Capitolo 19: L'affronto

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Ricapitoliamo: Nami era sparita chissà dove, il Primo Comandante e il Secondo Comandante della ciurma di Buggy giacevano a terra, sconfitti, il Sindaco si stava lentamente riprendendo dalla batosta inflittagli e Zoro, esausto, aveva ricominciato a dormire. Per ogni strada, via o vicolo regnava sovrano un silenzio opprimente. Gli unici due ancora in grado di lottare si trovavano uno difronte all'altro e si stavano lanciando occhiate di sfida.
"Capelli rossi?" ripetè Luffy; non si sarebbe mai aspettato che un pirata spregevole come il Clown potesse mai aver avuto a che fare con l'uomo che ammirava tanto. Erano ormai passati dieci anni dall'ultima volta che si erano incontrati, ma il ricordo era indelebile.
"Stai parlando di Shanks Il Rosso? Come lo conosci?"
Buggy si grattò il mento, esaminando la situazione: "Tanto interesse è particolare, da parte di uno sprovveduto come te...Comunque si, lo conosco. Ma che te ne importa?"
"Dove si trova, ora?"
Il Clown volle stuzzicarlo un po': "Vuoi sapere dov'è, eh? Beh, forse lo so, o forse no..."
Il ragazzino con il cappello di paglia non aveva certo la pazienza per stare ai suoi giochetti d'astuzia: "Ma cosa stai dicendo? Sei scemo, forse?"
"Tieni a freno quella lingua, ragazzo! Non tollero queste mancanze di rispetto da chi ha la metà dei miei anni ." Gli puntò una mano fornita di pugnali contro e chiarì come stavano le cose: "Siamo nemici."
Come poteva essere altrimenti? Aveva mandato in malora in una mezza giornata tutto ciò che aveva costruito durante l'arco della sua vita.
"Non ti regalerò non una singola informazione prima che tu mi riesca a sconfiggermi, hai capito? L'unica cosa che posso donarti è un biglietto di sola andata per l'inferno..."
"Chiaro e limpido." annuì Luffy, con crescente adrenalina.
Il Frutto del Diavolo che il ragazzo aveva mangiato era formidabile, vero. Ma la gomma, pur essendo un'arma offensiva e difensiva formidabile, non era indistruttibile. Poteva essere tagliata o danneggiata da coltelli e pugnali. Buggy, anch'esso fornito di poteri strabilianti, lo sapeva, e guarda caso la suola delle sue scarpe era fornita di quest'arma. La parte inferiore del corpo, cioè gambe e vita, si staccò dal busto e si diresse, ruotando su sé stessa, verso Luffy, come un enorme elica provvista di lame all'estremità. Cappello di Paglia scansò il colpo con salto, ma subito dopo dovette scansarsi per evitare la miriade di coltelli lanciati contro di lui. Se lo avessero preso, lo avrebbero infilzato come uno spiedino. Così, allungo il braccio perché potesse fare presa su una colonna di un porticato lì vicino, e si tolse dalla traiettoria con uno schiocco, come un elastico che dopo essere stato tirato, torna alla forma originale. Poi volle passare al contrattacco: sferrò un pugno, che fu abilmente evitato, ma riuscì ad afferrare il cornicione di una finestra alle spalle del proprio obbiettivo. Buggy, gradevolmente sorpreso dalla piega interessante degli eventi, sghignazzò e cercò di ferire il lungo braccio disteso. Luffy però, senza lasciare la presa, fece riaccorciare il braccio, così che in un attimo si potesse ritrovare faccia a faccia con l'avversario. Sferrò un'altro pungo, questa volta a distanza ravvicinata, all'altezza del viso; l'avrebbe certamente colpito se la testa di quest'ultimo non avesse cominciato a fluttuare in aria. Avendosi dato uno slancio eccessivo, il ragazzo finì per schiantarsi contro il piccolo edificio su cui aveva fatto leva, distruggendolo. Riemerse dall'ammasso di travi e detriti, illeso, ma sbuffando e scontento: "Come dovrei riuscire a colpirti quando ti scomponi in pezzi in quel modo?"; nessun uomo gli aveva dato tanto filo da torcere, fino ad ora.
