Adesso, vorrei che tu, che leggi queste parole, facessi un momento una cosa per me.
Abbandona tutto ciò che stai facendo e libera la mente, preparandola ad un nuovo pensiero.
Dovrei usare la tua immaginazione, quindi preparati.
Chiudi gli occhi un momento, e lasciati trasportare dalle parole.
Fidati di me.
Immagina se...
Harry Potter, l'undicenne occhialuto dalla cicatrice a forma di saetta sulla fronte, si fosse risvegliato nel bel mezzo della notte proprio l'ultimo giorno di Hogwarts. Si sarebbe guardato affannosamente intorno, senza riconoscere però il dormitorio.
Avrebbe cercato gli occhiali accanto al letto, ma anche quando se li sarebbe posati sul naso avrebbe continuato a vedere il buio.
Ma quel buio che lo circondava sarebbe stato troppo esteso e profondo per appartenere al piccolo scantinato di casa Dursley. Non ci avrebbe capito più nulla, e avrebbe provato a scattare in piedi inciampando, però, in quello che gli sarebbe sembrato un grosso baule pieno di abiti e libri. Avrebbe cercato la finestra, ma non l'avrebbe trovata per il buio troppo insistente. Infine, si sarebbe spaventato alla vista di una donna alta, magra, con i capelli lisci e ramati e gli occhi blu che apre la porta facendo entrare nella stanza una scia di luce accecante.
La donna avrebbe preso il volto di Harry e gli avrebbe toccato la fronte, per calmarlo e gli avrebbe posato un bacio sulla guancia con la delicatezza di una piuma.
Lo avrebbe preso per mano e portato in corridoio, alla luce del mattino, poi condotto giù per Delle scale, lo avrebbe fatto passare davanti ad un gatto peloso e rosso che sonnecchia a pancia all'aria, e lo avrebbe condotto in cucina.
Lì il piccolo Harry avrebbe riconosciuto tanti volti: Un uomo quasi identico a lui, ma più vecchio; un altro della stessa età del primo ma con i capelli lunghi corvini e la barba curata; un signore dall'aria stanca ma felice con dei segni di cicatrici sul volto e, giratosi, avrebbe incontrato il viso dolce della madre.
Harry Potter avrebbe capito che quello che credeva un sogno era quasi un incubo, senza tutti coloro che amava accanto a lui, con la certezza che non lo abbandonassero, con la sicurezza di sapere che il pericolo non esiste.
Harry Potter Sarebbe salito sulla sedia, e avrebbe soffiato sulle candeline che formavano un "11" su una bella torta colorata esprimendo chissà quale desiderio perché, come tutti sanno, rivelare un desidero non permette a questo di avverarsi.
Infatti Harry Potter non avrebbe rivelato il suo desiderio a nessuno, come non ne avrebbe rivelato nessuno altro per i sette anni successivi, assieme ad un ragazzino dai capelli rossi e la divisa sgualcita e ad una ragazzina riccia dall'aria di una "so tutto io" ma che nascondeva un gran cuore.
Harry Potter non avrebbe rivelato il suo desiderio, perché avrebbe avuto paura che, se lo avesse fatto, tutto quello che avrebbe avuto davanti sarebbe scomparso come il sogno della notte in cui avrebbe compito undici anni. E questo, Harry Potter, non lo avrebbe mai sopportato.
Ad Harry Potter non sarebbe successo nulla di tutto quello che aveva sognato. Non avrebbe incontrato un feroce cane a tre teste sotto il castello, ma bensì a casa di Hagrid; non avrebbe visto un volto straziato sulla nuca di un professore; non avrebbe combattuto contro centinaia di dissennatori; non sarebbe scappato dalla morte in un terrificante labirinto di foglie e rovi; non avrebbe visto la vita abbandonare gli occhi di tanti suoi amici; non avrebbe combattuto contro un uomo che voleva il potere assoluto; non sarebbe morto, per poi ritornare più forte di prima.
Harry Potter avrebbe passato la sua vita ad Hogwarts a studiare, a giocare a Quidditch, a fare scherzi ai compagni e a finire in punizione ogni due per tre.
Al terzo anno, avrebbe ricevuto in regalo due piccoli specchi, di cui uno lo avrebbe passato al suo migliore amico, da Sirius, il suo padrino.
Con quegli specchietti sarebbe stato facilissimo imbrogliare i professori per non finire in punizione, ed Harry Potter Lo avrebbe usato per aiutare il suo migliore amico a dichiararsi alla ragazza che gli piaceva.
Al quinto anno Harry Potter avrebbe affrontato i GUFO, e si sarebbe fatto aiutare da sua madre per passare più esami possibili.
Al settimo anno avrebbe passato con un sorriso i MAGO, e avrebbe iniziato a studiare per diventare un Auror.
Tutto questo sarebbe successo se Harry, alla fine del suo anno ad Hogwarts, si fosse svegliato nella sua casa.
Ma tutti noi sappiamo che il luogo dove si svegliò Harry fu un piccolo sottoscala in un grande casa di Privet Drive, insieme ad un grosso baule pieno di oggetti magici che gli sarebbero stati tolti fino all'inizio della scuola.
Tutti noi sappiamo che Harry combatté contro Voldemort, lo sconfisse, fu costretto a vedere morire i suoi amici, e lui stesso sentì la vita abbandonarlo, fino a che non tornò a sconfiggere per sempre la minaccia che incombeva sul mondo magico.
Sarebbe stato bello se Harry si fosse svegliato a casa sua, si.
Ma non si può negare che così è stato bellissimo.Ciaooooone cioccorane!!
Finalmente sono riuscita ad aggiornare questo capitolo che avevo pronto da tre giorni ma non avevo internet.
Questo era un vero e proprio Immagina, e spero che vi sia piaciuto.
(P.S. spero davvero che qualcuno abbia colto la citazione non-potterhead nel titolo. Piccolo aiuto: è di un videogioco!!!)
Detto questo vi saluto!
Ci si vede in giro (per la storia)!!
Ciauuuuuuuuu🐨
(davvero nessuno ha colto la citazione?)
(plz vi prego riconoscetela!!)
(vabbè, dai, è di Detroit: Become Human)
(è di una canzone di quel videogioco...)
(nessuno mi capisce... *^*)
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Immagina ~ Potterhead World
FanfictionCiao a tutti cioccorane!!! Qui ho intenzione di scrivere degli Immagina di qualsiasi tipo: tra lettore e personaggo, tra più personaggi, storie che non sono per forza lovestory, ogni tipo di ship (tranne la Drarry, quella non la sopporto) anche dive...