VII

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"Fanno sempre così?" sospirò Jimin, imbarazzato come non mai da tutta quella situazione che però trovò piuttosto piacevole anche se assurda. 

"In realtà no. Non ho amici oltre loro, quindi tutto ciò è nuovo anche per me." confessò Yoongi facendo poi spallucce. "Andiamo?"

Il minore annuì con un mugolio, cercando di pensare a un possibile luogo dove portare il ragazzo, ma rendendosi effettivamente conto del fatto che lui, quel posto, non lo conosceva per niente.

"Al bar di Hoseok?" si trovò dunque a proporre l'ovvio, mostrando la sua -nonché- palese ignoranza del posto in cui si trovava.

"Conosci solo quello, vero?" non poté evitare di constatare il pugile, ridacchiando mentre percorreva la strada con il ragazzo fuori dal negozio.

"Di questa zona sì..." si leccò le labbra a disagio Jimin, sentendosi quasi spoglio davanti a quel ragazzo così sveglio e attento ad ogni dettaglio. 

Cercò con lo sguardo un possibile bar nelle vicinanze, ma guardandosi intorno notò le stesse bancarelle natalizie del giorno precedente. Le fissò a lungo, non riuscendo a non rallentare il passo e trattenere un sorriso che spuntò genuino.

Il ragazzo al suo fianco se ne accorse e lo guardò, collegando i punti e capendo i possibili pensieri del minore. "Vuoi farci un giro?" gli chiese infatti, guardando come quest'ultimo avesse gli occhi a cuoricino passando davanti a tutti i prodotti.

Sentendo la voce di Yoongi, Jimin parve cadere dalle nuvole ma rispose comunque senza capire, veramente, la domanda che gli venne posta. Reagì infatti più a un suo desiderio che alla proposta di Yoongi stesso.

"Mh? Dove? Intendi tra le bancarelle?" chiese al pugile, che per sua fortuna annuì girando lo sguardo verso di esse osservandole.

"Certo!" esclamò poi entusiasta, e un'idea si fece spazio nella sua mente: decise di sfruttare quel momento per provare a fare conoscenza con lui concentrandosi, quindi, nelle, domande da fargli per estorcergli quante più informazioni possibili.

Iniziò a camminare al suo fianco infilando le mani nelle tasche del giubbotto e, non ottenendo abbastanza caldo da questo, cominciò lievemente a tremare.

Yoongi, che lo osservava ormai quasi costantemente, notò il suo lieve tremore e, senza pensarci due volte, si tolse il lungo e pesante cappotto in lana poggiandolo sulle sue spalle. Rivolse poi lo sguardo davanti a sé come se nulla fosse, mantenendo il suo solito sguardo freddo e strafottente. 

Il forte profumo Calvin Klein del maggiore inondò subito le narici del corvino, che gli fece alzare la testa verso il ragazzo a guardarlo con occhi spalancati e sorpresi. Mai si sarebbe aspettato un gesto simile da Yoongi, o meglio, Agust D, il grande e temibile pugile rinomato per il suo essere crudele, disumano, senza pietà. Questo stava a significare che piano piano l'agente stava conquistando il suo animo, se non direttamente trovandolo, probabilmente grazie alla sua natura da ragazzo innocente.

"Grazie...Ma tu-, tu non hai freddo?" si premurò Jimin, sentendosi ora dispiaciuto dal fatto che pure un tipo come Yoongi potesse soffrire solo per fare un piacere a lui.

Il maggiore fece spallucce senza rispondergli, riprendendo a camminare lungo quelle bancarelle e osservandone i contenuti.

Con un mugolio in sconforto decise di lasciare perdere, per due -per lui- buoni motivi: il primo perché avesse veramente freddo, il secondo perché in qualche modo doveva farla pagare a Yoongi per essere così, a detta sua, criminale.

"Beh, sai se c'è un bar alla fine di questa strada?" gli chiese come se ciò che avessero detto prima riguardo il cambio di programma non avrebbe avuto più rilevanza. Tanto che l'interpellato si girò verso di lui, fermandosi per guardarlo meglio e cercando di capire il nesso della sua domanda che andava in discordanza con i suoi voleri.

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