❝ quindi mi deprimo come ho sempre fatto
danzando nella nostra casa con il tuo fantasma ❞Nonostante non abbia fatto nulla di che, sento le gambe appesantirsi a ogni passo, mentre salgo - con tutta
la calma del mondo - le scale che mi conducono al mio appartamento.
È da un po' di tempo che non prendo più l'ascensore: mi ricorda dell'ultima volta che l'ho vista.
Ricordo ancora il suo viso - dai lineamenti dolci - rovinato dalle lacrime mischiate al trucco di quel giorno, il
suo sguardo puntato nel mio, pieno di odio e sofferenza.
Il fatto è che non la biasimo neppure: quel giorno mi sono stati affibbiati gli insulti più normali che possano
esistere; è difficile dimenticarli, ma più passa il tempo, e più mi convinco che li abbia tutti azzeccati.
Perché lei riusciva a capirmi come nemmeno io riuscivo a farlo, e la colpa della sua fuga è solo - ed
esclusivamente - mia.
Tiro fuori dalla tasca del giubbetto in jeans la chiave e apro la porta, meccanicamente: la mia mente, ora, è
altrove, e non vuole ritornare al presente.
Sono così stanco.
Sbadiglio per l'ennesima volta in quella mattina, come se avessi fatto la notte in bianco e non fossi riuscito a
dormire; in realtà ho dormito, solo che l'ho fatto male e il sonno è stato abbastanza travagliato.
Che io dorma, o che io sia sveglio, non fa poi tutta questa grande differenza: penso sempre a lei.
È come un'ombra che mi perseguita; ovunque, senza sosta.
Mi infastidisce così tanto che penso d'impazzire da un momento all'altro, eppure, d'altro canto, mi sembra
anche inspiegabilmente confortante.
Se da una parte il suo ricordo mi tormenta e vorrei solo che sparisse una volta per tutte per abbandonare
questo strano limbo, dall'altra mi sento confortato dalla presenza di questo fantasma, perché so che non sono ancora pronto a lasciarlo andare.
Ho paura di dimenticarmi i momenti in cui siamo stati felici - anche se pochi.
I miei pensieri sono così incoerenti... mi sta scoppiando la testa.
Porto entrambe le mani alle tempie e comincio a massaggiarle leggermente, sperando che questa piccola
emicrania se ne vada prima di sbocciare in qualcosa di peggiore.
Dopo aver tolto le scarpe senza l'aiuto delle mani - troppo pigro per chinarmi e slacciarle - e la giacca, mi
distendo a peso morto sul divano, portando l'avambraccio a coprirmi gli occhi.
In mezzo a quel buio vedo solo i suoi maledetti occhi.
Ne sono sicuro, mi perseguiteranno a vita.
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ghost of you › jeon jungkook
Fanfictiondove jungkook pensa costantemente alla sua ex ragazza mentre cerca di andare avanti.