II

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«Yoongi, sono le cinque e abbiamo una missione, alzati.» Hoseok scosse leggermente il parabatai.
Non era proprio una missione, dovevano solo andare a controllare la zona lungo la costa. Essendo essa molto lontana, però, si svegliarono presto.
«Cinque minuti.» Yoongi si voltò verso la parete, dando le spalle all'amico.
Il che lo innervosì e si diresse verso il bagno.

Il silenzio venne rotto da un frastuono creato da dell'acqua.
«Ma sei uN PAZZO MANIACO, MI ROVINI I CAPELLI COSÌ.» ulró l'ormai sveglio Yoongi.
«Ma se stavi dormendo e i tuoi capelli facevano già schifo...» Hoseok era un santo.
«TI HO GIÀ DETTO MILLE VOLTE DI NON METTERE LA PAROLA 'SCHIFO' IN UNA FRASE DOVE TI RIFERISCI AL SOTTOSCRITTO.» ormai era sgusciato dal letto e teneva un sopracciglio alzato. Era serio, veramente.
«Sisisi, bla bla. Asciugati, vestiti e scendi. Ti aspetto alle moto.» disse Hoseok dirigendosi al piano inferiore.

«Ma... Non c'è più religione.
Santo Raziel, aiutami tu.» Yoongi pregó l'angelo, alzando al cielo le braccia, come ad aspettare un miracolo.
Poi si vestí pigramente e raggiunse il parabatai.

«Appena finiamo ti ucciderò. Non mi hai dato nemmeno il tempo di fare colazione. Mentre venivo qui ho visto un invitante cornetto alla crema che mi guardava, poggiato sul tavolo e mi stava implorando di mangiarlo.» sbuffó Yoongi rivolto ad Hoseok, mettendosi il casco nero.
Amava mangiare e Hoseok lo sapeva fin troppo bene.
Era crudele quel ragazzo, a dire di Yoongi.

«Ma finiscila, non fare il drammatico. Ringraziami, almeno perderai quella pancetta che ti ritrovi.» alzó la voce, a causa del rumore del motore delle moto accesse.

Dopo una ventina di minuti arrivarono in un paesino vicino il mare, era quello il luogo che dovevano controllare. A quanto pare c'era stata una segnalazione anomala di una persona anonima.

I due ragazzi lasciarono le moto all'entrata della via principale. A quanto pare quel luogo non era parecchio abitato, perciò avanzarono con prudenza, anche se abbastanza tranquilli.

Ogni tanto vedevano qualche vecchietto o dei bambini, si trattava comunque di mondani. Non si preoccuparono e continuarono a a controllare la zona. Il paesino era antico, si notava subito. Vi erano tantissime stradine e cunicoli. Gli edifici erano fatti da pietre vecchiotte e non vi era il minimo cenno di modernità o di dispositivi elettronici.

Rimasero in silenzio per tutto il tempo, essendo concentrati.
In seguito, arrivati ad un'ampia piazza Hoseok parló «Mi sembra strano. Non c'è nessun problema e nemmeno attività demoniaca. Perché ci avrebbero dovuto chiamare?» poi si buttó su una panchina, vicino all'amico. «Non lo so e non mi interessa. Mi hanno fatto venire qui di prima mattina e non c'è nemmeno qualcosa da distruggere o uccidere. Ora mi metto a dormire, guarda un po' te.» disse Yoongi per poi poggiare la testa alla panchina e chiudere gli occhi.

«Dai stupido, andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia. Intanto chiamo l'istituto.» Hoseok ormai si era avviato.
«Spiaggia?» Yoongi aprì un occhio in cerca dell'amico «Hoseok lo sai cHE LA SALSEDINE ED IO NON ANDIAMO D'ACCORDO.» urló per poi alzarsi, già irritato.

«STAI ZITTO E CAMMINA, NON TI SOPPORTO PIÙ!» sbraitó Hoseok furioso. Aver a che fare con Yoongi era veramente complicato, come trattare un bambino. Andó avanti non preoccupandosi per l'altro. Sapeva che l'avrebbe seguito come un cagnolino. Sarebbe arrivato molto dopo, dato che a dire suo "correndo si sprecano troppe energie preziose che potrebbero servire per mangiare".

Più si avvicinava ad Hoseok e quindi al mare e più Yoongi avvertiva una pressione nella parte del corpo in cui si trovava la strana runa. Stava facendo male, ma face finta di nulla. Hobi non lo avrebbe mai dovuto sapere, per nessun motivo.

Come pulviscolo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora