Capitolo 1

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U N O
"Vincere o perdere"

U N O"Vincere o perdere"

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Andrà tutto bene.
Ripetei quella frase nella mia testa un centinaio di volte, con l'intenzione di calmare almeno un minimo i miei nervi. L'auto di lusso era ferma nello stesso parcheggio da più di dieci minuti, ma io non accennavo ad alzarmi dal comodo sedile in pelle della vettura che in quel momento rappresentava un posto sicuro. Con gli occhi passai in rassegna ogni minimo dettaglio che si trovava all'esterno del finestrino oscurato, fermandosi su un cartello rosso poco distante da noi che recitava le parole "Boston College".
Le voci dei miei genitori si susseguivano una all'altra dandomi varie informazioni e raccomandazioni sul come comportarmi, cosa fare e cosa non fare.

«Mi raccomando, tesoro, stai sempre attenta alle lezioni e mantieni alta la tua media scolastica, proprio come ti ho insegnato» il timbro dolce di mia madre, seduta nei sedili anteriori, mi rasserenò di poco, ma non del tutto. Sapevo benissimo che nella sua mente stava pregando che non le facessi fare nessuna figuraccia. Aveva sempre avuto alte aspettative su di me, in ambito scolastico e sportivo e con sportivo intendevo quello del cheerleading. Mia madre per tutta la sua permanenza fino alla fine del college era sempre stata parte della squadra delle cheerleader, molto spesso ricoprendo la posizione di capitano. Tutto quello che sapevo me lo aveva insegnato lei sin da piccola, si poteva dire che avevo imparato a fare gli stunts contemporaneamente al camminare.

Deglutii con fatica quando mi trovai di fronte a pochi gradini che mi separavano da una enorme porta in mogano che determinava l'ingresso all'istituto scolastico nel quale, da quel giorno, avrei passato il resto dell'anno. La struttura era costituita da mattoni grigi alternati con alcuni di un colore più cremoso, passai gli occhi sulla facciata principale ricoperta interamente da ampie finestre. Poco al di sopra del tetto erano presenti delle specie di torri appuntite, proprio come quella sopra l'ingresso, con l'unica differenza che su di questa c'era una croce anch'essa in pietra. Ai lati dei gradini due grandi cespugli donavano un tocco di verde all'immensa struttura.

Riempii i polmoni con una grande boccata d'aria e mi incoraggiai ad entrare, trascinando con me i miei bagagli. Rimasi subito incantata dalla grandezza interiore del corridoio che avevo di fronte a me, quando uno schiocco di dita mi riportò alla realtà.
Voltai il viso alla mia destra e vidi una donna che mi squadrava dall'alto al basso con fare annoiato, dietro a un bancone su cui c'era scritto in caratteri cubitali il nome della scuola: Boston College.

«Posso aiutarti?»

«Si, salve. Sono appena arrivata e vorrei ritirare il piano, l'orario scolastico e le chiavi per la camera, se possibile» cercai di essere il più gentile possibile, non volevo fare una brutta impressione già il primo giorno.

«Mi vuoi dire il tuo nome o dobbiamo stare qui a guardarci negli occhi?»

Sentii il sangue passare dalle guance e arrivare alle orecchie per l'imbarazzo.

Ephemeral - Lacrime amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora