Capitolo 4

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"Sorella del cazzo."
Allungo una mano per recuperare i miei occhiali, ma qualcuno li prende al posto mio.
-Questi li prendo io- dice una voce maschile.
Sorrido. -Sempre un bravo cagnolino è Teo?
-Taci stronza!- dice mia sorella.
-Cosa vuoi Cassandra?- chiedo rimettendomi in piedi.
-Vorrei che tu morissi seduta stante, ma le mie preghiere non vengono mai ascoltate.
Alzo un sopracciglio. -Allora simo in due.
Lei mi si avvicina come un predatore che è pronto a saltare sulla sua preda.
-Come scusa?- dice a pochi centimetri dalla mia faccia.
-Lasciami in pace Cassandra.- Le volto le spalle e vado verso il parcheggio, mentre mia sorella continua ad insultarmi e a dire che avvertirà sua madre che sono tornata dalla preside, ma in questo momento non me ne potrebbe fregare un cazzo.

Mi sistemo vicino alla fermata della sita; mi infilo le cuffiette e faccio partire la mia playlist. Nelle mie orecchie esplode la canzone di Sia Unstoppable. Comincio a canticchiare finché qualcuno mi toglie una cuffietta e dice vicino al mio orecchio: -Hai davvero una bella voce Camilla.
Mi allontano velocemente dall' individuo e quando mi volto mi ritrovo Teo che mi squadra dalla testa ai piedi.
-Cazzo vuoi Teo?
-Ah il mio va benissimo, lo vuoi provare?
-Ma vaffanculo!- Cerco di allontanarmi, ma lui riesce a prendermi per un braccio e mi ritrovo schiacciata contro il suo petto.
-Ho bisogno che tu mi faccia un favore Camilla. È da stamattina che il mio amichetto è in tiro, non è che tu mi aiuteresti a farlo tornare tranquillo?- dice guardando me e poi i suoi pantaloni.
Dopo un'attimo di stordimento lo spingo via e lo guardo con occhi pieni di odio.
-C'è la mia sorellastra che ti può aiutare, nonché la tua ragazza.
-Già... ma Cassandra non mi eccita più come una volta.- dice guardandomi le gambe, poi alza lo sguardo e mi lancia gli occhiali.
-Te ne eri dimenticata.
-Gr-Grazie.- Mi sorride.
-Ci vediamo domani sfigata, ah... un'altra cosa... carine le mutandine.
-Vai a fare in culo Teo.

Quando arriva la sita salgo velocemente e vado a sedermi tra le prime file. Mi rimetto le cuffiette e mentre Bad Liar degli Imagine Dragons scorre nelle mie orecchie, ripenso a quello che è successo oggi.
Ho preso un ceffone di prima mattina dalla stronza. Ho rischiato la sospensione per colpa di quel cretino del professor Marzelli. La mia sorellastra mi ha augurato di morire e il suo ragazzo ci ha spudoratamente provato con me.
Sbuffo. -Che schifo di giornata.

Arrivata a casa, apro piano piano la pota d'ingresso e mi affaccio per vedere se c'è qualcuno.
-Jessica?- Nessuna risposta.
-Jessica?- Ancora nessuna risposta.
Tiro un sospiro di sollievo, la stronza non è in casa.
Corro in camera mia e mi lancio sul letto, quindi abbraccio il mio peluche dello Stregatto e senza rendermene conto comincio a piangere.
Prendo il mio cuscino e lo lancio contro l'armadio.
-Vita di merda!- urlo.
Guardo il mio comodino, apro il suo cassetto, e, dopo aver cercato sotto calzini, mutandine e reggiseni, tiro fuori il mio carillon. Appena lo apro la ballerina dal tutù rosa comincia a girare accompagnata dalla dolce melodia.
Un piccolo sorriso mi si forma sulle labbra; un sorriso triste che mi riporta all'infanzia e ai miei veri genitori.
Apro uno degli scoparti segreti del carillon e tiro fuori la mia più fidata amica.
Mi alzo le maniche e guardo la mia opera d'arte che copre tutto il mio avambraccio sinistro.
-Solo uno...- dico avvicinando l'archetto al violino. Ma invece di suonare una sola nota, suono un'intera melodia.
-Cami!- dice una voce maschile.
Mi giro lentamente ed incontro gli occhi preoccupati di Davide.
-Non fermarmi... ti prego.

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