capitolo 2

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Mirko's pov

- Vaffanculo - urla

- Ma che... - stringo tra le mani la parte bagnata della maglietta.

- Idiota - mi spintona..

- Vaffanculo - le urlo di rimando.

All'improvviso la luce della cantina si accende e ci giriamo all'unisono verso la porta.
- Che ci fate qui sotto? - dice il ragazzo appena entrato.

- Fatti i cazzi tuoi - dice la ragazza.

Mi volto verso di lei. I capelli mossi sono legati in una coda alta. La fronte è leggermente sudata, probabilmente fino a poco tempo fa stava ballando. In mano ha un bicchiere di vino mezzo vuoto, credo che il resto sia sulla mia maglietta. Il mascara le è leggermente colato agli angoli degli occhi.
Lei si volta verso di me, i nostri sguardi si incrociano.

La sto fissando? Si, la sto fissando.
- E tu che cazzo ti guardi? - va verso la porta, posa la mano sulla maniglia e poi si rigira guardandomi. I suoi occhi cadono sulla maglietta sporca di vino - Ti dona il rosso - dice con un sorriso amaro stampato sulla faccia.
Spalanca la porta ed esce.

- Cosa ci fai ancora qui? I vini non si possono toccare - il ragazzo mi sorpassa dandomi una spallata - Pulisci per terra, i miei non devono avere sospetti - indica uno straccio accatastato in uno degli angoli della cantina.

- Non sono stato io - dico alzando gli occhi al cielo.

Il ragazzo mi guarda, prende lo straccio e me lo tira addosso - Vuoi andare a richiamarla tu? - dice riferendosi alla ragazza di prima. - Non so quanto ti conviene - aggiunge.

Butto lo straccio a terra e comincio a pulire.

***

- Non hai già bevuto abbastanza? - tolgo la bottiglia dalle mani di Franco.

- Pensa a divertirti - ride appoggiandosi a me.
Puzza di alcool e fumo. Strizzo il naso nauseato dall'odore.

- Sei sempre stato così brutto? - mi guarda continuando a divertirsi. - Quello è vino? - abbassa lo sguardo verso la maglietta cominciando ad annusarla.

- Oh, si. Un piccolo incidente con una stronza - lo porto verso un divano.

- Una stronza? - tira fuori il suo sorriso da ebete.

- Si, una stronza - sorrido e lo faccio sedere.

- Mi porti una birra? - si mette comodo.

- Direi che basta così -

Alza gli occhi al cielo e avvolge con il braccio le spalle di una ragazza seduta accanto a lui.
- E togliti quella maglietta. Sembra che ti è venuto il ciclo -

Sono così stanco che neanche perdo tempo a spiegargli che il ciclo non arriva al petto, che non sono una donna e che solo loro possono averlo. È vero, tutti sono fuori di sé e privi di elevata intelligenza quando si è invasi dall'alcool, ma lui è un caso davvero disperato.

Scavalco le coppiette sulle scale e cerco un bagno.
- Potete spostarvi? - chiedo a due ragazzi intenti a mangiarsi la faccia addosso alla porta. Sembra che non mi sentano, o fanno finta di non farlo.

Il piano superiore sembra un night club o qualche raduno organizzato da persone arrapate.
Non c'è aria qua sopra.
Tutte le coppie sono accatastate tra loro. Ci sono bottiglie di alcool sparse a terra, reggiseni, vestiti... preservativi.

Una porta si apre ed escono dalla stanza quattro ragazze accompagnate dal fortunato ragazzo.
Una di loro si sistema i capelli e mi fa l'occhiolino. La conosco, andavamo all'asilo insieme. Lei probabilmente non si ricorda di me. Era così innocente all'epoca: le treccine bionde, le guance rosee e le piccole lentiggini sul naso. Ora eccola qua, esce seminuda da una stanza insieme a tutte le sue "amichette di avventura" e il "capobranco".

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