"Il complesso della mente umana é uno dei misteri più affascinanti e complicati dell'universo...".
Così citava il libro di psicologia di Chelsea.
Le era sempre piaciuta quella materia.
La aiutava a capire se stessa.
Perché a volte nemmeno lei ci riusciva.
Era come se le parole del testo le penetrassero a forza nel cervello per poi imprimersi nella sua mente.
Era orribile.
Sospiró e chiuse il libro rovinato, posandolo sulla coperta sdrucita.
Chelsea era complicata, e lo sapeva.
Era stronza, e lo sapeva.
Era acida, e lo sapeva.
Si vestiva sempre di nero, e lo sapeva.
Ascoltava solo gli Arctic Monkeys, e lo sapeva.
Odiava tutto e tutti, compreso suo fratello, e lo sapeva.
Si prese il volto tra le mani.
Era sola, e lo sapeva.
Ma quanti segreti sarebbe riuscita a mantenere dentro di sé?
Non lo voleva sapere.
***
Ashton camminava svelto sulla via per l'indirizzo del foglietto.
Riverside Bucket.
Quel nome gli galleggiava pigramente nel cervello.
Quando raggiunse il numero 67 inspiró e si passó una mano tra i ricci indomati.
Se era uno scherzo lo avrebbe scoperto subito.
Guardó oltre la via e scorse un vecchio capannone in disuso, così malandato e fatiscente che si confondeva con il grigiore del paesaggio.
Piantó i piedi per terra, ma si costrinse ad avanzare.
L'oscurità lo avvolgeva come un lenzuolo mentre metteva un passo dopo l'altro nel bronx.
All'improvviso una mano forte e callosa lo tiró in un angolo, stringendogli il polso.
Ashton sussultó e si voltó di scatto per mettere a fuoco la sagoma sconosciuta.
Davanti agli occhi gli apparve la figura massiccia di Calum.
Respiró sollevato e incroció le braccia al petto.
"Perché mi hai fatto veni..".
Calum si portò un dito alle labbra e gli fece cenno di seguirlo.
Ashton sbuffó ma lo seguì comunque dietro una porta di servizio mezza sfondata.
Si ritrovarono in un ampio spazio ricavato dal capannone in cui si accatastavano decine di scatole rotte.
Calum si muoveva cauto, controllando a ogni svolta che nessuno li seguisse.
Quando finalmente si fu accertato che l'area era sgombra, si sedette su un vecchio pezzo di metallo accartocciato.
Ashton aspettava paziente.
"Irwin devi ascoltarmi".
Inizió il moro, ma l'altro lo interruppe.
"Non ho fatto niente a tua sorella".
Disse tutto d'un fiato, nel caso a Calum fosse venuta la brillante idea di pestarlo.
Il ragazzo curvó gli angoli della bocca all'insù e si spostó i capelli corvini dalla fronte.
"Lo so".
Rispose semplicemente.
"E allora di cosa devi parlarmi?".
Chiese Ashton spazientito.
Calum sospiró e intrecció le mani in grembo.
"Devi stare attento. Tu sei diverso da tutti.
In senso.. buono più o meno...".
Disse poco convinto e le sue guance si tinsero di rosa sotto lo sguardo interrogativo di Ashton.
"Quello che sto cercando di dirti, insomma, é di non entrare nella Dirt".
Disse tutto d'un fiato.
Ashton spalancó gli occhi.
"La... che?".
Domandó confuso.
"La Dirt. Scoprirai cos'é nei prossimi giorni. Ti arriveranno diverse richieste di.. affiliazione".
Concluse alzandosi.
"E sapranno come convincerti, offrendoti ogni genere di cosa, ma tu devi rifiutare".
Il suo tono era tagliente.
"Perché me lo hai detto? Non capisco cosa ti importi di me?".
Il riccio era francamente incazzato.
"Non capisci, Ashton. Tu a loro servi.
Saresti un'ottima talpa. Dammi retta, rifiuta qualsiasi richiesta ti arriverà".
Insistette Calum infervorato.
"Non capisco ancora cosa c'entri tu..".
Borbottó l'altro a mezza voce.
Calum sorrise amaramente.
"É una guerra tra bande, Irwin.
Tu non farai parte né della mia, né di quella di Luke".
Sputó il suo nome con tale veleno che Ashton intuì fosse il biondino della mattina.
Restarono in silenzio per un po', le parole appena dette aleggiavano nell'aria come fumo.
"Perché qui?".
Chiese Ashton rompendo il loro stato di trance.
"Mi tengono d'occhio".
Rispose mestamente Calum.
Ashton si sentì in dovere di fare il cazzone.
Era appena arrivato e già gli ordinavano di non fare qualcosa.
Come se non sapesse cavarsela da solo.
Fanculo.
"E se non volessi ascoltarti?".
Ribatté sprezzante.
Calum per tutta risposta sorrise di un sorriso furbo.
"A quello ci pensa Chelsea, tranquillo".
Rispose.
"Tua sorella..?".
Chiese Ashton sconvolto.
"Non morde mica".
Ribatté il corvino ridacchiando.
"Potrebbe fare peggio".
Ashton non sapeva da dove gli usciva tutto quel coraggio.
Doveva essere parecchio incazzato.
Calum si irrigidì e puntó i suoi occhi di pece in quelli verdi del riccio.
"Non tirare troppo la corda, Irwin".
Angolo Autrice:
Spero che il capitolo vi piaccia e non ci siano errori ❤ :).
Lo so che vi stareste chiedendo un po' di cose, tipo cos'é la Dirt, ma pazienza che poi verranno le spiegazioni hahaha :)
Kiss :*
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Incomplete|| Ashton Irwin||
Teen FictionIl moro guardò attentamente negli occhi della ragazza. Due pozze nere,prive di qualsiasi calore. Tetre,oscure. Il buio al confronto impallidiva.