capitolo 4

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Mirko's pov

Alzo gli occhi dal menù - Si io vorrei ordina... - lo sguardo si riposa sui suoi lunghi capelli ondulati. Li seguo fino ad arrivare al suo collo, si riempie di brividi. Le sue labbra arrossate si schiudono leggermente.
Ritrovo i suoi occhi. Oggi il trucco è perfetto, niente sbavature. Sbatte gli occhi e le lunghe ciglia per un istante, a me sembrato infinito, si posano sulla bianca pelle. Mi guarda chissà se si ricorda di me.

- Scusate, torno subito - dice andandosene.

Si, si ricorda.

A tavola hanno tutti una faccia confusa.

- Forse stava bruciando qualcosa - dice Barbara.

Mi volto verso Franco, mi sta guardando sorridendo. Alzo gli occhi al cielo.

- Vi conoscente? - chiede.

Nel frattempo il resto della famiglia cerca di calmare la piccola Martina come sempre esuberante.

- No - rispondo secco.

- Bhe, è un bel bocconcino - sorride e riapre il menù.
- Valentina - dice il suo nome.

- Cosa? - lo guardo - Ma tu come sai... -

- Il cartellino Mirko - accenna una risata - Aveva il cartellino con il nome sul grembiule -

- Ah si, si - basta, non devo reagire così.

- Voglio anche il dolce! - urla Martina.

- Va bene avrai anche il gelato. Ma siediti composta e abbassa la voce - dice il padre.

Valentina torna e si posiziona come prima davanti al nostro tavolo - Allora, volete ordinare? -

Adesso il suo volto è totalmente struccato. Le labbra da rossicce sono diventate del tutto pallide. La pelle perfetta ora è rovinata da un piccolo livido sul naso. Ops, forse causa mia. Il mascara è colato sotto gli occhi. Come se... se si fosse appena struccata. Appena struccata? Perché si è struccata?
La guardo e si arrossa leggermente. Per l'imbarazzo?

Mi calpesta un piede.
Cazzo, basta. Ma che hanno tutti oggi con me? Forse era più rossa per la rabbia.

Io e Franco ordiniamo. Martina prende per il dolce il gelato alla fragola.

- Voi invece? - si riferisce ai genitori.

- Noi prendiamo per primo la zuppa ai funghi, arrosto per secondo e alla fine un caffè. Grazie - ordinano.

- Perfetto - annota le ordinazioni e raccoglie tutti i menù.

Quando afferra il mio si avvicina al mio orecchio - Non mi guardare - dice a bassa voce e se ne va.

Pov's Valentina

Afferro i sacchi della spazzatura e apro la porta sul retro.

Perché quel coglione mi perseguita? Perché continua a fissarmi? Cos'ho per caso scritto in faccia: "sono una fetta di prosciutto, mordimi"?

Butto i sacchi della spazzatura. Mi sono anche struccata per non farmi guardare, diamine. Tiro un sospiro.

- Amore calmati - sento la voce di mia madre provenire dalla fine del vicolo. Lentamente mi avvicino.

- Avevo detto che era una pessima idea - vedo mio padre calciare un bidone.

Il cuore comincia a battere forte nel petto. Non avevo mai visto mio padre così arrabbiato. È sempre stato un tipo pacato, tranquillo.

- Era la cosa giusta da fare - cerca di tranquillizzato mia madre.

- La cosa giusta? La cosa giusta? Sono passati 22 anni. Dopo tutto questo tempo oggi era il giorno giusto? -

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