CAPITOLO 3

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Il signore si schiarì la voce e disse:
– Bene ragazzi. Congratulazioni. Siete passati. Tornate qui alle 18:30. Salutate i vostri cari, purtroppo passerà un po' di tempo prima che possiate rivederli. –
L'uomo che parlò scandì bene ogni singola parola come se il fatto che i ragazzi capissero bene fosse questione di vita o di morte.

Ellen e Bruce tornarono all'orfanotrofio e prima di salire a preparare le valige diedero le ciambelle a Chuck.

Ellen mise in uno zainetto tutto quello che aveva, che poi si trattava solo di qualche vestito vecchio, un libro che le aveva regalato Bruce, un po' di soldi e...e basta. Il fatto di non avere praticamente nulla le fece ricordare quanto fosse sola, e a pensarci bene la colpa era anche sua. All'orfanotrofio era riuscita a fare amicizia solo con Bruce, e anche se gli altri cercavano di avvicinarla, lei continuava a respingere tutti come se il solo fatto di fare amicizia con qualcuno potesse farla a pezzi, poche persone riuscivano ad incuriosirla. Cercava qualcuno che riuscisse a farle dimenticare, anche per pochi secondi, la voragine che si portava dentro, e solo Bruce ci riusciva perfettamente. Era il suo migliore amico e gli voleva bene nonostante non lo dimostrasse praticamente mai, le smancerie non facevano per lei. Allontanava persino le famiglie che venivano a vedere i bambini, le quali  puntualmente non la sceglievano mai a causa del suo carattere scorbutico. La governante le ripeteva con una frequenza snervante che sembrava un cane bastonato.

Una volta ricongiunta con l'amico, andarono a salutare la governante, anche se si comportava sempre da iena allampata, si era comunque presa cura di loro, o meglio dire, aveva evitato che morissero di fame o di freddo. Giunsero nello studio e Bruce cominciò a parlare:

– Scusi per il disturbo signora, volevamo informarla che stiamo per lasciare  l'orfanotrofio.–

–Non ci posso credere. –disse sorpresa. Si alzò gli occhiali, li scrutò da testa a piedi poi continuò a parlare
– Voi luridi buoni a nulla avete davvero trovato una sistemazione prima di essere buttati fuori a calci!? –chiese con un tono che si avvicinava molto lontanamente  al sarcasmo.

– Beh, si, signora. Se non le dispiace, noi ci dileguiamo. – rispose Ellen

– Arrivederci ! –aggiunse Bruce mentre entrambi si diressero verso la porta. Mentre stavano per uscire la governante li chiamò

– Ragazzi ! – i due si girarono ma prima di parlare l'anziana gli sorrise. Ellen non ricordava l'ultima volta che aveva visto la governante sorridere, era arrivata a pensare che non ne fosse capace.

–Buona fortuna.–disse e i due si guardarono allibiti e poi risposero in coro:

– Grazie ! –"Allora forse un po' ci tiene" pensò Ellen .

La ragazza nonostante molte volte avrebbe voluto fulminarla, provava affetto per l'anziana. Fu felice dell'ultimo saluto, e un'improvvisa carica per il futuro le invase il petto. Prima di chiudersi le porte di quel porcile alle spalle Ellen diede un'ultima occhiata a quell'entrata che con un po' di fortuna non avrebbe più visto, lasciò per l'ultima volta che l'odore acre di quel postaccio gli riempisse le narici e finalmente si allontanò dal suo passato sperando di non doverci più mettere piede.  Si incamminarono verso la sede del A.C.P. Ellen provava un misto di emozioni: gioia, paura, ansia. La sua vita stava per cambiare e lei non sapeva se questo cambiamento le avrebbe finalmente regalato il suo destino o glielo avrebbe strappato via per sempre. A dirla tutta ormai, non aveva molta scelta e si fidava ciecamente del suo istinto che le stava gridando silenziosamente che quella era la cosa giusta .

Arrivati davanti all'edificio di vetro Bruce e Ellen si diedero uno sguardo per incoraggiarsi a vicenda ed entrarono. La sala d'attesa che la mattina era piena zeppa di gente, era spaventosamente vuota e si notava solamente un uomo seduto su una poltrona. Ellen riuscì a scorgere pochi dettagli, era abbastanza avanti con l'età, non poteva avere meno di 50 anni, possedeva una lucida testa pelata ma gli occhi cadevano su una grossa cicatrice che gli segnava la fronte.
L'uomo aveva la testa bassa sul cellulare ed era talmente intento a smanettare che non li vide arrivare. Ellen notava molta gente ipnotizzata da quelle scatolette luminose, non ne capiva il motivo. D'altronde come poteva, non ne aveva mai avuto uno. Bruce si avvicinò al signore, stava per dirgli qualcosa quando l'uomo prese la parola.

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