Capitolo 3

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Prima di entrare in macchina Dario mi abbraccia.
"Sappi che, qualunque cosa succeda, io ci sono sempre per te"
"Grazie..."

Durante il tragitto non parliamo, stiamo in silenzio, un silenzio pieni di tensione.
Dopo due ore di strada siamo all'ospedale.
Corro verso il corridoio in cui mio padre dovrebbe essere.
Lo trovo, mi viene subito in contro.
"Vale...non ce l'ha fatta...La mamma si è spenta mezz'ora fa..."
Sono completamente paralizzata, non riesco a muovere un singolo muscolo.
"Posso vederla per l'ultima volta?"domando.
"Credo di si"
"Dario, vieni pure tu?"Domando al mio migliore amico.
"Si, certo"mi risponde con un filo di voce.

Guardo il volto di mia madre, è spento, non c'è più lei dentro quel corpo.
"Ciao mamma...Ti voglio tanto bene..."dico asciugandomi una lacrima.
Dario intanto mi sta consolando con delle pacche affettuose sulla schiena.
"Scusate, ma ora dovete andare..."dice un' infermiera.
Usciamo da quella stanza.
"Venite a casa?"domanda mio padre.
"Si"

Appena varco la soglia della casa che due giorni fa ho abbandonato, insieme ai miei genitori, mi siedo sul divano a guardare il vuoto.
"Mi dispiace che tu debba assistere a tutta questa angoscia..."dico rivolgendomi a Dario.
"Te l'ho detto e te lo ripeterò, io ci sono sempre per te, in qualsiasi momento"dice abbracciandomi.
"Devi ritornare a Bologna?"gli domando.
"No, dico agli altri che non posso andare a lavoro"
"Se devi lavorare fai pure, credo che starò qua per una settimana"
"Sto con te"
Gli sorrido, è un sorriso un po' tirato, non sono dell'umore giusto, ma è sincero, credo sia questo che conta.
Mi addormento tardi, avevo sonno, ma non riuscivo a dormire.

Dopo due giorni dall'accaduto io, mio padre e Dario eravamo fuori dalla chiesa, per il funerale.
Arrivano parenti, amici, conoscenti che mi abbracciano e sussurrano un :"Mi dispiace" oppure "Condoglianze"
Piango, piango e ancora piango, non mi sono mai dimostrata così debole, vulnerabile, odio questa situazione.

Passano due settimane da tutto questo, Dario è sempre stato vicino a me, oggi ritorniamo a Bologna.
"Ciao papà, qualche volta vieni giù, vero?"
"Si, ovvio"dice lui dandomi una pacca sulla spalla.

Dario's pov
Saliamo in macchina.
"Mi spiace che tu abbia saltato lavoro per queste due settimane"dice lei.
"L'ho fatto volentieri, ti senti un po' meglio?"
"Si, credo..."dice insicura.

Il viaggio passa con le canzoni che passano alla radio di sottofondo, e qualche parola detta fra noi.
Arriviamo a Bologna.
"Vals, io devo andare in studio...Vuoi venire con me o ti porto a casa tua?"
"Vengo con te, voglio distrarmi"dice sorridendomi.
Parcheggio la macchina e entriamo nello studio.
"Ciao regaz"dico io.
"Hey"dicono tutti gli altri.
Nicolas si sta per rivolgere a Valeria, li avevo informati della morte di sua madre.
"No, vi prego, non dite nulla...Fate finta che non sia successo nulla, non voglio più pensarci, insomma...la mia vita procede"dice con gli occhi lucidi.
"Ehm...cosa dobbiamo fare oggi?"chiede Frank, per alleviare la tensione.
"Un salotto, ma siamo disorganizzati...non sappiamo su cosa parlare..."dice Cesare.
"Bah...Idea!Abbiamo qui con noi Valeria!Un salotto su di lei!"esclama Tonno.
"Ne siete proprio sicuri? Non sono un argomento molto interessante"
"Ma si, e poi noi, a parte Dario, non sappiamo molto su te!"dice Nelson.
"Ok, va bene"dice lei roteando gli occhi e accennando un sorriso.

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𝐖𝐡𝐚𝐭 𝐢𝐬 𝐥𝐨𝐯𝐞?- Dario MatassaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora