Capitolo 9

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Torniamo in salotto e Giorgio e gli altri ragazzi si sistemano sul divano e sulle due poltroncine, lasciandomi in piedi davanti a loro.
-Dunque, mettiamo subito in chiaro che ovunque noi andiamo tu devi venire con noi.- dice Giorgio. -Ci chiamiamo Peccati Capitali per un motivo, non siamo dei santi e questo lo hai già capito; partecipiamo a corse e combattimenti clandestini con cui riusciamo a mettere su un bel gruzzoletto di soldi.
-Ci sono delle gare clandestine?- dico strabuzzando gli occhi.
-Certo che si, ogni paese ha il proprio gruppo di ragazzi che gareggiano contro altri gruppi.
-Ma è una figata assurda! Com'è che non ne ho mai sentito parlare?
-Questo perché iniziano alle due di notte di ogni venerdì e vengono fatte nella periferia di Borgo.
Rimango senza parole. Chi se lo aspettava che in un paese morto come questo si svolgessero delle vere e proprie gare clandestine.
-Poi, devi pulire casa nostra per i prossimi due anni.
-Non sono mica una schiava.
-No, ma sei la new entry, quindi questa è la tua penalità. Cercheremo di lasciare il più pulito possibile, ma non te lo promettiamo.- dice accompagnato dalle risate dei ragazzi.
-Altra cosa, non devi mai piangere in nostra presenza; devi dimostrarci che sei una donna forte e che non hai bisogno della nostra continua protezione.- Annuisco con la testa.
-Puoi venire qui quando vuoi, tanto qualcuno in casa c'è sempre. Cercherò di farti le chiavi per entrare il prima possibile.
-Grazie.- dico sorridendogli. Lui si alza e mi fa cenno di andare con lui.
Torniamo al piano superiore e percorriamo tutto il corridoio, fino ad arrivare davanti a due porte. Una è piena di disegni e di nomi di band rock, con scritto al centro "NO ENTRY", mentre l'altra è spoglia. Giorgio apre la porta spoglia e mi mostra una camera.
-Questa è la tua camera. Puoi portare qui tutte le cose che non puoi tenere a casa tua. Diciamo che è il tuo piccolo angolo di paradiso.
La camera è spaziosa ed è illuminata dagli ultimi raggi di sole che passano attraverso l'enorme finestra che ricopre gran parte del muro esterno. Un letto matrimoniale è appoggiato alla parete con la finestra, mentre un enorme armadio è appoggiato al muro. Vicino alla porta c'è una piccola scrivania e sopra di lei alcune mensole che mi invitano a portare tutti i miei libri che non hanno trovato posto nella mia piccola libreria che ho in camera a casa.
-Puoi decorarla come vuoi e puoi fare tutte le cose che voi donne siete solite fare. Ci sono due bagni, uno giù e uno qui, ti consiglio di utilizzare questo che c'è al secondo piano. È più pulito se così si può dire.
-D'accordo, grazie Giorgio.- dico esaminando con accuratezza ogni dettaglio della camera.
Giorgio esce, lasciandomi da sola con i miei pensieri. Mi lancio sul letto, il quale è ricoperto da un vecchio telo che rilascia una nube di polvere appena ci cado sopra.
Se mio fratello mi ha portato qui avrà avuto un motivo valido e si fida molto di loro. Sono ragazzi apposto, certo non molto normali, ma sono certa che il divertimento non mancherà.
Sono così diversi tra loro, chissà come fanno ad andare d'accordo. Mi piacerebbe sapere qualcosa in più su di loro...
Qualcuno bussa alla porta interrompendo i miei pensieri, quindi mi alzo e vado ad aprire. Mi ritrovo davanti un ragazzo che non avevo ancora visto. È alto quanto me, ha i capelli biondicci e gli occhi di un marrone molto chiaro i quali sono coperti da degli enormi occhiali da vista di colore beige.
-È a-arrivato tuo fra-fratello.- dice senza guardarmi negli occhi.
-Okay, ti ringrazio.- dico guardandolo curiosa.
Lui arrossisce improvvisamente e senza dirmi nient'altro torna sui suoi passi.
Che tipo strano.
Scendo al piano di sotto e appena vedo mio fratello corro da lui e lo abbraccio.
-Ehi piccolina ti sono mancato così tanto?- dice ridendo. Lo guardo negli occhi e lui diventa serio.
-Se qualcuno l'ha toccata giuro su Dio che-
-Grazie fratellone.- dico interrompendolo.
Lui mi sorride, un sorriso sincero e pieno di amore.
-Torniamo a casa.- mi dice.
-Domani posso tornare?- dico guardando Giorgio.
-Puoi venire tutte le volte che vuoi.- mi dice lui sorridendo.
Dopo aver salutato tutti i ragazzi usciamo di casa e torniamo a casa nostra.

Appena metto piede in cucina quattro occhi di vipera mi fissano con odio.
-Dove sei stata?- mi chiede Jessica sputando acido e sventolando le mani smaltate.
-Ero con Davide.- dico togliendomi il giubbotto.
-Porti sempre lei a giro, me mai!- dice Cassandra con odio. -Preferisci quella a me!- urla a Davide.
-Io non preferisco nessuno. Quando sono tornato a casa da scuola Cami era tutta sola in camera, quindi ho deciso di portarla a fare un giro.
-Io vado a letto.- dico avviandomi verso la mia camera e ignorando le urla della mia matrigna e della mia sorellastra.
Mi faccio una doccia veloce e mi ritingo i capelli di viola, mi metto il pigiama e mi infilo a letto.
Guardo il cielo notturno il quale mostra qualche stella qua e là mentre le altre sono coperte da delle nuvole e per la prima volta, dopo tanto tempo, sorrido a quel cielo che ho sempre odiato.

Noi contro il cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora