Q U A T T R O
"Profumo ed ego smisurato"Un forte dolore alla testa mi costrinse ad aprire gli occhi, un senso di nausea improvvisa mi colpì ma riuscii a trattenere il conato di vomito. Mi portai una mano sulla fronte e i ricordi della serata precedente mi si palesarono davanti in maniera confusa, quasi sfocata. Musica a palla, alcool in gola e discussione, dopo? Zero. Vuoto totale. Allungai una mano verso il cassetto del comodino e lo aprii, frugai al suo interno e sbuffai quando mi accorsi di aver dimenticato a casa i medicinali, soprattutto quelli per il mal di testa. Imprecai sottovoce all'ennesima fitta alle tempie, sbuffai di nuovo e decisi di alzarmi dal letto. Come ci ero arrivata? Non lo so.
Nel momento in cui posai i piedi sul pavimento, un dolore ad essi mi fulminò all'istante. Maledetti tacchi. Afferrai un elastico e mentre scesi le scale, ancora rigorosamente in pigiama, mi legai i capelli in una coda disordinata.«Buongiorno» la voce dolce di Zoe mi accarezzò le orecchie facendomi sorridere.
Ricambiai il saluto e la osservai avvicinarsi a me con due cornetti ancora fumanti tra le mani. Mi sedetti sul divano e lei fece lo stesso, mi passò un tovagliolo che accettai volentieri e la colazione. Appena diedi un morso un senso di piacere si espanse sul mio palato.
«Non sei cambiata per niente» sorrise guardandomi con i suoi occhioni.
«Come?» ricambiai il sorriso confusa.
Si avvicinò ancora e con il suo tovagliolo mi pulì la punta del naso e l'angolo delle labbra, poi me lo fece vedere.
«Hai la stessa espressione di quando eri piccola, mi hai fatto tornare in mente un ricordo stupendo. Ti ricordi quando un giorno di luglio eravamo al parco?» domandò con espressione spensierata. «Quel giorno avevamo mangiato proprio questi cornetti. Sai, sono andata apposta a prenderli alla stessa pasticceria, quella dell'amica di mia madre. Appena mi ha vista ha insistito per regalarmeli. Dicevo, mi hai ricordato quel giorno perché appena l'hai addentato ti è comparsa la stessa identica espressione di felicità che avevi anni fa e, proprio come allora, ti sei sporcata il naso e vicino alle labbra»
«Ti voglio bene Zoe» mi avvicinai a lei e la strinsi in un abbraccio. «Sei come una sorella per me, la sorella che non ho mai avuto»
«Anche tu lo sei per me Cassie, lo sai» la sentii sorridere sulla mia spalla, capii esattamente a cosa si riferiva.
Anni prima, Zoe mi aveva raccontato che sua madre, in seguito ad un incidente, ha perso la possibilità di avere figli oltre a lei. Mi ricordavo perfettamente l'espressione delusa e affranta che soggiornava sul volto della donna in quel di ottobre, ma capii troppo tardi cos'era accaduto. Infondo ero solo una bambina, così come Zoe, pertanto nessuna delle due aveva compreso a pieno la situazione. Lei aveva avuto l'occasione di origliare una conversazione dei suoi genitori e subito era venuta a riferirmelo, chiedendomi cosa ne pensassi e se sapevo cosa voleva significare tutto ciò, ma purtroppo io non le potevo saper dare una risposta, ero troppo piccola e innocente. Per quello Zoe mi considerava come una sorella, quella che non aveva mai avuto ed io volevo starle accanto.
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Ephemeral - Lacrime amare
RomanceLa vita di Cassandra Cromwell, figlia di uno degli uomini più potenti di Boston, si capovolge quando riceve la notizia del trasferimento a Boston, dove frequenterà il college più rinomato della città. Per fortuna lì ritroverà Zoe, una sua amica d'i...