Per fortuna Ellen non sognò e passò una meravigliosa notte riposando e rinvigorendo ogni singola cellula del suo corpo.
Sarebbe stata una giornata impegnativa in quanto lei e Bruce sarebbero dovuti andare a fare i test per essere ammessi al progetto del A.C.P.Ellen la sera prima si era puntata la sveglia verso le 6, quasi un'ora prima della sveglia generale e prima che la governante si svegliasse.
In tal modo lei e Bruce sarebbero potuti sgattaiolare via ed essere di ritorno per l'ora di pranzo.
Una volta che la sveglia suonò irritante da sotto il cuscino si alzò e andò a chiamare Bruce, il quale dormiva come un facocero morto e svegliarlo fu un'ardua impresa.Entrambi si prepararono di corsa e in punta di piedi si diressero verso l'uscita. A ogni passo le assi di legno del vecchio pavimento cigolavano e a ogni rumore il cuore di Ellen si stringeva in una morsa.
Quando arrivarono Ellen fece un gran sospiro di sollievo, pensò che quel giorno la fortuna le stava proprio sorridendo.
Ma il piacevole pensiero fu bruscamente interrotto da una botta, Il cuore le si fermò e un brivido di paura le percosse l'esile corpo.
Quell'idiota di Bruce aveva urtato una lampada facendola cadere. Ellen si voltò e lo folgorò con lo sguardo.
– Ma dio santo Bruce ! – sussurrò e il ragazzo la guardò imbarazzato, stava per dirle qualcosa quando sentirono il vecchio legno delle scale cigolare, e questa volta non a causa dei loro passi attenti, o meglio dei suoi passi attenti.
Ellen si sentì tremare le gambe e per qualche secondo le mancò il respiro.
Non poteva finire tutto in quel modo.
Ellen sperò con tutta se stessa che non fosse la governante. In quel caso sarebbero stati nei guai. Odiava essere disturbata a maggior ragione mentre riposava. Se avesse avuto pietà c'è ne saremmo usciti solamente con qualche livido.All'orfanotrofio non c'erano regole molto rigide, sostanzialmente potevano fare quello che più gli andava, erano abbandonati a loro stessi. I bambini come loro contavano meno di formiche nell'immensa Nowy. I fondi che gli arrivavano per il cibo e i vestiti erano insufficienti, le condizioni igieniche in cui erano costretti a vivere erano misere, vergognose. Quando loro piccoli insetti, sporchi e magari osavano uscire da quelle mura della disperazione erano guardati con ribrezzo, quasi odio come se fosse colpa loro se erano costretti a quella vita. Ad Ellen venne in mente la storia di Georgina, una bimba che pochi anni prima spari nel nulla come se fosse stata inghiottita dal vortice di indifferenza che la città gli riversava a dosso. Nessuno, nemmeno una singola anima aveva sprecato soldi o tempo per cercarla, per nessuno lei era davvero importante. Un ondata di tristezza la investì.
Se soltanto il loro piano fosse andato come previsto non ci sarebbero stati problemi in quanto probabilmente nessuno si sarebbe accorto della loro scomparsa .
Non erano così importanti anzi tutto l'opposto.Finalmente colui che aveva provocato quei suoni minacciosi si mostrò.
Tutta l'ansia svanì appena videro il piccolo Chuck, un bambino dell'orfanotrofio.–Chucky che ci fai sveglio a quest'ora ?–chiese Ellen, con aria da rimprovero.
– Ho sentito un rumore strano e mi sono svegliato. Voi che ci fate qui ? –
I ragazzi si guardarono per un istante poi Ellen prese la parola– Chuck, se vai a dormire e fai silenzio ! se fai come dico ti portiamo le ciambelle, sono le tue preferite, no ? – sussurrò Ellen cercando di sembrare il più autorevole possibile e per fortuna funzionò.
Il ragazzino rivolse uno sguardo compiaciuto poi si voltò e ritornò da dove era venuto.Ellen e Bruce, invece dopo aver rialzato la lampada si catapultarono fuori per evitare altri inconvenienti.
Camminarono per un po' in silenzio nella fredda Nowy guardando le prime luci dell'Alba che scacciavano l'oscurità dal cielo, colorandolo con stupende tonalità di arancione.
Le luci dei lampioni cominciavano a spegnersi e gli spazzaneve lavoravano per rendere le strade accessibili, qualche mendicante sistemava le proprie bancarelle sugli ampi marciapiedi ai piedi dei maestosi grattaceli. Nessuno si metteva dinanzi alle casuole, di certo chi ci abitava non aveva soldi da spendere.
Un silenzio tombale dominava la grande città, non c'era musica, non c'erano le voci delle persone che di giorno riempivano le strade, solo il leggero ronzio degli spazzaneve. La notte e la mattina presto Nowy sembrava una città fantasma.
Ellen pensò a tante cose durante il tragitto. Aveva una strana sensazione...un presentimento. Qualcosa le diceva che stava facendo la cosa giusta, che avrebbe probabilmente trovato il suo destino.
Sperò con tutta se stessa, con ogni cellula del suo corpo che fosse vero e non si stesse soltanto illudendo di trovare finalmente la luce in quel mondo tenebroso.
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Endori
Science Fiction|| MOLTE COSE SONO ANCORA DA RIVEDERE || ❗️TUTTI I DIRITTI RISERVATI ❗️ Ero sola nell'immensità dell'universo, senza passato, senza un futuro, solo con un incerto presente; la mia vita è stata un errare alla ricerca del mio destino. -Ellen Ellen e...