Era una mattinata strana, di quelle che fin dal risveglio senti qualcosa di bello, non sai perché, ma ogni singolo dettaglio di ogni singola cosa ti rende allegro. Ecco, durò poco. Giusto il tragitto camera-cucina, quando Chuck urlava per il latte freddo e mia mamma disperata con le mani nei capelli e CHARLIE in grembo che invocava l'aiuto di una quattordicenne depressa con mille pensieri per la testa, che poi sarei io.
Fatto questo, me ne andai a scuola con la mia bici scassata... Quando avevo undici anni provai ad "apportare delle modifiche", fallimento.
*
Nell'esatto momento in cui varcai la soglia della scuola, mi ricordai che non avevo studiato niente. E con la mia fortuna avrei scommesso che avrebbe scelto proprio me. Entrai in classe come mio solito, senza farmi norare, in silenzio. Mentre tutti gli altri facevano bordello, io ero l'unica in silenzio. Mi sono detta: vedrà che sono brava e tranquilla, per oggi mi risparmierà, sicuro.
E invece...
"Elizabeth Woolridge Grant, alla cattedra. ".
Ero l'unica zitta, mi aveva notata, e aveva scelto me. Che stupida.
"Si, Mrs. Gale"
Ero pallida in viso.
"Dimmi tutto quello che sai dell'unità che c'era da studiare per oggi."
Gli altri continuavano a fare casino, il che mi aiutava si e no. Perlomeno non mi sentivano.
Scena muta.
La prof mi prese un gomito, tirandomi giù lentamente e avvicinandosi a me disse:
"Lizzy, ho visto che non hai studiato, lo sai che è molto importante che tu studi, vero? Ti ricordo che ci sarà un test fra meno di due settimane. "
"Si, lo ricordo."
"Dai, per oggi ti faccio passare, ma prometti di studiare. "
"Certo mrs. Gale!"
Avevo la luce negli occhi. La signorina Gale è una grande. La stimo davvero molto.
*
Suonò la campanella, era ora di uscire.
All'uscita quella stronza di Judy (che sarebbe quella troppo simile ma diversa) mi guardò da cima a fondo come se fossi un'aliena, ero stufa, andai da lei, la presi per un braccio grossolanamente e...