PARTE 03

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quindi mi deprimo come ho sempre fatto


danzando nella nostra casa con il tuo fantasma

Nonostante non abbia fatto nulla di che, sento le gambe appesantirsi a ogni passo, mentre salgo - con tutta

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Nonostante non abbia fatto nulla di che, sento le gambe appesantirsi a ogni passo, mentre salgo - con tutta

la calma del mondo - le scale che mi conducono al mio appartamento.

È da un po' di tempo che non prendo più l'ascensore: mi ricorda dell'ultima volta che l'ho vista.

Ricordo ancora il suo viso - dai lineamenti dolci - rovinato dalle lacrime mischiate al trucco di quel giorno, il

suo sguardo puntato nel mio, pieno di odio e sofferenza.

Il fatto è che non la biasimo neppure: quel giorno mi sono stati affibbiati gli insulti più normali che possano

esistere; è difficile dimenticarli, ma più passa il tempo, e più mi convinco che li abbia tutti azzeccati.

Perché lei riusciva a capirmi come nemmeno io riuscivo a farlo, e la colpa della sua fuga è solo - ed

esclusivamente - mia.

Tiro fuori dalla tasca del giubbetto in jeans la chiave e apro la porta, meccanicamente: la mia mente, ora, è

altrove, e non vuole ritornare al presente.

Sono così stanco.

Sbadiglio per l'ennesima volta in quella mattina, come se avessi fatto la notte in bianco e non fossi riuscito a

dormire; in realtà ho dormito, solo che l'ho fatto male e il sonno è stato abbastanza travagliato.

Che io dorma, o che io sia sveglio, non fa poi tutta questa grande differenza: penso sempre a lei.

È come un'ombra che mi perseguita; ovunque, senza sosta.

Mi infastidisce così tanto che penso d'impazzire da un momento all'altro, eppure, d'altro canto, mi sembra

anche inspiegabilmente confortante.

Se da una parte il suo ricordo mi tormenta e vorrei solo che sparisse una volta per tutte per abbandonare

questo strano limbo, dall'altra mi sento confortato dalla presenza di questo fantasma, perché so che non sono ancora pronto a lasciarlo andare.

Ho paura di dimenticarmi i momenti in cui siamo stati felici - anche se pochi.

I miei pensieri sono così incoerenti... mi sta scoppiando la testa.

Porto entrambe le mani alle tempie e comincio a massaggiarle leggermente, sperando che questa piccola

emicrania se ne vada prima di sbocciare in qualcosa di peggiore.

Dopo aver tolto le scarpe senza l'aiuto delle mani - troppo pigro per chinarmi e slacciarle - e la giacca, mi

distendo a peso morto sul divano, portando l'avambraccio a coprirmi gli occhi.

In mezzo a quel buio vedo solo i suoi maledetti occhi.

Ne sono sicuro, mi perseguiteranno a vita.

ghost of you › jeon jungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora