Sofia: Ciao Andrea. Sono felice di sapere che siamo nella stessa classe.
Ciao Sofia. Anche io sono felice di saperlo
Davvero? Da quando sapere queste cose mi rende felice?
Sofia: ehm... Andrea, ci sei?
Oh si scusami, mi ero distratto un attimo.
Sofia: Stavo dicendo... potresti farmi fare un giro della scuola? E' il mio primo anno qui.
Non preoccuparti non mi dispiace affatto.
Sofia: Grazie mille!!
Andiamo.
E pensare che inizialmente volevo rimanere chiuso in classe. Questa ragazza mi fa uno strano effetto.
Allora... qui abbiamo la palestra dove si terranno tutte le lezioni di educazione fisica, mentre, piu' avanti ci saranno i vari laboratori compreso il nostro di elettronica.
Sofia: Mh capito. grazie.
Di niente. Ora pero' dobbiamo tornare in classe. Manca poco al suono della campanella.
Una volta tornato in classe ritorno a posare lo sguardo alla lavagna intento a seguire la lezione.
Capisco che la lezione e' finita quando vedo tutti apprestarsi a tornare a casa.
Sofia: Andrea ti andrebbe di fare la strada di ritorno insieme?
Va bene. Ma come fai a sapere che dobbiamo fare la stessa strada?
Sofia: Beh, oggi sono arrivata in ritardo perche' avevo dimenticato una cosa a casa e mentre tornavo indietro ti ho visto passare per la stessa strada.
Ah davvero? Non ci ho fatto proprio caso. Allora possiamo andare.
Una volta usciti da scuola abbiamo incominciato a farci domande a vicenda. Tutte le sue domande riguardano il primo giorno di scuola.Con molta cautela, cerco di interessarmi a cio' che e' successo ieri. Sono curioso di sapere se è riuscita a superare la brutta notizia di ieri.
Sono sorpreso, ero convinto non ne volesse parlare, invece, dopo qualche secondo di silenzio mi racconta di come, con l'aiuto di sua madre,sta pian piano superando la cosa.
Deve essere bello avere anche solo un genitore a supportarti. Da quant'e' che non provo una simile sensazione sulla mia pelle ? Troppo.
Ripensando al pensato una lacrima decide di uscire e rigare il mio volto. Appena se ne rende conto Sofia mi chiede subito il motivo di tale lacrima.
Ed ora che faccio? Invento una storia per cambiare il discorso o le racconto la verità?
Decido di raccontarle a grandi linee la verità.
Sono orfano da oramai 10 anni, i miei genitori sono morti proteggendomi.
Ai tempi avevo neanche 6 anni, quando dei ladri entrarono in casa nostra per derubarci. Ovviamente i miei genitori,dopo avermi nascosto, si sono opposti non sapendo che loro erano armati. Quel gesto gli fu fatale. Venni trovato dalla polizia qualche ora dopo grazie ad una chiamata partita dai vicini.
Non riuscendo a vivere con i miei nonni decisi, durante il primo anno delle superiori, di andare a vivere da solo aiutato economicamente da quest ultimi.
Finito il racconto succede qualcosa che non scorderò facilmente. Sofia mi sta abbracciando.