Capitolo 10

35 3 0
                                    

Mi sveglio prima che la sveglia suoni e guardando fuori dalla finestra noto che il sole sta sorgendo e comincia ad illuminare la vallata di una luce dalle sfumature rosa e arancio, dando al paesaggio un aspetto quasi magico.
Comincio a prepararmi ed opto per un abbigliamento soft. Una felpa nera corta, ma con le maniche piuttosto large su cui ci sono delle bande bianche con cucite delle X nere, un paio di pantaloni neri con sotto le mie adorate calze a rete, mentre ai piedi le mie vans.
Guardo il telefono. le 7:45.
Corro nel corridoio ed entro in camera di Davide senza bussare.
Lo trovo in piedi girato di spalle, davanti allo specchio intento a sistemarsi i suoi capelli ribelli. Mi avvicino a lui cercando di non far alcun rumore.
-Cami ti ho sentito.- dice lui mettendo il pettine apposto e sorridendomi. Faccio un falso broncio e lo guardo male. -Sei cattivo, e poi mi spieghi come cavolo fai a sentirmi? Cosa sei? Un cane?- dico spingendolo sul letto.
-No, ma siccome mi stavo specchiando ho visto il tuo riflesso.- dice alzandosi per poi mettersi una delle sue camice.
-Riuscirai a non vestirti da bamboccio per una volta?- dico squadrando la sua camicia azzurrina.
-E tu riuscirai a vestirti senza lasciare nessun lembo di pelle scoperto?- dice lui per ripicca e con un sorriso beffardo sulle labbra.
Comincio a prenderlo in giro facendogli i versi.
-Forza, muoviamoci se non vogliamo arrivare in ritardo a scuola pure oggi.
Scendiamo in cucina, preparo due caffè per me e Davide dopo di che saliamo in macchina e ci avviamo verso la scuola.

-Fai la brava oggi in classe.- dice all'improvviso. Mi giro di scatto verso di lui, sorpresa del fatto che sappia cosa è successo ieri.
-Come fai a saperlo?
-Sono pur sempre il rappresentante d'istituto, e la preside mi ha convocato nel suo ufficio quando è finita la giornata per raccontarmi cosa hai combinato ieri.- Guardo fuori dal finestrino.
-Farai la brava oggi?
-Non lo so. Dipende tutto dai professori. Basta che non comincino a rompermi le ovaie.
-Tu non dargli motivo di romperti le ovaie allora.- dice con un piccolo sorriso sulle labbra.
-Ci proverò.- dico mettendomi le cuffie e facendo partire la musica.
Guardo la città che piano piano comincia a svegliarsi. I ragazzini delle scuole medie camminano in gruppo con i loro strumenti musicali o le cartelline per disegno tecnico. Uomini d'affari che non guardando in faccia nessuno, intenti a rispondere a chiamate o email. Mamme con i bimbi piccoli, che si assicurano che ogni centimetro del bambino sia in ordine, prima di lasciarlo a scuola. Gli alberi spogli dei viali, che donano un fascino cupo a questa giornata nuvolosa.
Sento toccarmi la gamba, quindi mi tolgo velocemente la cuffietta sinistra voltandomi verso mio fratello.
-Come scusa?- dico sapendo che mi stava parlando.
-Sai che è maleducazione portare le cuffie quando si è in compagnia?
-Davide non rompere e dimmi.
-Ci sei stasera all'Ikebana?
-Non sapevo nemmeno che stasera ci fosse... perché?- chiedo curiosa.
-Almeno ti portavo io.- dice alzando le spalle. -E poi avresti bisogno di uscire.
-Ora sento Lisa e ti faccio risapere.
-Perfetto.

Arrivati a scuola mi dirigo velocemente verso la mia classe e trovo Lisa fuori in corridoio, appoggiata al termosifone con una faccia piuttosto incazzata.
-Oi Baghi tutto okay?- le chiedo avvicinandomi con cautela.
-Lascia perdere, quel bastardo del mio ex non fa altro che mandarmi frecciatine su Instagram.
-Che morto di fica, comunque tu lascialo perdere.
-Stai tranquilla, sai come sono fatta.- dice mettendo via il telefono.
Sorrido. -Lo so bene. Come mai sei fuori dalla classe?
-Non mi va di entrare. Avevo in mente di fare forca, ma il prof di economia mi ha visto quindi salta tutto.
-Cos'è mi diventi una piccola ribelle?- dandole un pugno leggero sulla spalla.
Ride. -Oh stasera andiamo all'Ikebana?
-Non ne ho molta voglia...
-Daii; ti farebbe bene uscire un po'. Mi hai dato buca per due settimane, adesso non puoi dirmi di no.
-Il fatto è che c'è pure mio fratello e non mi lascerebbe divertire...
-Ci penso io a tuo fratello.- dice con un sorriso flirtante.
-Cazzo Lisa che schifo, e poi non ti voglio come nuora, mi basti come migliore amica.- Scoppiamo entrambe a ridere, dopo di che la saluto e mi avvicino alla porta della mia classe.
-Fammi risapere per stasera.- urla lei.
Annuisco con la testa, dopo di che entro in classe dove trovo i miei compagni intorno alla cattedra ad ascoltare quello schifo di musica che tutti chiamano trap.
Mi siedo al mio banco e comincio a disegnarci sopra, finché il nostro professore di genio rurale entra, e dopo qualche battuta con i ragazzi, prova a cominciare la lezione con falsi risultati.

Temo che questa giornata sarà più lunga del solito.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 17, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Noi contro il cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora