Solitudine

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"E se io ti dicessi che sei rimasto solo?"
Mi svegliai di soprassalto ero sudatissimo e stavo ansimando come se avessi corso per chilometri.
Fuori era ancora buio, lo si poteva notare osservando le fessure nelle tapparelle chiuse, non si vedeva molto nella mia camera era troppo buio e i miei occhi non si erano ancora abituati; l'unica cosa che fortunatamente era ben visibile era la sveglia che aveva lo schermo retroilluminato: segnava le 3:48. Era davvero insolito per me svegliarmi nel cuore della notte, decisi quindi di approfittarne per andare in bagno; magari mi ero svegliato per quello chissà. Andai a sbattere contro la porta che non ricordavo fosse chiusa, però apparte questo arrivai in bagno sano e salvo. Accendendo la luce mi abbagliai.
Finito in bagno me ne tornai a letto per potermi riaddormentare.
Non riuscivo a riprendere sonno.
Continuavo a rigirarmi nel letto cercando una posizione comoda ma niente: qualcosa mi turbava.
Provai a concentrarmi sulla stanza ma non notai nulla di diverso, passato un po' di tempo però mi accorsi di una cosa alquanto strana: il silenzio era assordante. Non si sentiva alcun suono. Era inquietante e mi mise in allerta, mi preoccupai e all'improvviso ricordai le parole che mi avevano svegliato "E se io ti dicessi che sei rimasto solo?"
Ero nel panico. Corsi verso la camera dei miei genitori e la trovai vuota, mi cedettero le gambe, ma non potevo rimanere lì, presi al volo una giacca e mi pricipitai in strada; era sconvolgente, non passava nemmeno una macchina in quella che era sempre stata una strada parecchio trafficata, nessuna voce si sentiva nemmeno in lontananza, le luci dei lampioni erano accese ma nelle case non ce ne stava neanche una: nelle case era tutto buio.
Quella che un tempo era considerata una delle città più popolate al mondo adesso era deserta, una città fantasma.
Ero rimasto solamente io.

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