"E tu che cazzo vuoi?!" Chiese con una voce isterica Judy.
"Ma tu al massimo cosa vuoi. Mi guardi da quando siamo usciti, hai qualche problema?"
"Si."
"Mi fai talmente schifo che non so. Ti guardavo, punto."
Ripeté lei.
Le presi la coda di cavallo, la strattonai, e le tirai un pugno nello stomaco.
Lei iniziò a picchiare duro sulla mia faccia, mentre io la riempivo di calci. Alla fine, successe che tornai a casa con un occhio nero e il labbro spaccato.
Ogni tanto tirava colpi a vuoto, non so se per il dolore o perché era fatta come una merda.
*
Quando fui di ritorno a casa, per mia fortuna, ricevetti una sorpresa che mi cambiò la giornata. CHARLIE stava per nascere.
Ma non era ancora arrivato il momento, però non dovrebbe essere bello per Charlie, voglio dire: la prima volta che vedi tua sorella maggiore, ha la faccia a pezzi. Wow. Bello.
Trovai nel frigo un trancio di pizza, era freddo ma vabbè.
*
Prima di andare a dormire, presi il mio cellulare. 14 nuovi messaggi. Erano di ragazzi e ragazze della scuola, che si complimentavano con me per la rissa e per il fatto che Judy sta malissimo. Oh ma poverina principessina Judy, ti sei fatta la bua?
E sti deficienti che le danno ancora ragione. Aveva solo da non istigarmi, punto.
Però mi sentivo lontana di miglia da ognuno di loro. Non era una bella sensazione.
Se non fosse stato per il mio orgoglio, mi sarei tagliata le vene. Ma io sono superiore a queste cose. Io posso.
Andai a dormire.
*
Mi svegliai alle 7.15, mi alzai, feci colazione per me e per Chuck, e squillò il telefono.
Era papà Rob e mi disse con queste precise parole: "CHARLIE. È. NATO." CHARLIE. CHARLIE. CHARLIE. VITTORIA. CHARLIE.
E non avevo nemmeno corrotto Chuck.
Comunque, decisi di non andare a scuola, presi Chuck, la sua bici a rotelle, la mia e andammo all'ospedale.
*
Era una palla rosa, aveva gli occhi verdi.
Mentre andai a prendere una lattina di soda al distributore automatico, incontrai Judy. Wow. L'avevano ricoverata.
"Ciao, Elizabeth. "
"Ciao Juditta. Ah no, ti chiami Judy e basta. Ciao Judy e basta."
Dissi con un sorrisetto sarcastico.
"Sono qui per le tue botte, contenta?"
"Poco danno"
Me ne andai.
Era all'ospedale perché l'ho picchiata. Non ci credo, non l'ho picchiata neanche tanto forte. Boh, non è possibile.
Chiesi ad un infermiera se era stata ricoverata per traumi e robe varie.
"No, è stata ricoverata per...