Chapter III.

2.3K 134 47
                                    

Perrie asciugò soddisfatta la bocca e osservò il ragazzo di fronte a sé, ansimante e sorridente.

Gli lasciò un bacio veloce a fior di labbra e si alzò, dirigendosi a passo felpato fuori dal bagno.

Niall mimò un ‘wow’ e si alzò velocemente la cerniera, seguendola di nuovo dentro la sala.

Erano quasi le tre di notte e il locale era così colmo di gente che aveva paura di non riuscire a trovare i suoi amici ed era certo che sarebbe rimasto lì, magari con Perrie.

Quella ragazza ci sapeva veramente fare, da qualunque punto di vista.

Ed era pure bella.

Assomigliava a un angelo nero di Victoria’s Secret, e anche se non aveva quella figura anoressica come loro, aveva un corpo meraviglioso, tondo e morbido al punto giusto.

Sapeva che era fidanzata, da quelle parti tutti conoscevano lei e il suo ‘amore’, ma sapeva anche che, se a lei non importava, nemmeno a lui importava.

Tantomeno a Zayn.

Se fosse stato gay, ci avrebbe fatto su un pensierino.

Non per nulla Harry gli aveva dato il soprannome di ‘Nello er puttanello’, salvandolo perfino in rubrica così.

Ma sai che bella figura, se in un luogo pubblico ti squilla il telefono- poggiato a caso su un tavolo- e tutti vedono il display illuminarsi con ‘Nello er Puttanello’, come glielo spieghi?

Niall rise rumorosamente, beandosi del fatto che nessuno avrebbe potuto sentire la sua fragorosa risata con tutto quel frastuono e tornò in giro cercando il suo amico riccio.

Sapeva che domattina l’avrebbe ucciso per averlo portato qui e che adesso avrebbe atteso con le braccia incrociate ad un angolo della sala, ma era troppo euforico per pensarci.

Ad un angolo della sala trovò Liam, seduto a un tavolo e intento a passare uno spinello a un gruppo di ragazzini del luogo, visibilmente esagitato e soddisfatto di sé.

Uno andato, ne restavano altri due, e lei.

Passò in mezzo un gruppo di persone spingendoli via bruscamente e ignorando i loro miseri insulti in francese- che gli ricordava l’arabo stretto, così- e girò l’angolo, trovando davanti a sé una scena che mai in vita sua si sarebbe aspettato di vedere.

Ok, conosceva Harry e i suoi ‘strani desideri’ da anni, ma non aveva mai pensato che avrebbe avuto il coraggio di realizzarne almeno uno, erano terribilmente imbarazzanti per qualunque persona sana di mente.

Ah, giusto, non per Harry Styles.

Guidava un trenino di gente ubriaca girando in cerchio, agitando le braccia, ululando allegramente e di tanto in tanto ancheggiando in direzione di Louis.

Portava un boa giallo-fucsia fosforescente al collo ed era rimasto senza camicia- nessuno voleva sapere dov’era andata e come ci era arrivata- rivelando un petto muscoloso, tatuato e.. graffiato.

Niall, viens ici!” gli urlò appena incrociò il suo sguardo e mandò un bacio volante.

Il biondo girò la testa dall’altro e grattò il mento timidamente, sperando che nessuno lo riconoscesse e si chiedesse quale tipo di gente frequentasse.

Sapeva che Harry parlava francese solo in poche occasioni: sul luogo di lavoro- se era strettamente necessario- per insultare qualcuno e quando era ubriaco.

Evento capitato solo tre volte lungo il corso della loro amicizia: al compleanno dell’irlandese di due anni fa, quando il ragazzo aveva alzato leggermente il gomito e aveva finito per addormentarsi su un tavolinetto del giardino abbracciato a una confezione di senape, predicando la fine del mondo per tutti e innaffiando le piante alle quattro del mattino; alla festa per il diploma di Gemma, quando aveva flirtato col suo insegnante di filosofia e al matrimonio di Jacques, un loro amico e collega, e quella era proprio una storia scema.

Maitre Chocolatier || l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora