Capitolo 4

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Io e Kurt in macchina chiacchierammo abbastanza.
Mi raccontó qualche simpatico aneddoto circa il suo Pub e soprattutto parló molto di sè, facendomi scoprire che aveva una moglia di nome Bernadeth e due gemelline: Maira e Marla.
Bernadeth ha 38 anni, è molto più piccola di Kurt ma si amano alla follia... inoltre fa la casalinga; si occupa in particolare della casa e delle gemelline che, a testa, hanno 13 anni. Vanno a scuola e sono delle bambine sanissime.
In compenso mi spiegó di aver perso la sanità mentale dovendo convivere con tre donne..
ma non potei fare a meno di sorridergli dolcemente vedendo nei suoi occhi l'immenso amore che provava nei loro confronti.

Io non gli dissi molto di me, praticamente nulla; non ero pronta a raccontare la mia storia in giro, forse se la nostra strana amicizia dovesse continuare.. potrei pensare di parlargli un po' di me.

Mi spiegó inoltre qualcosa in più riguardo il Full:
Si trovava giusto a un chilometro dal suo Pub e a 500 metri dal motel in cui mi avrebbe accompagnata dopo la corsa.
Era diviso in due sezioni: interno ed esterno.
All'interno vi era la possibilità di bere, 'affittare qualche troia' per passare la notte e, infine, ballare un po' .
Fuori era l'esatto opposto;
Raggiungendo il retro del locale, l'uscita di sicurezza ti portava direttamente ad un grande spiazzo che poi si apriva sulla strada più lunga e vuota di tutta Door City.
La strada si affacciava su tutto il Lago Michigan sul lato destro, Kurt mi disse che di giorno era piacevole passeggiare li, l'acqua su questo tratto è limpida.

In questo spiazzo, una zona è coperta da un tendone sotto il quale è posto un tavolo in cui i corridori si fermano per bere qualche bicchiere e firmare liberatorie.
Le liberatorie vengono firmate per confermare alle autorità (nel caso in cui servissero o li vedessero correre) che non vi è alcuno spiazzo di scommesse, e che si correva con le auto giusto per passare il tempo.

Dovetti ammetterlo, erano astuti.

"Quindi corrono tutti con le proprie auto?"
chiesi. Ero davvero curiosa di sapere se fossero tutti disposti a, possibilmente, sacrificare la propria auto per la corsa.

"Oh no, le auto la maggior parte delle volte vengono.. rubate. Ma restituite una volta che la gara si è conclusa."
rimasi sbigottita quando mi raccontó che riuscirono a ritornare al proprietario di una auto usata per la corsa.. solo una ruota e un copertone.

La conversazione terminó quando guardai fuori dal finestrino.
La scritta sull'insegna era evidente e ben luminosa, 'FULL' era scritto in stampatello ed emanava una forte luce azzurra.
Kurt fece il giro del locale e parcheggió la sua auto in un punto nascosto, accanto ad un'altra auto d'epoca.. una Chevrolet Corvette del 1953.
Un classico.. era l'auto dei sogni di mamma, ai tempi.

Scendemmo dalla macchina e, in sincronia, camminammo fino alla porta sul retro del locale.
Erano appena 21:30, non c'era tanta gente; giusto qualche tavolo occupato da coppie o famiglie che stuzzicano da mangiare insieme ad una birra.

Camminammo fino a che Kurt non si fermò;
"Renè, ti faccio conoscere il proprietario." esclamó abbastanza elettrizzato.
Dio fa che sia un altro uomo per bene, te ne prego.

Feci giusto tre passi in compagnia di Kurt fino a quando arrivammo davanti ad una porta in legno rovinato.
Kurt bussó tre volte, al quarto colpo la porta venne spalancata da un uomo dal baffo non troppo prorompente, indossava un paio di occhiali da sole nonostante si trovasse al chiuso.. era il doppio di Kurt, comunque.

Appena vide Kurt, sbarró gli occhi sfoggiando un enorme sorriso.. probabilmente sarebbe stato meglio non farlo.
"Kurt! vecchio volpone! come te la passi, amico?" esclamò a gran voce l'omone, stringendo, o meglio dire stritolando, Kurt in un caloroso abbraccio.

"Joe, amico, ci vediamo ogni sera.. com'è che sei sempre così elettrizzato?"
se la risero insieme e non potei fare a meno di sentirmi un po' di troppo in quel momento..

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