End of blood

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Elaine e Paul raggiunsero la sala tv del caotico ospizio verso le tre del pomeriggio, dopo una breve passeggiata su per le colline dopo l'ora di pranzo. La dolce signora Connelly aveva fatto una piacevole e tenera scoperta, quel giorno: Mr Jingles, il simpatico topino che aveva accompagnato Paul e i suoi inseparabili amici nei loro duri momenti a Could Mountain, aveva trovato alloggio in un vecchio casolare abbandonato.

«Adesso si spiegano quelle tue misteriose passeggiate solitarie nel pomeriggio» disse la donna a Paul, che non riusciva a togliere gli occhi di dosso dall'innocua creatura.

«Prendilo tu, amica mia.»

Elaine prese il tenero topo, accarezzandone il pelo e baciandolo sulla testolina con molta dolcezza. Dopo averlo nutrito, i due amici lasciarono il casolare per non tardare alle attività di gruppo che si sarebbero svolte in seguito. In sala c'era già un bel gruppetto di anziani, intenti a guardare un programma dove uomini e donne litigavano e pronunciavano, urlando, parole diseducative e volgari.

«Perché dobbiamo sempre guardare questa robaccia?» disse un uomo molto magro con un eccentrico paio di occhiali rotondi.

«È interessante» gli rispose una signora con prontezza, gli occhi ancora fissi sullo schermo, ma l'uomo non aveva intenzione di lasciar perdere.

«Interessante? Per Dio, come puoi definire questa spazzatura interessante? Non parlano d'altro che di scopare.»

Si alzò in cerca del telecomando. Lo trovò e cambiò una serie di canali alla ricerca di un programma dove la gente adoperasse un linguaggio pulito e cortese. Pubblicità, telegiornali, infine un gangster movie dove un feroce giovane sfregiato uccideva, a colpi di fucile, una banda nemica e pericolosa.

«Credete di potermi fregare? Sporchi scarafaggi, vi sbagliate di grosso. Io sono il più potente! Se provate a fare la guerra a me, fate la guerra al numero uno!»

«No, no. Non va bene nemmeno questo.»

Paul osservava terrorizzato l'uomo di media statura che, in tv, massacrava tutte quelle persone mentre il sangue schizzava depositandosi in ogni singola parte della sontuosa villa.

«No...»

Le mani tremarono e le lacrime iniziarono a scendere.

«Paul! Che cos'hai?»

«Ho bisogno di uscire!»

Elaine accompagnò Paul fuori dalla sala e lontano dagli sguardi sorpresi degli altri anziani, piuttosto incuriositi da quel bizzarro atteggiamento.

«Per l'amor di Dio, Paul, ma cosa ti succede? Vieni con me, facciamo due passi. Ti farà bene.»

Indossarono i cappotti e uscirono in aperta campagna. Paul non piangeva più, ma non aveva ancora voglia di parlare. Elaine attese con pazienza affinché si decidesse di farlo. Era più che sicura che la sua ansia avesse a che fare con il film che stavano guardando poco prima: certamente Paul aveva ricordato un fatto molto traumatico e doloroso accaduto durante il suo periodo al Miglio Verde.

«Perdonami, non sono riuscito a mantenere il controllo. C'è sempre qualche occasione che permette al passato di piombarmi sempre addosso.»

«È stato quel film? A me puoi dirlo, lo sai.»

"Adesso vi darò quel che vi meritate, vermi maledetti! Non riuscirete a fuggire, ve lo assicuro!"

«Èstato quel giovane con la cicatrice, capisci? Quello con il fucile. Mi sono tornati altri vecchi ricordi, momenti che ho vissuto nel giorno dell'esecuzione di Alex Cobain.»

Walking the stormy mileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora