Stiles

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Scusatemi, credevo davvero di aver pubblicato Domenica ma apparentemente no, mi spiace ancora. Ditemi se ci sono errori✨


Quando ero piccolo mia mamma mi diceva sempre che ero speciale.
Che un giorno avrei cambiato la vita di qualcuno, ma che quel qualcuno mi avrebbe fatto soffrire molto.
Non ho mai capito cosa intendesse avevo solo cinque anni quando iniziò a dirmelo. Poi scoprimmo che era malata, pensavo che lo dicesse per via della malattia, che non fosse nulla di serio.
Ogni madre dice al proprio figlio che è speciale, che un giorno cambierà il mondo, chi non darebbe un sogno ad un bambino piccolo.
Ero lì in quella stanza d'ospedale con lei quando morì. Era uno di quei rari momenti di lucidità
" Stiles...non dimenticarlo mai, tu sei speciale. Il più speciale dei bambini non credo che adesso capirai, forse quando sarai più grande, nemmeno tuo padre che lo sei." Ero lì inerme non sapevo cosa dirle, non capivo perché mi dicesse quelle cose, il suo respiro si faceva sempre più lento come il suo battito su quello stupido monitor. La voce frivola ma continuò
" Devi promettermi una cosa. Qualsiasi cosa ti dicano, facciamo o pensino le altre persone, non arrenderti mai. Sorrisi sempre. Le persone sono cattive Stiles, godono nel vederti soffrire fino alla fine, ma tu non devi abbatterti ci sarà sempre qualcuno a sostenerti nei momenti più bui. Promettimelo Stiles che sarai sempre il bambino allegro che sei adesso, che qualsiasi cattiveria ti arriverà addosso, tu non ti astenersi mai,MAI...Promettimelo..." ero senza parole, gli occhi pieni di lacrime, sapevo cosa stava succedendo, non ero pronto, non poteva abbandonarmi adesso. Annuii piano.
"Te lo prometto mamma" singhiozzai
"Bravo bambino...prenditi cura di tuo padre" chiuse piano gli occhi, un piccolo sorriso sulle labbra, ed un orribile suono monotono su quello dannato schermo.
Il suo cuore si era fermato.
Il mondo mi crollò addosso come una cascata. Piansi e piansi chiamando il suo nome fino a quando non venni trascinato via dagli infermieri. Mi dimenavo come un pazzo, volevo rimanere lì con lei e non lasciarla andare mai.
Come potevo cambiare il mondo, farlo diventare un posto bellissimo per tutti senza la persona più importante della mia vita, per chi avrei dovuto cambiarlo se lei non era lì con me.

Porto ancora adesso quel ricordo con me, come quando mio padre finalmente capì il vero significato di speciale che mia madre intendeva

Avevo quattordici forse quindici anni,  un dolore insopportabile al basso ventre non mi dava tregua dalla mattina presto svegliandomi, quando avrei potuto benissimo rimanere a dormire fino alla sveglia per prepararmi ed andare a scuola.
Un lieve bussare alla porta mi distrasse per un attimo.
"Stiles devi prepararti per andare a scuola" grugnii
" , non mi sento bene. Mi fa male la pancia" mi guardò con aria insofferente
"Si, certo come tutte le altre volte, cosa hai oggi qualche compito che non vuoi fare" roteò gli occhi. Va bene magari avevo usato la scusa dello stare male troppe volte. Ma questa volta era vero!
"Sta volta è vero! Non che le altre volte non lo fosse, sia chiaro, ma stavolta è insopportabile" mi rannicchiai su me stesso stringendomi la pancia. Avevo smosso un po' di compassione in mio padre, che mi guardò preoccupato.
"Vestiti ti porto all'ospedale per scoprire cos'hai" uscì dalla stanza.
Una volta pronto andai direttamente in  macchina, okay forse prima di andare in macchina passando davanti alla cucina, i biscotti al cioccolato erano lì che mi chiamavano. Mi morsi il labbro e velocemente ne presi una manciata be corsi via. Era già da un paio di giorni prima che avevo una strana voglia di dolci. Il viaggio fino all'ospedale era stato orribile. Continuavo a muovermi nel sedile per cercare una posizione più confortevole chissà magari il dolore alla pancia diminuiva.
"Potresti stare fermo"
"Non ci riesco, sto scomodo e questo dolore è insopportabile" mi lamentai.
"Siamo quasi arrivati" e per 'quasi arrivati' intendeva che eravamo già nel parcheggio. Come diavolo avevo fatto a non accorgermene.
Entrammo e vedemmo Melissa dietro il banco che guardava qualcosa sul computer.
"Noah! Stiles! Come mai siete qui è successo qualcosa?" 
L'infermiera andò loro incontro.
"Stiles non si sente molto bene, volevo chiederti se lo puoi visitare. Io devo andare a lavoro"
"Non preoccuparti, ci pensò io a lui tu va pure. Sta attento" si sorrisero 'secondo me un giorno sto due finiscono insieme. Se solo si togliessero i prosciutti da davanti gli occhi' pensai ridacchiando.
"Andiamo Stiles, ti porto in una stanza così ti faccio un po' di analisi" annuii.
Mi fece sedere sul letto. Mi iniziò a fare domande mentre mi tirava il sangue, controllava i battiti e cose così.
"Allora dimmi che tipo di dolore, intensità e posizione sentì"
"Bhe al momento mi fa male l'occhio visto che me lo stai accecando" dissi indicando la torcia con cui stava controllando le mie pupille.
"Puoi anche risparmiarti il sarcasmo Stiles" disse guardandomi seria.
"Scusa non ho resistito comunque, ho un dolore persistente qui nel basso ventre è insopportabile quando sto seduto o sdraiato non trovo mai una posizione comoda, poi ho questa strana voglia di dolci, appena sveglio mi fa male la schiena e mi sento così stanco" dissi il tutto gesticolando.
Melissa sbuffò una risata mentre continuava a scrivere.
"Perdite di sangue quando vai al bagno?" disse continuando a ridere.
"Ehm no, di cosa stai parlando è qualcosa di grave? Sto per morire?" Dissi pauroso.
"No Stiles. Però adesso puoi capire cosa passiano le donne ogni mese, hai lì stessi sintomi di una donna col ciclo  adesso aspettiamo le analisi del sangue e vediamo cosa ci dicono"
"Mi fa piacere che scherzi sul mio dolore, potrebbe essere qualcosa di grave"
"Prendi questa ti aiuterà col dolore e sdraiati nel frattempo che aspetti vado a chiamare il dottore e vediamo cosa dobbiamo fare"
Passò un po' di tempo e la porta si aprì di nuovo rivelando Melissa con un dottore e leggeva le mia analisi.
"Allora signor Stilinski dalle sue analisi, lei è sano come un pesce ha solo il livello del ferro basso ma è una cosa comune, visto che dalle analisi non risulta niente la portiamo dall'ecografo per vedere se c'è qualche problema visibile"
'Ma che sono io?! Una cavolo di donna incinta?!' era il mio pensiero fisso mentre il dottore spargeva il gel -gelido- sulla mia pancia.
"Vediamo un po' cosa c'è che non va"
Disse mentre guardava lo schermo sul quale non riuscivo a capire nemmeno una forma 'come diavolo fa a capirci qualcosa' pensai, il dottore però sembrava strabiliato da qualcosa mentre continuava a spostare quell'aggeggino sulla mia pancia al di sotto dell'ombelico. Melissa era rimasta con me ma dalla sua espressione non riuscivo a capire cosa pensasse.
"Bene Stiles non c'è nulla che non va... più o meno." 'Cosa?'
"Melissa potresti chiamare lo sceriffo  vorrei dargli una notizia alquanto interessante" ero sempre più confuso.
"C-che notizia? Potrei per favore sapere che cos'ho?!" Dissi al dottore iniziando ad innervosirmi.
"Aspettiamo che arrivi tuo padre, preferirei dire tutto in una volta" mi sorrise. 'Vuole essere preso a pugni per caso?! Tutto questo è snervante, non si può pretendere che un ragazzino iperattivo come me aspetti per sapere cosa ha che non va!'
Alla fine aspettai.
Quando arrivò mio padre il dottore ci fece entrare nel suo ufficio, ci accomodammo e aspettammo che iniziasse a parlare.
" Allora signor Stilinski, Stiles non ha nulla che non va è solo...non so come dirlo rendiamolo il più semplice possibile" prese un grosso respiro.
'Prende il concetto di suspence un po' troppo sul serio'
"Stiles può rimanere gravido"
'oh si tutto norm-aspetta che?!'
"Posso rimanere incinto?"
"Può rimanere incinto"

'si è fumato una canna?'

" Scusi lei mi sta dicendo che mio figlio può rimanere gravido? Scusi ma con tutto il rispetto... Fa uso di droghe?"
Il dottore rise. Si era decisamente fatto di qualcosa, qualcosa di pesante.
" Credo di dovere delle spiegazioni"
"Ci mancherebbe!"
"Stiles hai presente tutti i sintomi che hai accusato, bene, sono classici di una donna col ciclo. Tu indubbiamente non sei una donna per questo è stato richiesto l'esame con l'ecografo, apparentemente Stiles possiede un utero."
" Io non credo di capire" furono le parole mie e di mio padre. Ci guardammo un attimo e poi tornammo ad osservare il dottore.
"Sono casi molto rari, molto rari ma capita che nascano persone con l'apparato riproduttivo di entrambi i generi, vengono chiamati ermafroditi, però non sempre sono abbastanza fertili per rimanere gravido, in caso ci riescano per partorire avranno bisogno di un cesareo, per il resto la gravidanza è come quella di una donna"
"I-io devo fare due passi" mi alzai. Non so per quanto tempo quei due rimasero a parlare. Tornando a casa mio padre mi spiegò tutte le cose che non avevo sentito. Fu una giornata scioccante.

Tutto questo porta ad oggi, dove sono adesso, seduto sul divano di casa mia, con i miei figli adolescenti che da quando sono piccoli aspettano una risposta su chi sia il loro padre e perché li ha abbandonati senza mai vederli, senza sapere che lo hanno avuto avanti agli occhi meno di un'ora fa.

You are an outsider nowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora