"Mad sto andando a lavoro, chiamami lo sai." Mi disse Harry dandomi un bacio sulla fronte, quella mattina non andai a scuola perché c'era lo sciopero dei bidelli.
Rimasi a dormire fino alle dieci, poi scesi giù a sgranocchiare qualcosa e dopodiché risalii su in camera per farmi una bella doccia calda.
Preparai l'acqua ed entrai nel box doccia, puro relax.
Mi stavo insaponando il corpo quando sentì una mano fredda scorrere lungo la mia schiena, mi girai di scatto e trovai l'impronta di una mano nel vetro appannato della doccia.
Mi risciacquai velocemente e indossai subito il telo, ritornando in stanza.
Aprii la porta della mia camera e non credetti ai miei occhi, la portafinestra era spalancata, stavo gelando, andai subito a chiuderla per evitare un raffreddore e andai a prendere la biancheria intima per poi sistemarmi davanti allo specchio.
Ma ciò che ci trovai davanti non fu solo la mia immagine, lui era seduto su una sedia ed io gli davo le spalle. Mi irrigidii, mi mancò l'aria.
La sua espressione questa volta era seria, mi stava osservando, come se mi stesse studiando.
Strinsi la presa del mio telo, ero seminuda davanti ad un essere a me sconosciuto.
Lo guardai dallo specchio, i suoi occhi questa volta erano rossi, non capivo, non riuscivo a capire.
Si alzò dalla sedia e avanzò verso di me, lentamente, fino a posizionarsi dietro di me.
Appoggiò la sua mano fredda sulla mia spalla, sussultai a quel contatto, la fece scendere fino al mio fianco nel quale si fermò.
I nostri sguardi non si staccavano mai, io ero come ipnotizzata dai suoi occhi.
Si leccò le labbra e sorrise sghembo.
Là non so con quale coraggio mi girai e feci ritrovare i nostri visi a pochi centimetri di distanza, non avevo paura anzi tutt'altro.
La sua presenta mi metteva in soggezione, come se fossi sottomessa dal suo sguardo ma mi piaceva come mi guardava, non mi terrorizzava affatto. Solo che non riuscivo a darmi una spiegazione di tutto questo.
Era quella la cosa frustrante.
Quell'essere così misterioso avvicinò la sua mano nella mia guancia,quel contatto mi spinse a chiedergli: "Che cosa sei tu?" Lui sospirò scuotendo la testa, "Tutto ciò che tu voglia che io sia,Madison."
"Amore, sono a casa!" Urlò mia madre evidentemente appena rientrata da lavoro.
Lui sorrise compiaciuto, appoggiò due dita sulle mie palpebre e mi fece chiudere gli occhi, inutile dire che scomparì di nuovo.
Finalmente avevo sentito la sua voce, calda, pacata e profonda, anche con un forte accento.
Mi incuriosiva, lo volevo rivedere.
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she's not afraid |Z.M|
Fanfic"Lui era come la sigaretta che avevo fra le labbra. Nociva, distruttiva. Ma non potevo resistere alla tentazione. Forse c'ero già troppo dentro, e allora tanto vale andare fino in fondo."