Ashton mosse piano le palpebre, sembrava fossero diventate di pietra nel corso del suo lungo sonno.
Gemette piano ricordandosi del calco della pistola che si abbatteva con forza sulla sua nuca, e tastò piano con i polpastrelli il retro del capo, dove avvertì un leggero rigonfiamento.
"Perfetto".
Sbuffò dolorante, la testa gli pulsava in milioni di piccole rintronanze.
"Sta' fermo, non vedi il livido che ti si é formato?".
Gli intimò una voce sfocata.
Lentamente riuscì a distinguere macchie dai contorni nebulosi e indistinti, prima di mettere a fuoco il viso concentrato di Chelsea, china su di lui.
"Come ci sono arrivato qui?".
Biasció con un filo di voce.
La ragazza sbuffò scocciata alzandosi dalla sedia scassata su cui si era appoggiata.
"Bel ringraziamento, il tuo. Ti salvo il culo da qualcuno che ti avrebbe crivellato di buchi e tu appena ti svegli mi sai dire solo 'come sono arrivato qui'?".
Ashton stette a guardarla confuso per un attimo prima di curvare gli angoli della bocca in un sorriso amaro.
"Faccio proprio pena, avevi ragione. Non so neanche pararmi il culo da solo".
Chelsea sorrise inumidendosi le labbra con la lingua.
"Eri disarmato e Luke aveva una pistola.
Sfido chiunque a difendersi".
"Grazie comunque. Sono in debito con te".
Ashton chinó il capo imbarazzato, le guance tinte di un profondo rosso.
Chelsea sventolò le mani in aria e scosse la testa.
"É a posto, non preoccuparti, ti devo fare da cane da guardia comunque".
Il moro era sul punto di rivelarle la chiacchierata con Charlotte, ma stette zitto. L'istinto gli imponeva di tacere, non potendo prevedere la reazione di Chelsea.
"Va bene. Visto che mi devi fare da cane da guardia mi sdebiteró lo stesso.
Sei una ragazza, a tutte le ragazze piace essere invitate a uscire".
Sorrise innocentemente alla mora.
"Uhmm... no, io non faccio parte di quel 'tutte'".
Rispose lei incrociando le braccia al petto e scoccandogli un'occhiata velenosa.
"Non vuoi che me ne vada in giro da solo, giusto? Potrebbe succedermi qualsiasi cosa..".
La stuzzicó socchiudendo gli occhi ambrati.
"Non lo faresti, sei debole, non stupido".
Ribatté lei riducendo gli occhi a due fessure.
Ashton fece spallucce.
"Che io ci sia o non ci sia a nessuno cambia niente".
Chelsea lo guardò compassionevole.
"So cosa si prova. É per questo che accetterò il tuo invito".
Gli strizzò l'occhio uscendo dalla stanza, gli anfibi che risuonavano nel salone vuoto.
Ashton piombò nuovamente nel sonno,
le labbra distese in un sorriso rilassato. All'improvviso il mondo non faceva tanto schifo.
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"Stai fumando come un turco, sappilo".
Michael lanció un'occhiata sbilenca a Luke immerso in una nuvola di fumo grigiastro.
"Non me ne fotte un cazzo. Io lo ammazzo, lo giuro. L'ha scampata una volta, la seconda non sbaglio".
Il biondo passò la canna a Michael che annuì pensieroso aspirando il fumo.
"Dovresti puntare a qualcos'altro, secondo me. Chelsea Hood non é più appetibile, devi comprenderlo. Sei talmente malato di lei che finirà per controllarti, un burattino nelle sue mani di Circe".
Luke abbassò lo sguardo,cupo, l'azzurro dei suoi occhi sostituito da un grigio lattiginoso.
"E pensare che solo qualche mese fa era mia...".
Disse, più rivolto a se stesso che a Michael.
L'altro buttó fuori il fumo e schioccò la lingua in un verso di disapprovazione.
"Era, hai detto bene. Quindi vedi di concentrarti sulla merce da procurare qui alla Dirt e non a ragazze che per te sono irragiungibili. Credi che non sappia della vostra guerriciola con Calum?".
Sputò Michael scrollandosi la cenere di dosso.
"Come posso concentrarmi se anche lei sta alla Dirt?".
Scattó Luke passando delicatamente l'indice sul piercing al labbro.
Michael scrollò le spalle, gli occhi arrossati per il fumo eccessivo.
"Vedi di riuscirci. La mia società deve andare avanti, in un modo o nell'altro".
La bocca di Luke si curvó in un sorriso furbo, gli occhi scintillanti dalla lussuria.
"É contro i nostri ideali andare da ragazzine di 14 anni?".
Chiese con finta noncuranza, le dita che tamburellavano con impazienza sul tavolo.
"Ma che cazzo di domande fai? Fai quel cazzo che ti pare, quando ti pare, basta che mi procuri la merce. Non la reggo un'altra settimana così".
Michael si allontanó barcollando dalla sala impregnata di fumo, Luke seguì la sua figura finché non scomparve inghiottita dal buio.
Estrasse un foglio spiegazzato dalla tasca e scribacchió in fretta e furia solo un nome.
Charity Hood
Hola people :)
Scusate la luuunga assenza, volevo dirvi: 1) aggiorneró quando questo capitolo raggiungerà almeno 4 commenti :) 2) passate dalla mia nuova storia Psycho Stalker||Michael Clifford||||Vittoria xxx
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Incomplete|| Ashton Irwin||
Teen FictionIl moro guardò attentamente negli occhi della ragazza. Due pozze nere,prive di qualsiasi calore. Tetre,oscure. Il buio al confronto impallidiva.