IV

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«Secondo me sarà uno muscoloso e senza cervello!»

«NO! Sarà tisico come Yoongi, però mille volte più gnocco.»

«E se fosse un bruttone che starà al pc tutto il giorno?!»

«Ehi ehi, ho sentito il mio nome. Come osate pronunciarlo in mia assenza?» esordì Yoongi sedendosi a tavola con il suo piatto di pasta.
«Poi di cosa stareste parlando?»

«Ah ah. Hyung sei proprio spiritoso, aspetta che ti bacio anche il culo, ora.» ironizzó Jungkook intento a mangiare.

«Stavamo immaginando il ragazzo nuovo.» rispose Taehyung alla domanda di Yoongi.

«Ragazzo nuovo? Non ne sapevo nulla.»
Wow che allegria, dovró convivere con un altro inutile essere.

«Si è arrivato poco fa, ora starà in camera sua.» disse Jungkook distratto, stava lanciando occhiatacce a Taehyung che gli rubava le patatine. «Vallo a trovare, magari va a finire che ti piace.»

«Si certo, mi piacerà meno di quanto mi piacete voi.» Yoongi da una parte davvero non li sopportava. Erano fastidiosi e irritanti. Almeno erano buoni 'amici' se così li poteva definire.

Taehyung si alzó di scatto, puntandogli un dito contro «Allora hai ammesso che ti piacciamo!» per poi iniziare a saltarellare «Lo sapevo, lo sapevo!!»

«Finiscila, sei un cacciatore, non una femminuccia.» lo rimproveró Yoongi, alzandosi per andare in camera. Aveva proprio bisogno di un sonnellino, giusto per riprendere le energie che non aveva perso.

«Hyung, vai dal nuovo?! Vacci piano, mi raccomando, per lui sarà la prima volta!» urlò Jungkook per nulla scomponendosi.
Come risposta ebbe un'alzata di dito medio. Quei ragazzi erano piccoli e ancora dovevano imparare molto. Eppure erano già maturi e stupidi per fare allusioni sessuali, per di più, rivolte ad una persona più grande.
Irriverenti.

Yoongi velocizzó il passo, voleva solo riposarsi in pace, senza ragazzini tra le scatole.
S'infiló lungo il corridoio principale illuminato dalle grandi vetrate. L'istituto era molto grande, anche se non troppo a confronto con quegli più importanti.
Non vi erano molti ragazzi che vi alloggiavano, spesso vi si recavano solo per allenarsi o per organizzare alcune missioni.

Il ragazzo continuó a camminare tra il silenzio più assoluto, sul quel corridoio non c'era anima viva.
Il nulla incombeva insistente.
Si potevano udire unicamente i suoi passi per colpa dei pesanti anfibi.

Un lieve suono entró nell'orecchio da cacciatore del ragazzo. Si giró velocemente, cercando di percepire da dove provenisse. Non c'era nessuno nei paraggi, così pensò fosse solo la stanchezza che faceva brutti scherzi.
Mise una mano sulla maniglia della porta della sua camera, quando udì nuovamente quel suono.

Erano dei campanellini.
Non sapeva dire se potesse essere un braccialetto o dei campanellini attaccati al collare di qualche gatto.

Quel tintinnio continuó a rimbombargli nella testa, anche quanso si buttó sul letto ancora sfatto, per poi addormentarsi profondamente.

Come pulviscolo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora