Maia non riusciva a dormire. Paola guardava su youtube concerti live di band australiane che probabilmente non avrebbe mai visto in vita sua. Carmine studiava per la maturità. I bambini dormivano.
Massimiliano invece era salito sul tetto a fissare nel vuoto nero della notte.
Hai salvato una persona, Massì. L'hai fatto per davvero, come una specie di supereroe tipo. Però molto più reale, mica di pezza o di latta. Le hai salvato la vita.
Spense la sigaretta, sconvolto dai suoi stessi pensieri, e tornò dentro la prigione. Illudersi di diventare una persona buona. Che gran stronzata.
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La mattina dopo fu il primo giorno di lezione nel nuovo liceo. Solo che non erano delle marmocchiette e socializzare in quarta sarebbe stato molto più complicato. Tra 17enni è sempre così difficile capirsi. Paola saltellò felice giù dalle scale nella sua felpona nuova dei Nirvana e afferrò due biscotti dal pacco che teneva in mano Carmine, ancora mezzo addormentato. Si sorrisero e lei uscì veloce, sotto gli occhi addolciti di lui.
-Carmine...ci sei?- chiese la sorellina tirandogli la giacca. Il ragazzo sorrise e le spettinò i capelli.
-Si tesoro...ci sono.
Maia si trascinò a scuola con una difficoltà incredibile. Aveva sonno, era frustrata, in ansia, e il suo liceo era molto più lontano di quello della gemella. Paola faceva l'artistico, lei il classico. Roba da secchione insomma.
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-Ciao a tutti, sono Paola, ho 17 anni e so' romana de Roma!
I compagni la accolsero con un applauso e un ragazzo coi capelli verdi e due dilatatori cavi le urlò 'AMO LA TUA FELPA DI KUUUURT' e tutti la osannarono perchè, con un sorriso dolcissimo lei, in tutta risposta, affermò 'Io non lo amo invece, trèsor. Io lo venero!'
-Buongiorno, sono Maia.
I compagni la guardavano con occhi sgranati, stupiti dalla personcina piccola e delicata che si era presentata timidamente davanti a loro. Era bella, Maia. Bella da farti bene, solo a guardarla. Piccola, elegante, di una bellezza diversa dalle sue nuove compagne che la detestarono al primo sguardo.
-Mi posso seder...
Una ragazza mora, dalla pelle scurissima e i capelli riccissimi occupò la sedia vuota con un borsone nero di pelle.
-No carina.- esclamò con un sorriso rosso e storto di rossetto sbavato.
Maia annuì e si diresse in un banco isolato dall'altra parte della classe, accanto alla finestra, terza fila.
La prof la guardò con un senso di tristezza e sgridò la ragazzina mora che si mise a ridere insieme alle sue amiche.
La disposizione della classe era molto semplice. Fila di ragazze, fila di ragazzi, fila mista di banchi semivuoti tra cui Maia, che a star sola era abituata ormai. E ci stava anche bene.
-Maia, se ti va spostiamo...
-Sto bene così.- si affrettò a dire la ragazza, togliendo fuori i libri dalla borsa rosa.
Tuto quell'ordine del liceo di Maia, era l'opposto del liceo di Paola, in cui tutti stavano con tutti, in un continuo vociare, disegnare, rincorrersi tra un banco e l'altro.
Opposti ma paralleli, esattamente come le loro due vite, e i fili che le tenevano insieme.
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❀Sogni incollati fino a dentro le ossa.❀
Teen Fiction'Fa freddo, Massì.' 'Non senti niente, se il freddo ce l'hai dentro, Maia.' Siamo su questo mondo per un motivo, chi per cambiarlo, chi per distruggerlo, chi per passare sopra le cose e lasciarle esattamente come le aveva trovate in principio. Mass...