro da Tokyo.

"Ho fatto delle foto, dopo averli visti" spiegó, tirando fuori una piccola busta e buttandola sul tavolo.

Oikawa, dubbioso, aprí la busta. Dentro c'erano otto foto.

Nella prima, si vedeva Yamaguchi. Non sembrava stare bene, tuttavia.

Nella seconda, si vedevano i tre ragazzi, tutti nella stessa condizione di Tadashi.

E andavano avanti cosí, Lev non si era avvicinato molto, ma si potevano chiaramente distinguere i tre ragazzi.

"Sono terrificati, grazie Lev" commentó Matsukawa.

"E sta' zitto un po', - borbottó Kuroo - ho altre notizie. Avete presente quei contenitori di sostanze chimiche che il governo nascondeva? Ecco, a quanto pare qualcuno le ha distrutte. Stamattina, nell'aria, hanno iniziato a circolare quelle sostanze..."

Makki inizió a sudare. Non é che aveva respirato quelle sostanze chimiche, poco prima?

"...Ancora non sono arrivate qui, peró" terminó Kuroo, e Hanamaki si sentí meglio.

"Quindi?" chiede Kageyama, stringendo il nodo dei suoi stivali.

"Ve l'ho detto perché al cimitero, invece, tali sostanze chimiche sono arrivate. Magari a contatto con i cadaveri hanno avuto qualche reazione-"

"Fermo lí, Yaku, non vorrai mica dire che sono zombie?" esclamó Yahaba, incrociando le braccia.

Morisuke alzó le spalle.

"Magari siamo arrivati nella nuova era"


rainy days [𝚑𝚚 𝚘𝚜]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora