❝ e lo inseguo con un colpo di verità
danzando nella nostra casa con il tuo fantasma ❞Si dice che si riesca a comprendere il valore di ciò che si ha solo quando lo si perde, e mi rendo conto - solo ora - che è
veramente così.
La consapevolezza che la ragazza che amavo - che forse amo ancora - non tornerà più da me, mi investe come
uno tsunami; e alla pari di questo, calde e copiose lacrime scendono dai miei occhi, diventati più tristi al
ricordo di lei.
Cerco di asciugarmi le guance e arrestare la corsa del mio pianto, ma il dorso della mano non fa nemmeno
in tempo a scacciare i rimasugli delle ultime, che già altre lacrime di posano sul mio viso, fino ad arrivare al
mento e scendere giù per il collo.
Comincio a non curarmi più del mio volto bagnato, e mi crogiolo nella mia autocommiserazione.
Solo ora capisco che tutte le colpe che continuava insistentemente ad addossarmi erano vere, come nulla -
forse - lo è mai stato.
Mi rendo conto sia stata colpa mia, in parte, per innumerevoli ragioni.
Appena trasferiti provare il brivido di una convivenza ci rendeva euforici, riuscivamo a incastrare
perfettamente le nostre lezioni con i nostri impegni personali e trovavamo sempre un po' di tempo per
starcene da soli; che fosse tra una lezione e l'altra, o alla sera distesi sul divano, o direttamente sul letto.
Un giorno mi resi conto che vivevamo in un mondo fantastico, dove io ero il principe, e lei la mia
principessa.Così provai a cercarmi un lavoro, non volendo che i miei genitori continuassero a gravare sulla mia
indipendenza, che indipendenza tanto non lo era.Ci misi un po' di mesi, ma alla fine lo trovai; la paga non era chissà cosa, e molto spesso dovevo stare in
piedi tutta la notte per riuscire a studiare per gli esami, eppure il mio stomaco si era fatto più leggero:
almeno, così, riuscivo a pagarmi tutte le attività extra che non rientravano nello studio.
È da qui che, molto probabilmente, tutti i nostri problemi vennero a galla, quelli che ostinatamente
cercavamo di ignorare.
Come il fatto che non avessimo nulla in comune; possibile che me ne accorsi così tardi?
Il mio tempo libero era diminuito drasticamente: dovevo incastrare università, lavoro e studio, e
ventiquattrore in un giorno sembravano non bastarmi mai.Dormivo poco, e lo stress che accumulavo si andava a scaricare nella nostra relazione: lei che cercava
continuamente attenzioni, che io puntualmente non le concedevo - a parte qualche giorno, dopo le sfuriate
a cui andavamo inevitabilmente incontro -, io, che ero diventato come i primi anni delle scuole superiori,
cioè disinteressato a qualsiasi cosa non riguardasse me.
Tante volte mi ha additato come l'egoista di turno, quello a cui non importava niente della piega che stava
prendendo il nostro rapporto... io come un coglione continuavo a negare l'evidenza, continuando a ripetermi che era lei quella che si faceva troppi problemi, era lei quella paranoica.
È andata a finire che lei - nonostante l'incredibile dolore che provasse, ma che io non riuscivo a
comprendere - ha avuto le palle - non io - di prendere in mano la situazione, ed è andata via, cosa che io non ho avuto il coraggio di fare.
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ghost of you › jeon jungkook
أدب الهواةdove jungkook pensa costantemente alla sua ex ragazza mentre cerca di andare avanti.