Angeli caduti (Lucifero)

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Mi sto rompendo le palle dalla noia, non c'è mai nulla di interessante qui al Paradiso a oltre alle risate allegre e sorrisi degli Angeli, tutti sembrano così felici e allegri ma dentro sono così tristi...forse non sono l'unico ha pensarlo qui dentro.
Mi guardo un po' in giro e noto qualcuno sotto l'albero di rose, metto affuoco e non riesco ancora a vedere niente, così decido di alzarmi e andare a controllare da vicino.
Il prato è circondato da fiori blu notte con qualche girasole bianco, più infondo vi è un albero gigante con delle rose rosse, mi avvicino ad esso ed eccola che la vedo: Iris.
Stesa a terra in un morbido vestito bianco su misura, rannicchiata leggermente su se stessa, la sua folta chioma color oro sparsi sul prato morbido che brillano sotto la luce del sole, il viso dolce e rilassato, le labbra leggermente socchiuse, gonfie di un rosso intendo, il suo respiro regolare, Lei Iris, il secondo angelo più bello in tutto il paradiso è semplicemente bellissima.
Sorriso come un ebete ha guardarla ma d'un tratto mi appare un idea in testa: uno scherzo.
Con un sorrisetto divertito mi avvicino lentamente al suo orecchio sussurando:
«e ora di svegliarsi angioletto»
Vedo subito Iris girarsi dall'altra parte sicura infastidita dandomi le spalle, ridacchio in silenzio.
Rido tra me e me, prendo un respiro profondo e mi avvicino ancora di più al suo orecchio.

«IRIS!» urlo svegliandola completamente.
«CHI CI ATTACCA?!» strilla alzandosi di colpo mettendosi in posizione d'attacco in modo buffo guardandosi intorno visibilmente confusa.

«Sei sempre il solito!» non posso fare al meno di ridere divertito, cosa che la infastidisce parecchio.

«Lucifero! Quante volte ti ho detto che non sono divertenti i tuoi scherzi? Mi fai venire gli infarti prima del dovuto!» Porta una mano sul suo petto regolando il respiro per lo spavento.

«Adesso basta ridere! Smettila!» mi rimprovera per l'ennesima volta, la vedo avvicinarsi in modo buffo; i suoi pugni sono chiuso lungo i fianchi, le sopracciglia curvate, gli occhi leggermente socchiusi mentre trattiene la rabbia.

«Che c'è Iris? ti ribelli? Non è te angioletto » sussuro smettendo di ridere mentre lei si apre in un lieve sorriso.

«Giuro su nostro Padre che questa me l'ha paghi Lucifero!» Ringhia minacciosa.

Io non posso fare altro che osservarla con attenzione; adoro quando vuole mostrarsi così forte e minacciosa con quel faccino angelico, non attaccando  nessuno, non riuscirà mai ha fare la cattiva.
«Oh ma davvero? Allora prendimi se riesci» sorriso aprendo le mie ali bianche come la neve stuzzicandola.
La vedo sbuffare e apre anche le sue ali angeliche, identiche alle mie, sorriso. È stupenda.

«Tanto non mi scappi furfante!» Urla seguendomi. ghigno, troppi divertito.
Ad un certo punto preso dall'idea sparisco dalla sua vista nascondendomi in mezzo alle nuvole non facendomi più trovare.
La guardo da lontano e la vedo fermarsi di colpo guardandosi intorno cercandomi, rimane per lunghi attimi imbambolata sperando di trovarmi ma senza successo.
Io ed Iris abbiamo molte cose diverse; Io sono molto più forte rispetto a lei, ho sviluppato i miei poteri e le mie ali dopo qualche giorno dalla mia creazione, invece lei...lei ci ha messo anni e anni per sviluppare tutto, ed ancora impacciata, ma credo che quando non cambierà mai.
Ho levato la mia Aurea in modo che non possa sentire la mia posizione, cosa che lei non riesce ha fare.
Così stufo di aspettare mi avvicino lentamente alle sue spalle e gli urlo un "BOOH", Iris tira un urlo dallo spavento troppo acuto, di colpo la vedo ritirare le ali e subito crolla giù, un altro piccolo difetto; appena sviluppate le ali, non sa ancora controllarle bene, neanche con gli spaventi.
Sbuffo e picchio il volo per prenderla giusto in tempo, la vedo stringersi a me velocemente come una bambina ferita e impaurita, gesto che mi fa sorridere.

«Stai bene?» Chiedo preoccupato.
«S-Si, Si sto bene, ti ringrazio» Ed e qui che la vedo arrossire e balbettare, perché diventa rossa quando stiamo così vicini? La imbarazzo forse?

«Credo che tu sia troppo lenta con le ali, Iris»
La stuzzico guardando davanti a me mentre continuo a volare.

«Sei tu che vai troppo veloce!» la sento sbuffare ancora, sorriso.
«E poi sono ancora un po' stordita per la dormita» Borbotta giustificandosi strofinandosi gli occhi con il pugno.

«Tu lo sei sempre stata, fin dalla nascita»
La vedo mordersi il labbro nascondendo un sorriso, adoro questo suo gesto, mi fa sorridere

«Sei sempre il solito» scuote la testa «Ma adesso mettimi giù su» così faccio, atterrando sul morbido prato del Paradiso.

Una vita di Dolore ma di Amore.Where stories live. Discover now