𝓢𝐚𝐤𝐮𝐬𝐚 𝓚𝐢𝐲𝐨𝐨𝐦𝐢 + 𝓜𝐢𝐲𝐚 𝓐𝐭𝐬𝐮𝐦𝐮

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sʜᴀʀᴇ ʏᴏᴜʀ ᴀᴅᴅʀᴇss - ʙᴇɴ ᴘʟᴀᴛᴛ

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Atsumu sapeva che fosse troppo presto. Da quant'é che erano in squadra assieme? Sei mesi? Sette? Poco, in ogni caso.

Ma piú lo guardava piú non riusciva a toglierselo dalla testa. Il modo in cui schiacciava le sue alzate. I suoi servizi. La sua cazzo di ossessione con il pulito, che gli ricordava cosí tanto il suo vecchio capitano, Kita. Tutto quello gli permetteva di vivere nella sua testa senza dover pagare l'affitto, ma la cosa peggiore, forse, era che a lui andava bene.

Non era mai stato a casa di Sakusa, ma avrebbe voluto comprarne una insieme a lui. O vivere con lui, andava bene qualunque cosa, ora come ora. Voleva stare con lui fino al momento della sua morte.

"Tsumu, Tsumu, io e Sakusa volevamo provare una cosa" disse Bokuto, prima di entrare nella palestra per gli allenamenti.

Il biondo sbatté le palpebre, annuendo, confuso.

"Di che si tratta?"

"Un attacco per coinvolgere anche Shoyo" rispose il ventiquattrenne.

Sakusa apparve dietro di lui, senza la sua solita mascherina, cosa che lo faceva sembrare quasi strano.

Atsumu ci stava mettendo davvero del suo per smettere di inseguire i suoi pensieri che, imperterriti, continuavano a tornare nel bel mezzo dell'allenamento.

"Shoyo!" chiamó, alzando la palla dopo aver osservato velocemente il campo. Dall'altra parte della rete, Kiyoomi saltó a murare, con successo.

Durante tutta la durata dell'allenamento, Atsumu non riuscí a fare neanche un'alzata che non venisse murata. Bokuto e Hinata erano riusciti a segnare qualche punto ingannando il muro, ma quella era stata tutta farina del loro sacco, Atsumu non c'entrava niente.

"Oggi hai fatto un po' schifo, Tsumu Tsumu, c'é da ammetterlo" lo prese in giro Koutaro, dandogli una pacca sulla spalla.

Vedendo che l'altro ragazzo non reagiva, si preoccupó, tirandogli un'altra sventola sulla schiena.

"Su con il morale! Ti rifarai domani!" lo rassicuró, convinto che il problema si trovasse nell'aver fallito tutte le alzate.

Ma Atsumu stava pensando a tutt'altro. L'immagine di suo fratello, Osamu, che si metteva in ginocchio davanti a Suna per chiedergli di sposarlo continuava a ripetersi nella sua testa. Quando i due si erano messi assieme, l'avevano fatta sembrare cosí facile. Ma come poteva fare a liberarsi del nodo che gli si formava alla bocca dello stomaco ogni volta che riusciva a far ridere Sakusa? E a non arrossire ogni volta che l'altro si permetteva di dargli una pacca sulla spalla? O dell'orgoglio che provava ogni volta che Kiyoomi gli faceva un complimento? Facile per quell'apatico di Suna, dichiararsi a quell'altro mezzo insensibile di suo fratello.

"Detesto ammetterlo ma Koutaro ha ragione, Atsumu. Sembravi distratto" borbottó Sakusa, seduto accanto a lui sulla panchina dello spogliatoio.

'Con quale coraggio-' si chiese Atsumu, resistendo all'impulso di coprirsi la faccia con le mani e urlare.

"C'é qualche problema?" aggiunse Sakusa, piegando leggermente la testa di lato. Atsumu notó che si era rimesso la mascherina.

Il suo primo impulso fu quello di scuotere la testa, ridacchiando e scamparsela dicendo qualcosa tipo "sto solo pensando ad una bonacciona che ho visto in una rivista", ma si sentiva male solo a pensarlo. In piú, il sorriso vincente di suo fratello, durante la cena dopo la sua richiesta di matrimonio, continuava a bruciargli in testa. Il modo in cui stava perdendo era inaccettabile, come poteva poi dire di essere stato piú felice di Osamu, se non riusciva neanche a dichiararsi a Sakusa Kiyoomi. Sakusa Kiyoomi, per dio!

rainy days [𝚑𝚚 𝚘𝚜]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora