14 Una spiacevole scoperta -Jorinda e Joringhello-

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Il tempo stava passando, e i ragazzi quasi non si resero conto che la loro vacanza stava per terminare.

Erano appena tornati alla villa, dopo aver fatto una partita nel campo da calcio lì vicino. Quando...

Arion:《ragazzi! Non posso crederci!》

Tutti i ragazzi accorsero per vedere cosa turbava il ragazzo girella, di solito non urlava in quel modo.

Sol:《Arion, che succede?》

Arion:《succede che tra poco dovremmo tornare a casa...》

Aitor:《di già?》

Terry:《e io che mi stavo divertendo...》

Tutti iniziarono a discutere tra di loro di tutti i bei momenti passati insieme, poi andarono nel grande salone di casa, dove si riunivano per raccontare le storie, e si sistemarono lì.

Dopo una mezz'ora di molta, anche troppa, tranquillità, Claude, costretto da Bryce e Jordan, andò a controllare i ragazzi.

Claude:《hey pesti, come mai non state facendo baccano come al solito?》

Michael:《abbiamo scoperto che tra poco dobbiamo tornare a casa.》

Gabriel:《e la cosa non ci garba molto.》

Claude:《sistematevi per bene che vi ritiro io su il morale.》

Aitor:《e come faresti, zio tulipano?》

Claude:《NON CHIAMARMI TULIPANO! E comunque, con una storia, ovviamente.》

In men che non si dica i ragazzi si sitemarono ai loro soliti posti. Claude andò a chiamare gli adulti e appena tutto fu pronto iniziò a raccontare la storia.

Inizio storia
C'era una volta un vecchio castello nel cuore di una foresta grande e fitta; là abitava, tutta sola, una strega molto potente. Di giorno si trasformava in gatto o in civetta, mentre la sera riprendeva l'aspetto umano. Sapeva come attirare la selvaggina e gli uccelli, poi li macellava e li cucinava lessi o arrosto. Se qualcuno arrivava a cento passi dal castello, era costretto a fermarsi e non poteva più muoversi finché‚ ella non lo liberava ma se una vergine entrava in quel cerchio, la vecchia la trasformava in uccello e la rinchiudeva in una gabbia che metteva in una delle stanze del castello. Di quelle gabbie ne aveva ben settemila, con dentro uccelli tanto rari. C'era una fanciulla che si chiamava Nelly, più bella di ogni altra. Era promessa sposa a un giovane leggiadro di nome Mark. Il giorno delle nozze si avvicinava, ed essi erano felici in compagnia l'uno dell'altro. Per poter parlare e confidarsi, se ne andarono nel bosco a passeggiare. Il giovane le disse di fare attenzione e di non avvicinarsi troppo al castello. Era una bella serata, il sole brillava fra i tronchi degli alberi, chiaro nel verde cupo della foresta, e la tortora tubava sulle vecchie betulle. Ogni tanto Nelly piangeva, si sedeva al sole lamentandosi, e così pure faceva Mark. Erano sgomenti come se dovessero morire. Si guardarono intorno: si erano persi e non sapevano come ritrovare la via di casa. Il sole era già tramontato per metà dietro al monte. Il giovane guardò fra i cespugli e vide in prossimità le vecchie mura del castello; a quella vista si spaventò a morte. Nelly cantava:-Il mio uccellino dal rosso anellino, canta lamenti, lamenti, lamenti. Predice alla colomba la morte fra i tormenti; canta lamenti, sì! Chiù, chiù, chiù!- Mark la guardò: Nelly si era mutata in un usignolo che cantava: -Chiuì, chiuì-. Una civetta dagli occhi ardenti le volò attorno tre volte, e per tre volte gridò: -Sciù, uh, uh, uh-. Mark non poteva muoversi: era rigido come pietra e non poteva piangere, parlare‚ muovere la mano o il piede. Ora il sole era tramontato: la civetta volò in un cespuglio, e, subito dopo, ne venne fuori una ragazza, abbastanza giovane, con degli occhiacci celeste spento e i capelli color lillà. Ella borbottò qualcosa, poi afferrò l'usignolo e lo portò via. Mark non poteva dire nulla né muoversi; l'usignolo era scomparso. Finalmente la vecchia ritornò e disse con voce roca: -Salute, Zachiele, quando la luna splende nel cerfoglio, sciogli, Zachiele, alla buon'ora-. E Mark fu libero. Si gettò ai piedi della giovane, pregandola di ridargli la sua Nelly; ma ella rispose che non l'avrebbe riavuta mai più e se ne andò. Egli gridò, pianse, si lamentò, ma invano. -Oh, che sarà mai di me?- Mark se ne andò e giunse infine in un villaggio sconosciuto, dove fece il guardiano di pecore per lungo tempo. Spesso si aggirava intorno al castello, senza tuttavia avvicinarsi troppo. Infine una notte sognò di trovare un fiore rosso sangue con in mezzo una perla bella grossa. Egli colse il fiore e andò al castello, e tutto ciò che toccava con il fiore si liberava dall'incantesimo. Sognò inoltre che in quel modo era riuscito a riavere la sua Nelly. La mattina, quando si svegliò, incominciò a cercare quel fiore per monti e valli. Cercò fino al nono giorno, e, di mattino presto, trovò il fiore rosso sangue. In mezzo c'era una goccia di rugiada, grossa come la perla più bella. Portò con sé il fiore giorno e notte, finché‚ giunse al castello. Là, non fu più immobilizzato dall'incantesimo, ma proseguì fino al portone. Mark se ne rallegrò, lo toccò con il fiore, e il portone si spalancò. Egli entrò, attraversò il cortile e tese l'orecchio per capire di dove venisse il canto degli uccelli. Infine lo capi, andò e trovò la sala dove si trovava la strega che stava dando da mangiare agli uccelli nelle settemila gabbie. Quand'ella vide Mark, andò su tutte le furie, lo maledì, gli sputò addosso fiele e veleno, ma dovette fermarsi a due passi da lui. Egli non si curò di lei e andò a vedere le gabbie con gli uccelli. Ma c'erano molte centinaia di usignoli e, fra tanti, come poteva ritrovare la sua Nelly? Mentre guardava, si accorse che la giovane prendeva di nascosto una gabbietta con un uccello e si avviava verso la porta. Le si avvicinò d'un balzo e, con il fiore, toccò la gabbietta e anche la strega, che non poté più fare incantesimi. Nelly era là, gli aveva gettato le braccia intorno al collo, ed era bella come un tempo. Egli ridiede aspetto umano anche agli altri uccelli, poi se ne ritornò a casa con la sua Nelly e vissero a lungo insieme felici e contenti, con tanti bambini.
Fine storia

Mark:《perché proprio su di me?!》

Claude:《non sapevo su chi altro farla.》

Il rosso scrollò le spalle, con fare indifferente, mentre il castano lo guardava indispettito.

Jordan:《se non sbaglio, tutti sono stati protagonisti di una storia.》

Sol:《io no...》

Claude:《vedrò di inventarmi qualcosa anche per te.》

Sol:《davvero?? Grazie! Si può inserire Vladimir nella storia?》

Victor:《lascia mio fratello fuori da quella cavolo di storia.》

Sol:《tanto prima o poi ci metteremo insieme!》

Attorno al blu si formò un'aura oscura e molto inquietante.

Arion:《...oh-oh...》

Michael:《l'hai fatto arrabbiare.》

Victor:《Sol... INIZIA A CORRERE!》

Sol:《SISSIGNORE!》

I due cominciarono a "giocare" ad acchiapparella, con l'unica differenza che se Sol veniva preso ci rimetteva la pelle.

Dopo mezza giornata di inseguimenti, Arion riuscì a placare l'ira del fidanzato, così che l'arancio ebbe vita salva, per ora.

La giornata continuò come sempre, mentre tutti erano in attesa del giorno seguente, per sentire la prossima storia.

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