Capitolo 16: Incoscienti!

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"Buggy il Clown!" gridò il sindaco Bodle, impavido. Si trovava di fronte alla taverna ed era smanioso di combattere: "Esci fuori da lì!"

Il pirata si affacciò dalla grande terrazzata dell'ultimo piano; o almeno, da quello che ne era rimasto. Prima di essere interrotto dall'arrivo di quell'uomo insolente, era stato in procinto di sparare un altro colpo. "Chi sei?" chiese, "E di che morte vuoi morire, sciocco?"

"Io sono il sindaco del luogo che stai pian piano radendo al suolo, un pezzo dopo l'altro: sono qui per sfidarti."

Tutto l'equipaggio si sganasciò dalle risate, tutti tranne uno: Kabaji, un uomo con lunghi capelli corvini ed uno sguardo sinistro, interpretò la situazione com un ottima occasione per fare sfoggio delle proprie capacità. Sopratutto ora che Moji era stato malamente sconfitto, avrebbe potuto prendere il suo posto.

"Capitano Buggy, lasciatelo a me." disse, serafico. Spalancò la bocca ed estrasse dalla propria gola una sciabola affilata. I compagni adoravano vederlo all'opera, perché era capace di ogni genere di trucchi e magie; d'altronde, lo avevano soprannominato l'acrobata.

"Stanne fuori, Secondo Comandante." disse Buggy, senza ammettere repliche. "È me che ha sfidato." Tornò a rivolgersi al vecchio: "Perché vuoi affrontarmi, pazzo? Non credi di essere troppo attempato per fare il temerario? Cos'è, vuoi farti un nome anche tu sfidando uno importante come me?"

"Sei fuori strada!" protestò lui: "Questa città è il mio tesoro, ed io ho giurato di proteggerla."

"Che?" esclamò il Clown, poi rise. "La vecchiaia ti ha fatto perdere qualche rotella. Il tesoro di cui parli oramai è solo cibo per termiti. Un vero tesoro è fatto di oro e gioielli! È fatto di un qualcosa che luccica alla luce del sole e che rendere un Re chi lo possiede. Ciò di cui parli tu non brilla, anzi: sta marcendo giorno dopo giorno. Stai solo dicendo una marea di cazzate!"

"Stai zitto, sputo di mare!" Il sindaco non si sarebbe lasciato trattare così: "Non mi aspetto certo che tu possa capirmi! Un pirata come te non può comprendere certi concetti. Ed ora scendi a vieni ad affrontarmi!"

Il Pirata esaminò velocemente la situazione: quel folle non stava facendo altro che rubare loro tempo, tempo che avrebbe preferito usare per divertirsi. Se ne sarebbe sbarazzato il prima possibile: "Scendere? Perché dovrei?" chiese, sarcastico; non ne aveva bisogno. La mano destra si staccò dal suo corpo e volò verso il poveretto, afferrandolo per il collo e sollevandola da terra. La vittima, inerme, si sentì mancare improvvisamente il fiato. Venne sollevato dal suolo: scalciò e si dimenò, impotente. Il suo viso cominciò ad assumere una colorazione sempre più bluastra per la mancanza di ossigeno. La testa era sgombra da ogni pensiero, ad eccezione di uno: la vendetta. Prima di morire avrebbe voluto vendicare la sua amata città; ma se la mano del fuorilegge avesse continuato a stringerlo con tanto vigore per pochi altri attimi, sarebbe stato tutto perduto.

Buggy girò le spalle all'uomo che stava pian piano uccidendo: quello spettacolo non gli interessava. Avrebbe tolto di mezzo chiunque volesse intralciare il suo cammino verso il trionfo e la conquista senza esitazioni. Regnare sulla "Rotta Maggiore" e possedere maggior oro di chiunque altro era infatti più importante di qualunque altra cosa, perfino della vita degli altri. Immerso com'era nei pensieri, non si accorse immediatamente di uno strano pizzicore alla mano staccata. Divenne sempre più intenso, fino a procuragli un discreto fastidio: così, fu costretto a rigirarsi indietro e capire che cosa stesse succedendo. Non si sarebbe mai aspettato di vedere comparire al fianco di quello stolto il ragazzo con il cappello di paglia. Impugnava la sua mano, che aveva strappato con violenza dal collo del poveretto e d esibiva un sorriso provocatorio: "Eccomi qui. Te l'ho detto: devo darti un bel pugno su quel tuo naso rosso prima di andarmene."

Non era solo: erano arrivati anche il cacciatore di taglie e la ladra con i capelli rossi. Sottovoce, Nami si rivolse allo spadaccino: "Lascio a voi la battaglia, buon divertimento. A me interessano solo la mappa e i loro beni preziosi, quindi..."

"Fa come ti pare."

"Non posso crederci!" gridò il Clown. "Ancora voi; deve proprio piacervi soffrire. Ma 'sta volta non vi lascerò andare via tanto facilmente."

Il sindaco si stava lentamente riprendendo; si alzò da terra e riprese fiato, ma neanche lui sembrava tanto contento della comparsa di qui tre: "Voi forestieri non avreste dovuto intervenire." disse, poi proseguì, ma alzando il tono della voce; "Questa è la mia battaglia! Come questa è la mia città e l'uomo incaricato di proteggerla sono io. Non dovete interferire!"

Per tutta risposta, Luffy gli diede una forte manata in pieno volto. Boodle perse i sensi. Nessuno dei presenti si sarebbe mai immaginato un gesto tanto spropositato.

"Sindaco?" esclamò Nami. "Ma da che parte stai, si può sapere? Perché l'hai fatto?"

Il ragazzo si ripulì le mani dal sangue e dalla polvere senza scomporsi: "Mi sarebbe stato solo d'intralcio."

Zoro, anche se in un primo momento era rimasto sorpreso, era d'accordo con il Capitano: "Hai fatto bene." affermò. Il vecchio avrebbe rischiato di farsi ammazzare se si fosse spinto oltre. Privo di sensi com'era, era paradossalmente più al sicuro.

"Voi due siete degli incoscienti!" dichiarò la ragazza, estenuata dalla loro continua impulsività.

Cappello di Paglia non si curò delle sue lamentele, anzi: era già concentrato sul nemico e non vedeva l'ora di buttarsi nella mischia. "Ehi tu!" urlò. "Naso rosso, mi hai sentito?!"

Questa era la goccia che fece traboccare il vaso: la rabbia del Capitano Buggy era fuori controllo. Ordinò ai tutti i suoi uomini di uccidere qui tre piccoli bastardi, ma si sarebbe occupato personalmente del primo, il più impertinente. Fece caricare il cannone micidiale con una nuova palla e lo direzione verso Luffy, pronto a fare fuoco. Mentre Zoro e Nami corsero in cerca di un riparo, trascinando con sé il corpo del sindaco, il ragazzo non accennò a muoversi di un solo millimetro.

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