Ice witch

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Una risata agghiacciante e sostenuta per diversi secondi ruppe il silenzio della grande sala, interamente costituita da freddo e purissimo ghiaccio, così limpido da risultare nei fatti un perfetto specchio.
Lì in lande ancora più a nord rispetto al luogo dove la sfortunata spedizione di Krueger si era fermata, a causa delle perdite, qualcuno sedeva e gioiva su un immenso e glaciale trono.
I suoi capelli erano bianchi al pari del più puro tessuto, lisci e lunghi tanto da arrivare senza troppa difficoltà ai fianchi.
Gli occhi brillavano di luce proprie andando a illuminarsi dei colori più svariati come se al loro interno vi fosse un conflitto tra tutti i colori di questo mondo, un cielo in miniatura.
La sua pelle era praticamente identica a ciò che erano i capelli, completamente candida a far risaltare maggiormente gli occhi e il suo ghigno giallognolo e storto, unica nota negativa del suo aspetto estremamente curato e impeccabile.
Infatti le sue vesti erano composte dai più pregiati materiali, di un nero lucido e piacevolmente morbido al tatto con screziature tendenti al rosso e all'oro.
Una tenuta degna di un re come tale si autoproclamava, i suoi nomi furono tanti e immensamente variegati probabilmente, non basterebbe un intero libro per elencare tutti gli epiteti che in vita aveva accumulato con le sue gesta ma a oggi l'unico con cui egli si proclamava è il signore del nord, il re dei ghiacci.
Colui che domina su una terra a cui un tempo era legato e nella quale, ora era stato completamente dimenticato e sepolto, nel passato sommerso dalla neve dei secoli.
L'uomo dopo aver interrotto le sue gioie continuò a tenere un sorriso ampio e ambiguo, alzandosi dopo poco dal suo scranno portando le mani strette dietro la sua schiena.

"Abbiamo atteso anni, secoli prima di poter posare nuovamente le nostre attenzioni su ciò che fu, su ciò che ci fu tolto dal fato.
Nessuno può sapere quanto sia terribile l'oblio poter scorgere oltre la soglia ma non far ritorno alla propria meta vedendo il tutto decadere, pervertirsi e infine sbriciolarsi.
L'alterna fortuna degli uomini ci ha condotto nuovamente dove ci spetta e stavolta tutto andrà secondo il volere di chi deve ancora fare ritorno, la tela del destino verrà spezzata in favore di ciò che è bene che avvenga.
Tutto ciò che si muove qui sulla grande piana dove le creature credono di contare un qualcosa, nelle loro pregiate uniformi è propedeutico a quello che è stato previsto per il mondo"

Disse tenendo gli occhi fissi in una singola direzione, la voce era particolare: zelante ma con una vena avvelenata in ogni parola espressa da quelle labbra pallide, un intrinseco risentimento verso un qualcosa non ben specificato.
Il suo passo era lento ma sostenuto verso un'unica via, la grande scalinata che solenne si estendeva in avanti per condurre gli ospiti della sala nelle vette più alte dove il gelo è il signore onnipotente di ogni singola cosa.
Le suole delle sue scarpe a punta, anch'esse completamente nere, non producevano rumore alcuno a contatto con i blocchi freddi di perfetta squadratura, una silenziosa salita verso la vetta completamente assorto nei pensieri più vari.
La rampa finì nel gettarsi nella vasta cupola, che in alto rappresentava il termine della reale sala.
In quel luogo magico l'atmosfera era surreale, il ghiaccio non rifletteva ciò che aveva dinanzi bensì paesaggi esotici e spettacolari, mondi esterni alla comprensione umana situati al di là di ciò che è conosciuto nel freddo vuoto fra le stelle.
Lì nelle pieghe dello spazio e del tempo dove una tale bellezza aveva trovato origine e ora si rifletteva qui su uno sperduto pianeta nell'immensità del cosmo.
I mondi erano tanti e tutti presentavano differenze gli uni dagli altri per rendere ancor più mirabolante la visione di quella sala.

"Voi che siete tornati assieme a me, so che potente sentire le parole del vostro re e so anche che la mia presenza su questo trono potrebbe non essere per voi sintomo di gioia.
Ma come sapete non dovete disperare bensì basta soltanto non venire meno a ciò che si è detto, se tutti concorreremo all'obiettivo finale nessuno rimarrà deluso e potremo considerare questa seconda possibilità come una grande vittoria.
O almeno per me si sta rivelando un grande passatempo, dopo aver potuto bramare la realtà dietro a uno specchio non posso che impazzire di gioia a poter riprendere ciò che mi era stato tolto"

Ridacchiò nuovamente avanzando di un passo nella sala della cupola, appena il suo piede posò la suola sul liscio pavimento in ghiaccio esso di botto prese a luccicare e illuminarsi.
Prima dei singoli colori e poi così come gli occhi del re esso assunse le tonalità più svariate finendo per uniformarsi al resto della sala proiettando lo spazio stesso nel suo interno, dando l'illusione ottica di essere sospesi nel vuoto del cosmo esterno, perduto tra le luci delle stelle lontane.

"Coloro che attendevano hanno mosso le pedine altresì loro stessi come li si voglia chiamare, non mi sconvolge una definizione o un'altra ma è certo che i burattini vogliano sentirsi dei burattinai per loro personale diletto e soddisfazione, chi siamo noi per privarli di un tale diritto?
Sia qui che a est le cose si stanno muovendo, probabilmente quella strategia sta dando i suoi frutti.
Ormai tutti qui avevamo perso le speranze anche se in fondo la conclusione sarà ugualmente la medesima.
Staremo pur piegando il destino ma talune cose restano uguali in qualunque modo le si voglia attuare e noi ne sappiamo bene qualcosa, coloro che sono tornarti e coloro che ancora giacciono, in uno stato a metà strada fra la coscienza e il sogno.
Perciò sarà ora di andare incontro a coloro che ci cercano, tutti questi anni dovranno pur essere serviti a qualcosa.
Le ombre non sembrano ancora avere il volere di muoversi ma noi andremo incontro a ciò che deve essere.
Si...sto parlando con una soltanto di voi, al momento una delle poche che è presente qui intorno alla sala del grande trono."

Il re fece un altro passo arrivando alla parete della cupola, i suoi occhi si specchiarono nel loro medesimo intrigo proiettato magicamente sulla parete.
Senza esitare procedette in avanti penetrando il muro come se non esistesse riapparendo nello stesso punto da dove aveva dato inizio al suo cammino, seduto trionfante sul trono freddo
Alzò lentamente il capo tenendo il ghigno malefico sulle labbra, dove prima non vi era nessuno se non lui stesso era presente, adagiata con le braccia sulla grande balaustra di ghiaccio, colei che le sue parole avevano richiamato agli ordini.

"Oh mia cara, signora della neve e maestra dei lupi hai ascoltato la chiamata dal re dalla lingua di serpente.
Finalmente potrai far risplendere nuovamente al meglio le tue capacità.
Domina l'inverno e copri il continente con il tuo gelo, la vittoria è prossima su ogni fronte"

La donna dai capelli dello stesso colore della neve più fresca si voltò di scatto, mettendo in mostra i suoi di occhi totalmente inespressivi prima di sparire, divenendo brina che si dissolse prima ancora di toccare terra.
L'uomo sogghignò tra sé e sé portando il volto adagiato sul palmo della sua stessa mano.

"Hans Benedikt Krueger..."

Disse tamburellando le dita della mano libera sul duro bracciolo destro del trono.

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