Il Clown non rispose; stava già escogitando una nuova mossa per metterlo a tacere. Come un proiettile, il suo avambraccio si separò di netto dal resto del corpo e si diresse verso Luffy, che riuscì ad afferrarlo poco prima che i quattro pugnali affilati affondassero nella pelle del suo viso. Purtroppo però, c'era un'altro trucchetto in serbo per lui. Il polso e la mano si staccarono nuovamente dalla porzione che il pirata aveva catturato fra le mani, riuscendo a colpirlo di striscio sul volto. Per evitare di essere preso in pieno, fu costretto a buttarsi al suolo: si rialzò, digrignando i denti e serrando le mascelle, con un taglio profondo e sanguinante all'altezza della tempia, poco lontano dalla cicatrice che si era procurato molto tempo fa sotto l'occhio. Era visibilmente arrabbiato, evento più che mai raro: la causa però non era lo smacco subito, ma il danno che era stato riportato al suo inseparabile cappello; i coltelli ne avevano sfilacciato parte del bordo. Lo sollevò dritto davanti a sé, mostrandolo al pirata: "Maledetto!" gridò. "Questo è il mio più grande tesoro. Nessuno può permettersi di toccarlo!"
Nami, incorreggibile curiosona, non aveva potuto trattenersi dall'assistere alla battaglia, dimenticandosi per un attimo del bottino; comprensibilmente, si era posizionata abbastanza lontana per potersi considerare al riparo dal combattimento. Non che potesse esserne totalmente sicura: quello scontro aveva dell'incredibile, ogni legge fisica e umana veniva soverchiata e ridicolizzata, azione dopo azione. Cominciò a sudare freddo davanti ad una dimostrazione di forza tale e all'inizio quasi pensò di avere le traveggole. Fu altrettanto colpita dallo scatto iroso di quell'ingenuo pirata che aveva facilmente aggirato poche ore prima: niente sembrava poterlo irritare, ma quel cappello doveva significare davvero tanto per lui. Quando avevano avuto occasione di parlare, le aveva detto che gli era stato donato da un'amico.
Il Clown era sempre un pò divertito quando davanti a lui si faceva mostra di un tale attaccamento ad oggetti privi di vero valore; non poteva fare altro che deridere gli schiocchi che non capivano che, nella vita, ciò che era davvero importante erano l'oro e gli oggetti preziosi. Ma ciò che amava ancor di più fare era provocare coloro che osavano sfidarlo, prima di abbatterli definitivamente. Così, decise di ferirlo anche nell'orgoglio, oltre che fisicamente: con la stessa mano che lo aveva attaccato qualche istante fa, lanciò tre coltelli: questi trapassarono da parte a parte il cappello, prima che Luffy potesse reagire. Il clown pirata si fece grasse risate.
Le parole si Shanks risuonarono nelle orecchie del giovane, più forti che mai: nonostante il tempo, era ancora ben stampate nella sua memoria. Il sangue che volava lungo la guancia si era mescolato al sudore, lasciandogli in bocca un sapore amaro. Ora c'era solo una cosa da fare: vendicare l'affronto subito. Fare giustizia al prezioso dono che aveva giurato a tutti i costi di proteggere.
"Ho promesso che l'avrei riconsegnato a Shanks, un giorno!" gridò.
"Appartiene a lui? Avrei giurato che mi sembrasse famigliare." disse Buggy, poi aggiunse: "Io e lui lavoravamo sulla stessa nave, una volta. Eravamo entrami giovani, dei semplici apprendisti..."
"Shanks è un grand'uomo, valoroso e coraggioso!" controbatte' Luffy. "Non osare..."
Senza pensarci due volte, corse incontro al nemico e, fintando un pugno alto, sferrò un calcio alla massima potenza.
"...Paragonarti a lui!"

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