Bohemian Rhapsody

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Appena il proiettile partì con un botto, colpì la fronte della vittima che morì sul momento.
L'assassino sbarro gli occhi
"Cosa ho fatto"
Fece cadere l'arma da fuoco a terra e crollò in un pianto silenzioso.
Era confuso, era la vita reale o solo fantasia?
Si sentiva schiacciato da una valanga, ma non c'è scampo alla realtà.
Alzò gli occhi e guardò su al cielo, era solo un povero ragazzo che non aveva bisogno di simpatia.
Adesso aveva ucciso un uomo, aveva combinato un casino, sarebbe stato giustiziato per questo.
Non gli restava altro da fare; com'era facilmente venuto doveva facilmente andarsene.
Mentre scappava si rese conto che si sentiva un po'superiore, ma anche un po'inferiore.
Lui correva e correva con il vento che gli soffiava forte in faccia, ma lui andava avanti.
Ovunque il vento soffiava non gli importava.
D'un punto si fermò, si trovava davanti un bivio e lì si rese conto che non sapeva dove andare. Era bloccato.
Era solo. Aveva bisogno di qualcuno o sarebbe crollato.
Si girò e vide una cabina telefonica, trasandata, ma sembrava funzionante.
Andò lì mentre frugava in tasca per qualche monetina. Le infilò nella gettoniera e digitò il numero.
Squilla
«pronto?»
«mamma...ho appena ucciso un uomo»
Silenzio
«c-come?»
«gli ho puntato una pistola alla testa, ho tiratto il grilletto ed ora è...morto»
Silenzio
«ma figliuolo, la tua vita era appena cominciata, ed ora l'hai buttata via così» disse la madre con un pizzico di disprezzo ma molta tristezza nella voce.
Il ragazzo iniziò a singhiozzare mentre le lacrime gli rigavano le guance.
«m-mamma, n-non devi piangere se non torno a quest'ora domani»
«l'importante è che la tua vita andrà avanti, andrà avanti perché il resto non importa. Devi fare la cosa giusta così che un giorno potrai vivere in pace come prima»
Silenzio
«ciao, ti devo lasciare»
«ricordati che ti voglio bene nonostante tutto»
Terminò la chiamata, combattuto su cosa fare adesso.
Abbassò lo sguardo, sobbalzando nel vedere i suoi indumenti sporchi di sangue.
Doveva fare la cosa giusta.
S'incamminò di nuovo, questa volta la sua destinazione era la centrale della polizia.
Ora rimpiangeva tutto ciò che aveva fatto ma era troppo tardi, era arrivata la sua ora.
A quel pensiero i brividi percorsero la sua schiena, tutto il corpo era dolorante.
Doveva dire arrivederci a tutti, gli deve lasciare indietro e affrontare la realtà.
Ripensava alla conversazione con la madre.
Lui non vuoleva morire, sperava di non essere mai nato, ma andava avanti, andava avanti come se nulla importasse.

Ciauu, capitolo un po' strano lo so, non so se l'abbiate capito ma le frasi sottolineate sono le parole della canzone Bohemian Rhapsody.
Vorrei iniziare una rubrica dove trasformo le canzoni dei Queen in storie. Fatemi sapere che ne pensate, se l'idea vi piace.
Cmq ho fatto solo metà canzone pk con scaramouche è un po' difficile...

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